Ecco le richieste dei sindacati per la vertenza Fiat d'autunno

Ecco le richieste dei sindacati per la vertenza Fiat d'autunno Il documento reso noto ieri da Cgil, Cisl e Uil Ecco le richieste dei sindacati per la vertenza Fiat d'autunno Le rivendicazioni economiche aziendali sono collegate a questioni riguardanti lo sviluppo dell'occupazione nel Sud e il nuovo modo di lavorare - Utilizzazione degl'impianti: opposizione a nuovi turni e agli straordinari al Nord; per il Sud si rilancia la proposta d'un orario di 36 ore, invece di 40, suddiviso in sei giorni I sindacalisti dei metalmeccanici torinesi hanno fissato in un documento i punti per la « vertenza d'autunno » alla Fiat e nelle altre aziende del Gruppo (Autobianchi ed OM) che occupano circa 200 mila lavoratori. I vari argomenti erano stati discussi dai 150 membri del Coordinamento nazionale Fiat nelle riunioni tenutesi a Torino martedì e mercoledì scorsi. A partire dalla prossima settimana il documento sarà sottoposto all'esame dei consigli di fabbrica delle singole aziende e successivamente alle assemblee dei lavoratori. Contemporaneamente è prevista una consultazione con le Confederazioni Cgil-CislUil e con le organizzazioni territoriali del Mezzogiorno per i problemi riguardanti gli investimenti, l'occupazione, il controllo del collocamento, l'agricoltura e i servizi sociali nelle zone dei nuovi stabilimenti Fiat. Al termine di tutte queste assemblee, il Coordinamento Fiat tornerà a riunirsi, nella prima decade di ottobre, per definire la « piattaforma rivendicativa » che sarà poi presentata alla Fiat. Il documento — redatto dalle segreterie dei metalmeccanici della Cgil, Cisl, Uil — conferma che nella « vertenza Fiat » i problemi aziendali saranno collegati a questioni più generali riguardanti lo sviluppo economico nazionale e del Mezzogiorno. Con questa « scelta » i sindacati affermano di voler evitare « spaccature tra Nord e Sud » anche se esistono difficoltà nelle discussioni con i lavoratori « per combattere lo straordinario e per definire traguardi che vadano oltre i pur necessari obiettivi salariali e rivendicativi ». II documento dei sindacati riassume le questioni di carattere generale in due « filoni fondamentali »: a) Nelle zone attorno ai nuovi insediamenti Fiat, sia nel Mezzogiorno che nelle zone del Nord, sorgono problemi sociali riguardanti la casa, la scuola, i trasporti, i servizi sanitari. Perciò si chiederà alla Fiat e alle altre even¬ tuali aziende il versamento di una quota collegata a precisi iir pegni che i sindacati pretenderanno dalle autorità locali per la realizzazione delle infrastrutture sociali. b) I sindacati puntano al « controllo amministrativo » degli investimenti nel Nord e allo sviluppo di alcuni set- tori produttivi nelle aree me- ridionali (mezzi di trasporto pubblico come autobus e treni, macchine utensili, eccetera) e di alcune aziende (come la Omeca di Reggio Calabria e l'Aeritalia di Foggia). Nelle zone meridionali dove sorgeranno nuovi stabilimenti i sindacati si propongono di ottenere il con- i j trollo del collocamento degli si eoe l » d t- addetti ai cantieri e rivendicano misure per la difesa dell'agricoltura (per evitare che i contadini abbandonino in massa le terre per diventare operai) e per lo sviluppo delle piccole aziende collegate all'industria pilota. I sindacati intendono anche - j «definire iniziative» per ridur- e e o gi n- ne- o o, iiie a a nin e nlioe nli i ore i costi dei prodotti Fiat «destinati a un certo tipo di agricoltura» e per «impedire aumenti di prezzi delle auto e di altri prodotti». Un capitolo del documento è dedicato alle filiali che occupano 10 mila lavoratori. I sindacati lamentano che le assunzioni siano bloccate dal 1968 e che sia in atto « una preoccupante stasi » con ristrutturazioni e trasferimenti. Per le filiali si chiede « un sollecito incontro tra la Fiat ed i segretari nazionali della Federazione metalmeccanici ». Sulla utilizzazione degli impianti i sindacalisti riaffermano « il massimo di rigidità dell'orario al Nord » per costringere le aziende a creare nuove fabbriche nel Sud. Dichiarano inoltre di opporsi al potenziamento dei turni, al lavoro volontario al sabato e all'uso indiscriminato dello straordinario. Annunciano che saranno consultati i lavoratori sulla proposta di un orario di 36 ore (invece di 40) suddiviso su sei giorni, per gli stabilimenti del Sud. I sindacati respingono « una indiscriminata contrattazione sindacale dello straordinario » e, per quanto riguarda il « nuovo modo di lavorare », dichiarano di assumere le proposte ed i progetti della Fiat « come un punto di partenza » per giungere « alla totale eliminazione, con le dovute gradualità del lavoro parcellizzato, monotono, alienante ». Infine il documento indica i punti che saranno oggetto di « contrattazione nel complesso », cioè le rivendicazioni aziendali. Essi sono: paga unica di categoria (graduale eliminazione delle diffe¬ renze esistenti fra ex impiegati ed ex operai all'interno delle nuove categorie); assegni di merito (eliminare le differenze in ogni categoria entro la durata del contratto, cioè nei tre anni); premio generale di stabilimento (unificazione delle quote orarie al valore più alto ed eliminazione delle differenze tra i vari stabilimenti); premio ferie (portarlo al valore di una « mensilità media » senza che questa rivendicazione diventi però il punto centrale della vertenza); mensa (prezzo politico di 100 lire al pasto e qualità dei cibi). Altre rivendicazioni si riferiscono all'applicazione del contratto nazionale. Si afferma che la «politica applicativa del contratto deve essere dinamica e di movimento» e si indicano alcuni punti: inquadramento unico operai-impiegati; gestione delle 150 ore per lo studio; ambiente di lavoro; pagamento anticipato da parte dell'azienda delle indennità di malattia e di infortunio, mentre si solleciterà al ministero del Lavoro all'Inail e all'Inam la definizione delle procedure previste dal contratto dei metalmeccanici. Anche il Sindacato italiano dell'auto (Sida) sta preparando la « piattaforma rivendicativa » per la Fiat, la Lancia ed altri complessi. Un convegno nazionale dei sindacalisti del Sida è cominciato ieri a Novara e si concluderà oggi. Nella prima giornata di dibattito si sono constatate « sostanziali unità di obiettivi » con la piattaforma della Cgil-Cisl-Uil. Però ci sono diversità sui modi per realizzare miglioramenti. In particolare il Sida ritiene che non si debba chiedere per la « Quattordicesima erogazione» (premio ferie) una cifra uguale per tutti « perché questo criterio egualitario non è nella volontà di larga parte dei lavoratofi ». Anche sulla « paga unica di categoria » il Sida esprime riserve. Sergio Devecchi tli id il t di j tll dl llt dli itti f ii

Persone citate: Inam, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Foggia, Novara, Reggio Calabria, Torino