Come in una favola dieci palloni colorati sono volati sull'azzurro del lago di Como

Come in una favola dieci palloni colorati sono volati sull'azzurro del lago di Como Si è svolta ieri la prima coppa aerostatica Henkel Come in una favola dieci palloni colorati sono volati sull'azzurro del lago di Como Vi hanno partecipato i migliori equipaggi d'Europa - Il successo è stato enorme, ma per poco la gara non è stata sospesa: qualcuno temeva che il gas con cui venivano gonfiati gli aerostati potesse esplodere (Dal nostro inviato speciale) j Como, 22 settembre. ! Alla fine la gente nello sta- j dio rimane a bocca aperta col naso all'insù, a guardare quel grappolo pigro di gros- i si palloni che si sparpaglia- ! va in cielo, oltre il monte, sul \lago, con sotto appese le na- ;vicelle di vimini e dentro gli ardimentosi che partecipavano alla gara, chissà chi avrebbe vinto, ma non aveva importanza, era come ai vecchi tempi, gli aerostati erano belli — « come piumini da cipria » — gonfi di idrogeno e colorati, la banda suonava, si mandavano auguri: ciò che contava era volare. Oggi, a Como, è stato un pomeriggio di liete finzioni, jse corsa la prima Coppaaerostatica Henkel, per re¬ cuperare il sapore di passa- te stagioni, favolose, quando l'avventura più bella era an- dare a spasso nel cielo, appe- si a un pallone, e approdare fortunosamente, forse sopra una fattoria, forse in mezzo ad un torrente. Alla singolare competizione hanno partecipato dieci equipaggi, i piloti rappresentavano molti Paesi, Germania Occidentale, Svizzera, Francia, Olanda, Austria, Gran Bretagna, Italia. « Lo stadio Sinigaglia di Como ospita 0991 — annunciavano i comunicati — un'eccezionale manifestazione di sport e ardimento: questo pomeriggio il "catino" lariano aprirà i cancelli a migliaia di ospiti — l'ingresso è gratis — la competizione è una delle più grandi di tutti i tempi, vi prendono parte i migliori equipaggi mondiali, gli aerostati vanno dai 700 metri cubi del francese Dubernard ai 1680 me dell'eroe della battaglia d'Inghilterra Gerry Turnbull. L'Italia è in gara con Enzo Cisaro e il suo nuovissimo "I-Cait" ». La festa è riuscita, anche se per poco i voli in pallone non venivano sospesi. Senten do il ruggito dell'idrogeno che gonfiava gli involucri stesi sul prato dello stadio, qualche inquilino delle case accanto s'era spaventato, ave- va telefonato in questura: «E « w» pericolosissimo ave ™. dei\\1s^re^°JuttJJJ! ana" I timori erano infondati e alla fine anche i più apprensivi si sono tranquillizzati, la gara s'è fatta. « E' lo sport più bello, dice il comandante Enzo Cisaro, 34 anni, milanese, fondatore del primo Club aerostatico italiano, è il modo più naturale di volare ». « Si sale in cielo senza scosse — dice Enzo Cisaro, che con l'avv. Segre di Milano, è l'unico in Italia ad avere' a brevett0 di pilota da aerostato — si sale senza rumore, si molla la za vorrà, il pallone ci porta su, si è pane &el vent0 „ La fol. la na applaudito molto, oggi, quand0 gli aerostati si stac cavano dai terreno, dolcemen¬ te: per primo è partito inorisi mr Dubernard. La banda « G. Puccini » suonava mazurke e marcette brillanti, i titoli erano « Fabrizia » « Birichina », « Leggiadra », l'annunciatore televisivo Febo Conti spiegava al microfono, la gente guardava l'enorme pallone e la navicella sotto: ultime strette di mano, augu- ri, saluti, poi l'aerostato si è lievitato sul prato, pochi centimetri, mezzo metro, saliva piano, sembrava fermo, ma era già sospeso in mezzo, già alto sopra lo stadio già allo Zenith: piccolo sole di tela colorata. « Per l'occhio è una magia — dice Enzo Cisaro — si sta a galla sul mondo, che è un disegno coloralo, le grida, i richiami svaniscono, si è soli, silenzio, pace, neppure il sospiro del vento, perché chi vola con l'aerostato è il vento ». Come in una svagata se- quenza, i palloni sono parti- te per riempirli ci sono voluti 15 mila metri cubi di idrogeno, chi aveva dieci e chi quindici metri di diametro, i palloni andavano al tiro al bersaglio, il vento li ha spinti in direzione Nord-Est sopra il Monte di Brunate: sono andati verso i dieci traguardi della Coppa Henkel, messi a raggiera dieci cerchi concentrici di 18 chilometri, ciascuno suddiviso in più cerchi concentrici, il più interno di un chilometro: il centro, chi vi scendeva aveva punteggio massimo, cento punti. A brevi intervalli, le navi¬ celle si sono levate, senza un cigolio, senza un minorino: « Sembrano fatate — diceva una spettatrice — restano in aria come bolle di sapone ». Applausi per tutti: per il comandante Haassold, che pochi giorni fa è arrivato sorvolando le Alpi, quattordici ore di volo da Monaco di Baviera al Friuli; per Cisaro, Bergner, Dolder, Boesman, Mierl, per l'inglese Gerry Turnbull, 55 anni, 150 ascensioni, due traversate alpine, due della Manica, decorato con l'Ordine del British Empire, che dagli Spitfi- re della Battaglia d'Inghilterra è passato all'aerostato. Quando tutti i palloni sono partiti dallo stadio, la gente li ha seguiti a lungo con gli occhi: parevano fermi, il vento li mandava sopra la Valsassina. « E' un sogno mio — aveva confidato poco prima Turnbull — un'utopia mia: mi piacerebbe andare cosi, prima di morire, fare un viaggio lunghissimo, durasse anni, stare sempre sospeso, vedere popoli e Paesi, la faccia del mondo che gira sotto ». Giuseppe Brunetto