I Comuni chiedono di avere più poteri per sopperire alle carenze dello Stato

I Comuni chiedono di avere più poteri per sopperire alle carenze dello Stato Si è iniziato a Viareggio un convegno degli enti locali I Comuni chiedono di avere più poteri per sopperire alle carenze dello Stato L'esplosione delle città ha messo alle corde i servizi pubblici: trasporti, scuole, assistenza, sanità - Con Fattuale legislazione i Comuni spesso non sono in condizione di affrontare i compiti che lo Stato chiede (Dal nostro inviato speciale) Viareggio, 21 settembre. «Perché lo Stato funzioni è necessario che le Regioni e gli enti locali siano effettivamente considerati come elementi costitutivi dello Stato repubblicano e protagonisti dello sviluppo economico, sociale e civile del Paese, in quella visione unitaria, decentrata e democratica che anima la Costituzione». Questa frase contenuta nella relazione di base svolta dall' avvocato Guglielmo Boazzelli al Congresso nazionale dei Comuni italiani, può essere considerata la sintesi della prima giornata di dibattito. Il Congresso ha per tema: «Un reale potere delle Regioni, delle Provincie, dei Comuni nella finanza pubblica, condizione per il progresso economico e sociale del Paese». Come era prevedibile questa prima giornata è stata un unico, lungo atto d'accusa contro lo Stato centralizzato e centralizzatore. Boazzelli, presidente dell'Anci, ha esordito: «L'esplodere della domanda di nuove strutture civili e sociali, aggravata dai fenomeni abnormi connessi alle aree fabbri ) è li nti blo e vi e oellmo ouò si atele ei liesel le ta sa to elove grri cabili e alla motorizzazione privata e, per contro, l'impossibilità per i Comuni disarmati nei poteri e privi di mezzi di dominare questo processo, ha determinato costi enormi in termini finanziari, sociali e anche economici, giacché le distorsioni di un tale tipo di sviluppo si sono presto rivelate motivo di crisi nelle stesse strutture produttive. La riprova dì ciò si verifica ad esempio oggi con l'affacciarsi dell'infezione colerica. Taluni hanno sollevato meraviglia di fronte alla situazione delle strutture igienico-sanitarie, dell'inquinamento, della crescita incontrollata delle città. Ma gli amministratori locali da molti anni hanno segnalato la drammaticità della situazione che caratterizza le strutture civili delle comunità locali. Non solo, ma abbiamo correttamente e con spirito costruttivo indicato le soluzioni politiche e legislative che consentissero di adeguare poteri e mezzi ai rilevanti compiti che le amministrazioni locali erano pressantemente chiamate ad assolvere». Quindi non basta delegare alle Regioni funzioni un tempo dello Stato. «Se alla delega non si accompagnerà ur congruo finanziamento delU Mivita delegate, la crisi dei Comuni e delle Provincie si aggraverà; la Regione non avrà fatto altro che trasferire sugli enti locali le difficoltà in cui essa stessa è stata posta dall'attuale sistema della finanza locale». L'affermazione è del presidente della provincia di Lucca, dottor Adolfo Lucchesi; il vicepresidente della giunta regionale toscana dottor Malvezzi ha precisato più drasticamente: «Alle richieste urgenti delle Regioni è stata data risposta negativa, poiché degli oltre mille miliardi indicati come necessari per i programmi regionali ne sono stati stanziati solo 140». Miopia centrale, resistenza assurda della burocrazia, timori di chissà che cosa? Malvezzi ha affermato, smentendo questi timori: «Nessuno confonde il potere regionale o municipale con quello nazionale; avvertiamo tutti l'esigenza di una visione globale della politica socio-economica, della programmazione, delle scelte di priorità nel processo di sviluppo: ma per una concreta politica di programmazione è necessario esaltare il ruolo democratico delle assemblee elettive, è necessario che siano proprio le Regioni, le Provincie, i Comuni gli strumenti decisivi di un'autonoma analisi sociale dei bisogni». E' necessario, quindi, per usare un'affermazione dell'assessore alle finanze di Viareggio, Bucci, capire che «non esistono una finanza locale e una finanza nazionale separate e antagoniste tra loro; esi ste invece una somma di biso gni pubblici della collettività, e ogni ente interessato all'azione pubblica deve poter disporre di mezzi necessari allo svolgimento dei propri compiti». In sostanza Comuni e Provincie chiedono soldi, chiedono di poter sanare i propri bilanci deficitari, chiedono una riforma fiscale nella quale Regioni, Provincie e Comuni siano protagonisti con lo Stato. Il concetto è stato accolto dal sottosegretario alle Finanze Machiavelli, il quale ha affermato che uno dei compiti fondamentali ai quali «la riforma tributaria di prossima attuazione dovrà assolvere è il tentativo di risanare i bilanci comunali e provinciali i cui deficit ammontano complessivamente a 12 mila miliardi». «L'istituzione del fondo di risanamento — ha proseguito il sottosegretario — non potrà certamente eliminare del tutto tale deficit, ma solleciterà la predisposizione di adeguati autonomi piani poliennali di risanamento ». Egli non ha tuttavia risposto alla richiesta fondamentale e cioè la redistribuzione del gettito tributario corrisposto al reddito prodotto da ciascuna Regione, Provincia, Comune. Questa risposta deve venire, come ha precisato il sottosegretario al Bilancio sen. Morlino, nel suo intervento pomeridiano, da una « comune strategia che trasformi tutti i soggetti pubblici in protagonisti attivi della ripresa economica e del rilancio dello sviluppo del Paese verso i suoi obiettivi di fondo che sono: occupazione. Mezzogiorno, agricoltura, riforme dei consumi civili. Tale comune strategia per la piena attuazione degli istituti autonomistici — ha proseguito Morlino — costituisce un esplicito impegno prògrammativo del governo il quale intende affidare alle Regioni tutte le funzioni loro spettanti, vincendo resistenze passive o corporative. Della sincerità di tale impegno di governo la più significativa testimonianza e già costituita dal contributo richiesto alle Regioni e loro tramite, anche ai Comuni e alle Province; dalla commissione interregionale del ministero del bilancio e della programmazione, per la valutazione dei bilanci 1974 e l'impostazione del bilancio 1975 ». Il convegno prosegue domani e si concluderà domenica a mezzogiorno. Domenico Garbarino

Persone citate: Adolfo Lucchesi, Bucci, Domenico Garbarino, Guglielmo Boazzelli, Machiavelli, Malvezzi, Morlino

Luoghi citati: Lucca, Viareggio