Si farà la raffineria della discordia di Francesco Fornari

Si farà la raffineria della discordia La Giunta regionale approva lo stabilimento di Fornovo Si farà la raffineria della discordia Ritirato il parere negativo dopo un anno di discussioni - Gli ecologi, sconfìtti, temono danni irreparabili nella Val di Taro - Saranno lavorate circa un milione di tonnellate annue di grezzo (Dal nostro inviato speciale) Fornovo, 24 settembre. Gli ecologi sostengono che è stato un « colpo di mano » della giunta regionale: è certo comunque che dopo circa un anno di discussioni, ripensamenti, minacce, proteste, Fornovo avrà la raffineria. Dopo mesi di silenzio, il 4 agosto la giunta ha ritirato il parere negativo espresso nel maggio scorso approvando il programma di ristrutturazione dello stabilimento già esistente. Il comitato antiraffineria, creato a Parma non appena si era profilato il « pericolo » della costruzione di una grande raffineria di grezzo in grado di produrre tre milioni di tonnellate all'anno, è subito sceso in piazza, protestando contro questa decisione ed accusando la giunta regionale di aver approfittato dell'inizio delle vacanze per « far approvare in fretta » un progetto che minaccia di « inquinare irrimediabilmente la zona, con gravi danni per le industrie alimentari ». Come si vede, si è ancora lontani da una soluzione della tanto discussa questione. Il progetto, intanto, deve ancora passare al vaglio del consiglio regionale, inoltre quelli del comitato antiraffineria hanno assicurato che non intendono stare « con le mani in mano », ma sono decisi a dar battaglia con tutte le loro forze per evitare che vengano costruiti i nuovi impianti. A nulla sono servite le assicurazioni fornite dal presidente della giunta Guido Fanti durante una conferenza stampa in cui iono stati illustrati ì nuovi programmi della Spi (Società petrolifera italiana) di Fornovo e le iniziative della Regione per la tutela e l'igiene dell'ambiente. E' bene a questo punto ricordare le tappe più salienti di questa vicenda. Molto tempo fa, la Spi aveva presentato una richiesta per costruire a Fornovo un nuovo stabilimento per la raffinazione del greggio. In questa città, lungo il corso del Taro, sorge già una piccola raffineria della società che dà lavoro a 150 operai. Disoccupazione ? Dopo un incredibile alternarsi di avvenimenti, il 15 maggio la giunta regionale respinge il progetto presentato dall'industriale Moratti, a cui appartiene lo stabilimento di Fornovo. Il giorno dopo, la Spi invia una lettera al presidente Fanti nella quale ritira il progetto per la nuova raffineria e preannuncia la smobilitazione degli impianti esistenti perché « improduttivi ». Per i 150 dipendenti si profila la minaccia della disoccupazione. La giunta regionale invita la società a sospendere la drastica decisione, vengono ripresi i contatti, la Spi presenta un nuovo progetto di «ristrutturazione, am¬ modernamento e integrazione dell'impianto esistente, al fine di assicurarne la sopravvivenza». E il permesso viene accordato, scatenando una nuova sollevazione del comitato parmense. La polemica si riaccende, diventa incandescente. Per il sindaco di Fornovo, il socialista Claudio Adorni, si tratta di proteste assurde, immotivate. « Per prima cosa, bisogna precisare che gli insediamenti petroliferi della Spi sono di gran lunga anteriori a quelli delle industrie alimentari delle quali, a torto, senza alcun motivo, ci si preoccupa in maniera del tutto sproporzionata alla realtà delle cose. In tempi non molto lontani in questa zona si estraeva addirittura il petrolio. Ancor oggi è possibile trovarne delle tracce nei torrenti. In quasi ogni famiglia d* Fornovo c'è qualcuno che lavora o ha lavorato nella raffineria ». All'« oro nero », dunque, si dovrebbe buona parte del be- nessere economico della zona. « La nostra economia è strettamente legata alla Spi — prosegue il sindaco —. Fornovo è in zona depressa, qui non si creano poli di sviluppo, le montagne vengono abbandonate, la gente se ne va. L'ecologia non si salva chiudendo le fabbriche e licenziando gli operai. Se 'a Spi avesse chiuso i battenti come sembrava intenzionata, che cosa avrebbero fatto i 150 operai licenziati? Si è tanto parlato di "alternative alla raffineria " ma non si è visto nulla. L'unica proposta è stata la costruzione di un grosso mattatoio di suini. Noi ci siamo detti d'accordo ma quando abbiamo chiesto delle precise garanzie contro l'inquinamento, nessuno si è più fatto vivo ». Il nuovo progetto presentato dalla Spi, invece, offre garanzie sufficienti. Dice il sindaco: « Dei 26 miliardi di spesa preventivati per la ristrutturazione degli impianti, ben sei sono stanziati per la costruzione di nuovi depuratori. Il nostro Comune e la Regione si sono riservati il diritto di controllare che questi impianti funzionino come promesso. Sarà formata una commissione di tecnici, alla quale speriamo vogliano aderire anche i Comuni vicini ». Secondo le dichiarazioni della Spi, col nuovo sistema di depurazione, l'inquinamento atmosferico dovrebbe diminuire. "Distillati bianchi" Nello stabilimento verranno lavorati « distillati bianchi » per una produzione di 970 mila tonnellate annue (contro le 300 mila attuali). Il grezzo verrà trasportato a Fornovo dalla raffineria di Arcola (La Spezia) attraverso un oleodotto già esistente. Il ciclo di lavorazione del nuo vo stabilimento comprenderà la desolforazione catalica, la trasformazione in benzine, la produzione di solventi. «Abbiamo ricevuto le più ampie assicurazioni che non solo il pericolo di inquinamento non esiste ma, addirittura, si ridurrà quello attuale — conclude il sindaco — perciò la psicosi e la paura che serpeggiano nel settore delle industrie alimentari sono fuori luogo. Noi ci siamo preoccupati di salvaguardare l'economia di Fornovo ed il posto di lavoro a 150 operai, ma non vogliamo certamente far chiudere altre industrie e creare situazioni di disoccupazione altrove. Non permetteremo che neppure un'industria alimentare debba chiudere per colpa della raffineria ». Questo è il timore maggiore. Nella zona, infatti, in questi ultimi anni, sono state aperte molte industrie casearie. Le colline intorno a Fornovo sono celebri per il loro clima asciutto che permette di ottenere un ottimo essiccamento dei famosi prosciutti di Parma. Tutto questo, sostengono gli ecologi, rischia di essere distrutto dall'inquinamento provocato dallo stabilimento. Il sindaco e la giunta regionale affermano il contrario, anzi assicurano che la situazione migliorerà. Per ora l'unica nota positiva è la certezza che i 150 operai della Spi non verranno licenziati. « Questa è la nostra risposta a tutte le polemiche », dice il sindaco di Fornovo. « La nostra vittoria », sottolinea. Purché non si riveli simile a quella di Pirro. Francesco Fornari

Persone citate: Fanti, Guido Fanti, Moratti

Luoghi citati: Arcola, La Spezia, Parma