Per la buona convivenza

Per la buona convivenza Saper spendere Per la buona convivenza Sarebbe meglio che inquilini e proprietari cercassero di raggiungere un accordo prima di rivolgersi all'avvocato - Un contrasto per le "piccole spese" - Se rimpianto è imperfetto C'è molta confusione nei rapporti tra proprietario e inquilino e noi, nei limiti delle nostre possibilità, cerchiamo di venire in aiuto all'una o all'altra parte con i chiarimenti degli esperti. Scrive il signor Guglielmo Nigra di Rivoli: « Affitto una camera con cucina in una vecchia casetta con contratto regolarmente registrato e nessuna clausola particolare. Ho preso l'alloggio in affitto a 15 mila lire con il tacito accordo che le piccole spese (500 lire al mese) sarebbero rimaste al proprietario. Così è stato per sette anni durante i Quali mi sono sempre state rilasciate le ricevute con le spese in bianco. Ora mi è giunta intimazione di pagare tutte le spese arretrate ed ho ricevuto citazione per il 17 settembre. Non sono caduti in prescrizione questi arretrati? Inoltre queste ricevute con le spese in bianco non hanno valore legale ai fini della richiesta dì rimborso? Quelle in mio possesso sono state scritte dalla moglie del proprietario e non recano firma ». +* Risponde l'avvocato: «Di solito le piccole spese (portierato, acqua, luce, spazzatura e varie) non sono comprese nel canone dell'affitto vero e proprio, ma sono dovute dall'inquilino al proprietario in quanto si riferiscono a consumi del suo fabbisogno personale. E' però possibile (e quindi valido a tutti gli effetti) un diverso accordo tra le parti, anche soltanto orale, come forse è il caso del lettore. La ricevuta è valida soltanto se firmata « La ricevuta deve sempre essere firmata dal proprietario o da un suo rappresentante, ma la mancata menzione delle spese su di essa non esonera l'inquilino dall'obbligo di pagarle, se sono dovute. Nel caso descritto però si può ritenere operante la prescrizione quinquennale, prevista dalla legge in tema di pigioni di case e di cor- \ rispettivi di locazioni ». Siamo convinti che il padrone di casa avrebbe potuto cercare un accordo con il suo inquilino prima di fargli giungere un'ingiunzione di pagamento. E questo in omaggio alla buona convivenza e alla comprensione delle reciproche esigenze. Ma non è \ possibile in ogni caso che questa vertenza tra proprietario e inquilino porti ad uno sfratto, come teme il lettore. Tutti i contratti e i canoni di affitto sono bloccati fino al 31 gennaio 1974. Se l'odore del gasolio si sente a pianterreno Se si sente odore di gasolio provenire dal serbatoio, è bene chiedere subito un sopralluogo alla ditta installatrice o a quella che provvede alla manutenzione dell'impianto. Il signor I.M. non sembra molto preoccupato, anche se « da due anni, in tutto lo scantinato, dove si trova il serbatoio, e fino al pianterreno, l'odore del combustibile è molto persistente ». «Quando avevamo la nafta — scrive — non mi ero mai accorto di questo inconveniente, ma ora con il gasolio (8 mila litri nel serbatoio in lamiera) è un fenomeno abituale. Non ci sono perdite, perché non si vedono; si direbbe che il gasolio trasudi dalla lamiera. Abbiamo provveduto a verniciare il serbatoio con prodotti speciali, ma non è servito a nulla. Avete un suggerimento utile? ». ** Chiarito anzitutto che il gasolio non trasuda attraverso la lamiera e precisato che l'inconveniente merita attenzione da parte dei proprietari del condominio, ecco una possibile spiegazione. Secondo l'ing. Manfredi « dovrebbe trattarsi di un problema di sfiato ». Dice: « O lo sfiatatoio è mal sistemato o è intasato. Soltanto una ditta specializzata può risolvere in loco il difetto ». Si rivolga al servizio di manutenzione dell'impianto, signor I. M., o agli esperti della ditta fornitrice di combustibile e non cerchi soluzioni inefficaci come la verniciatura del serbatoio. La causa del forte odore di gasolio è un'altra. L'apparecchio utile per infilare le calze Abbiamo trovato l'apparecchio « inflla-calze », per la signora Rosalinda di Torino e utile per le persone anziane o che hanno difficoltà di articolazione. Due lettrici ci hanno inviato indirizzi, presso i quali si può acquistare l'apparecchio. Il primo, indicato dalla signora Maria, corrisponde a una ditta di articoli sanitari di Lugano; il secondo a un artigiano di Torino. A quest'ultimo abbiamo chiesto informazioni per telefono. « Si tratta di un brevetto di mio padre — ci ha detto una signora — adesso che lui non c'è più ne abbiamo cessato la produzione, ma ci restano ancora alcuni esemplari invenduti. Il prezzo è 15 mila lire ». Ma questo strano aggeggio, che allevierebbe la fatica di molti anziani, invalidi o no, ha più di un inventore. Anche il signor Ettore Delpiano ne ha creato uno per suo uso personale. « Si tratta di una corona circolare — ci scrive — del diametro di dodici centimetri circa, alta un centimetro e fermata da un chiodo metallico. Con un altro apparecchio in legno si completa l'operazione e ci si infilano le calze senza sforzo. Ho 75 anni e ne sono soddisfatto ». Alla signora Rosalin¬ da il lettore promette spiegazioni più dettagliate se vorrà mettersi in contatto con lui. Anche l'associazione italiana per la riabilitazione dei minorati con sede a Milano ha a disposizione alcuni tipi di apparecchi « inflla-calze », in vendita in negozi specializzati. Tra i tanti indirizzi, che teniamo a disposizione dell'interessata, si troverà certamente quello che offre l'apparecchio migliore a prezzi più convenienti. Piccola posta * La signora Emmy chiede: «A qualcuno interessa la preparazione del riso alla cinese? E' un riso "saltellante che si conserva in perfetta cottura anche per parecchi giorni ». Signora Emmy, ncn abbia esitazioni; ci spedisca subito la ricetta. Agli amici di Saper spendere piacciono le novità. + Un gruppo di amiche scrive da Borgo San Dalmazzo: « Siamo nubili e senza eredi; una di noi ha espresso l'intenzione di lasciare in eredità un immobile ad un'opera sociale, ma vorrebbe mettere una clausola: l'immobile non dovrà mai essere venduto per alcun motivo, né alienato con permuta o altri mezzi. Le è stato detto che tale clausola non è valida e che l'ente beneficiario potrà, a suo giudizio, disporre del bene ereditato e cederlo a suo piacimento. Qual è il parere dell'avvocato? ». « La questione — risponde l'esperto — è stata a lungo dibattuta, ma ora pare concordemente risolta dalla giurisprudenza: la condizione di non allenare i beni ereditati è nulla in guanto limiterebbe la libera disponibilità e circolazione dei mobili e degli immobili. Sono ammessi soltanto limiti dell'alienabilità ben definiti nel tempo (3-5 anni) e giustificati da particolari motivi. Pertanto qualsiasi lascito fatto anche da enti di beneficenza è valido, ma la clausola di inalienabilità pur se apposta nel testamento non avrebbe alcuna efficacia ». ■k « Su un'area urbana — scrive il signor Giuseppe P. di Alessandria — esistono un vecchio fabbricato in gran parte demolito, un porticato in muratura chiuso da tre lati e fra essi un cortile gravato da servitù di passaggio. Nella ricostruzione del fabbricato, le aree occupate dal portico e dal cortile in servitù possono rientrare nella superficie per il calcolo della volumetria? ». « Salvo che esistano norme in contrasto — afferma l'ing. Manfredi — per il computo dei volumi ediflcabìli si calcola l'intera superficie di proprietà. Le servitù eventuali non sottraggono volumetria ». + Questo è il quesito di una campeggiatrice, rivolto ad altri amici del campeggio più esperti di lei: « Come devo riporre una ghirba in tela ed alcuni galloni di plastica acquistati per il rifornimento di acqua per avere la sicurezza di ritrovarli in buone condizioni la prossima estate? ». * « Si può conservare una bella macedonia di frutta mista per l'inverno? », domanda la signora Adriana di Pinerolo. Il segreto, se c'è, lo conosce Bianca delle Conserve, alla quale chiediamo aiuto. Nel frattempo ecco una ricetta di frutta sciroppata al miele, già pubblicata da Saper spendere, che potrebbe servire allo scopo. Collocare la frutta prescelta (pesche, prugne e uva) ben lavata, asciugata e disossata, in vasetti a chiusura ermetica, lassando poco spazio libero tra la frutta e il coperchio. Si riempiono quindi con tre cucchiai di miele di montagna. Si mettono i vasi a bagnomaria e si sterilizzano per 10 minuti. Se la frutta non è molto matura, resta croccante, come fresca, e se i vasi sono chiusi ermeticamente il loro contenuto si conserverà anche per anni. Con questa frutta potrà fare ottime macedonie, evitando di aggiungere zucchero, naturalmente, ed insiporando con un po' di liquore. Simonetta lÉlPlli

Persone citate: Adriana Di Pinerolo, Ettore Delpiano, Giuseppe P., Guglielmo Nigra, Signora Emmy

Luoghi citati: Alessandria, Borgo San Dalmazzo, Lugano, Milano, Rivoli, Torino