L'Italia chiede alla Cee aiuti per il Mezzogiorno di Renato Proni

L'Italia chiede alla Cee aiuti per il Mezzogiorno Memorandum di Donat-Cattin a Bruxelles L'Italia chiede alla Cee aiuti per il Mezzogiorno Almeno il 40 per cento delle somme del Fondo per lo sviluppo regionale europeo dovrebbe essere stanziato per il nostro Sud - I dati presentati dal ministro - La cifra richiesta è di 560 miliardi di lire (Dal nostro corrispondente) Bruxelles. 21 settembre. L'Italia ha chiesto — in pratica — che almeno il 40 per cento delle somme di cui sarà dotato il Fondo per lo sviluppo regionale europeo (1400 miliardi in tre anni) sia stanziato a favore delle sue aree depresse. Questo il succo del «memorandum» presentato oggi, nel corso di un colloquio di un'ora e mezzo, dal ministro per la Cassa del Mezzogiorno, Donat-Cattin, al commissario per la politica regionale della Cee, George Thomsom. In tre anni, dunque, l'Italia vuole 560 miliardi di lire. Il nostro ministro ha presentato una serie di dati dai quali risulta che le nostre regioni sottosviluppate rappresentano infatti il 40 per cento del totale di quelle europee. Egli ha fatto inoltre notare che la misura di arretratezza economica delle nostre regioni è superiore a quella che si riscontra in altri Paesi interessati al Fondo. La verifica di questi dati da parte della commissione della Comunità avverrà la settimana prossima. L'Italia è ancora, in linea di massima, contraria alla fissazione di quote nazionali per il Fondo, ma negli ambienti italiani si ha l'impressione che si finirà con l'adottare questo tipo di soluzione. Si profila, dunque, un'aspra lotta interna per la ripartizione del Fondo regionale, soprattutto tra il Regno Unito e l'Italia. La Gran Bretagna desidera — secondo le voci che circolano a Bruxelles — assicurarsi almeno il 25 per cento del Fondo di assistenza regionale della Cee, per mostrare olla sua scettica opinione pubblica che l'ingresso della Comunità reca vantaggi concreti. Infine, l'Irlanda appare del tutto insoddisfatta della quota che taluni vorrebbero assegnarle (il 4 per cento). Al Consiglio dei ministri delle Finanze, che si è svolto oggi a Palazzo Charlemagne, l'Italia e il Regno Unito hanno anche tentato di far iscrivere nel progetto preliminare di bilancio per il 1974 la somma di 500 milioni di unità di conto (più di 300 miliardi di lire), proposta dalla Commissione come dotazione del Fondo di sviluppo regionale per il primo anno. Sarebbe stata un'importante affermazione politica di questi due Paesi, ma alla fine si è arrivati alla decisione di allegare solo un «prò memoria» su questa somma al bilancio, dato che essa non poteva essere inclusa in mancanza di una decisione politica sulla creazione del Fondo. Non ci sono molti dubbi, comunque, che ciò avverrà prima del 31 dicembre. Il Consiglio dei ministri ha approvato il bilancio preliminare di 5803 milioni di unità di conto per il 1974 (circa 3600 miliardi di lire, meno del fatturato di una grande «corporation» americana). A questo bilancio l'Italia contribuirà nella misura del 18,3 per cento, ma i delegati del nostro Paese non sono stati in grado di far sapere se, complessivamente, noi percepiamo dalla Cee più di quanto vi contribuiamo. Il Consiglio dei ministri ha anche deciso di portare il Fondo sociale comunitario (al quale è particolarmente interessata l'Italia) a 270 milioni di unità di conto (170 miliardi di lire circa), con un aumento di 90 milioni di unità di conto. Renato Proni

Persone citate: Donat-cattin, George Thomsom