Furiosi incendi in Sicilia per caldi venti d'Africa

Furiosi incendi in Sicilia per caldi venti d'Africa Colpita la parte occidentale dell'isola Furiosi incendi in Sicilia per caldi venti d'Africa Distrutte alcune baracche dei terremotati nella valle del Belice - 38 gradi all'ombra Chiuso al traffico tutta la notte l'aeroporto di Punta Raisi - Fiamme alla stazione di Palermo - Numerosi feriti - Nubifragi nell'Italia centrale - Fiumi in piena nel Nord (Dal nostro corrispondente) Palermo, 24 settembre. (a. r.) Una ondata di scirocco proveniente dall'Africa ha oltrepassato la scorsa notte il Canale di Sicilia col mare forza sette, ed ha investito la parte occidentale dell'isola dove crolli di alberi e insegne pubblicitarie hanno causato gravi danni. Sono divampati numerosissimi incendi che hanno devastato centinaia di ettari di bosco, minacciando diversi centri abitati nel Trapanese e nel Palermitano. Nei centri terremotati della valle del Belice le baraccopoli, dove tuttora alloggiano circa ottantamila persone, sono state colpite in pieno dallo scirocco che ha danneggiato parecchie baracche. Il vento africano, nel periodo di maggiore intensità, ha soffiato a circa 100 km orari. A Palermo la temperatura si è arroventata raggiungendo i 38 gradi all'ombra, la mancanza di umidità ha reso la giornata eccezionalmente torrida. A Marineo, paese a una quarantina di chilometri da Palermo, nel rione periferico «Sotto la Rocca» un vasto incendio ha avviluppato una trentina di abitazioni a pianoterra distruggendone completamente due e danneggiandone seriamente una ventina. L'aeroporto di Punta Raisi è stato chiuso al traffico dalla notte alle 13,45: lo scirocco ha impedito l'atterraggio e il decollo degli aerei anche nella «terza pista» trasversale, costruita appositamente per il traffico aereo anche nelle giornate di forte vento. Anche a Trapani l'aeroporto di Birgi e rimasto chiuso al traffico per molte ore. Gli incendi più gravi sono scoppiati alla Stazione Centrale di Palermo, nel reparto «piccola velocità» a un paio di chilometri dai binari di arrivo. Le fiamme si sono estese rapidamente verso le 4,30 del mattino dalla riva sinistra del fiume Oreto dove i focolai in alcuni mucchi di rifiuti incendiati la sera prima sono stati alimentati dal vento. Il fronte dell'incendio si è allargato in un raggio di alcune centinaia di metri, ha raggiunto due depositi delle ferrovie, e scavalcata la linea ferrata, ha avvolto alcune cataste di travi in legno: ne sono andate in cenere circa duemila. Nella tarda mattinata, dopo molte ore di lavoro, mentre il traffico ferroviario dopo una sospensione di poco meno di tre ore riprendeva, le fiamme hanno raggiunto un lcccmotore, rimasto danneggiato. Tre vigili del fuoco rimasti intossicati alla Stazione Centrale sono stati soccorsi dai compagni e trasportati al centro rianimazione. Dopo la te- e gra aoea, o, o o e n gti nai ne- rapia disintossicante e alcune ore trascorse sotto la tenda ad ossigeno i tre vigili sono stati dimessi. Le mareggiate hanno costretto le flottiglie pescherecce a restare agli ormeggi. Nel porto peschereccio della «Cala», a Palermo, una zavorriera in disarmo, rotti gli ormeggi, è colata a picco in un paio di minuti. A Trapani la motonave «Freccia Rossa», proveniente da Tunisi, non ha potuto attraccare nel porto e ha dovuto dirottare su Palermo. Gli incendi più gravi sono scoppiati nel Trapanese dove circa 400 ettari di pini, eucalipti^ e faggi sono stati avvolti dalle fiamme nei pressi di Castellammare del Golfo, a «Montagna Grande», dove alcune decine di abitazioni rurali sono state minacciate per molte ore. Panico anche ad Erice, la montagna di 800 metri che sovrasta Trapani, dove la pineta ha preso fuoco per l'ennesima volta quest'anno: decine di ettari di bosco (fra i pochi superstiti) sono rimasti danneggiati. Il maltempo ha colpito anche l'Italia centrale e settentrionale, dove \a temperatura è scesa al di sotto dei valori normali. Violente bufere di scirocco si sono abbattute sull'Abruzzo da stamane alle 4 in poi, con danni ad edifici e alle colture. Poco più di mezz'ora di pioggia e di grandine ha riportato a Firenze un clima da alluvione. Strade e piazze allagate, scantinati e piani terreni di centinaia di abitazioni invase dall'acqua, traffico bloccato in tutto il centro. Nel Trentino da 48 ore piove quasi ininterrottamente: i torrenti si sono ingrossati e la temperatura è sensibilmente diminuita. La pioggia ha provocato alcune frane sulla Gardesana, nel tratto tra Riva e Porto Tignale e il traffico ha subito interruzioni parziali. Nel Friuli-Venezia Giulia le condizioni meteorologiche sono peggiorate nelle ultime 24 ore con pioggia torrenziale e temporali un po' dovunque. Temporali con pioggia e scariche elettriche si sono avuti nel Cividalese e nel Tarvisano. Due fulmini sono caduti nel centro di Cividale, uno sul tetto della chiesa di S. Giovanni e l'altro sul tetto di una cappella, procurando notevoli danni. Su tutta la zona del Polesine è piovuto ininterrottamente per quindici ore, a tratti con rovesci a carattere torrenziale. Le acque del Po, in soli due giorni, sono aumentate di 2 metri e mezzo Marineo. La mancanza d'acqua ha reso più difficile l'opera di spegnimento (Ansa)

Persone citate: Cividale, Freccia Rossa, Oreto, Raisi, Riva, Rocca