De Mauro: 3 anni d'indagine inutile?

De Mauro: 3 anni d'indagine inutile? li giornalista scomparso De Mauro: 3 anni d'indagine inutile? Il direttore de "L'Ora" di Palermo, dove il redattore lavorava, pubblica un memoriale in polemica con gli inquirenti (Dal nostro corrispondente) Palermo, 20 settembre. In polemica con gli inveistigatori palermitani, da tre anni impegnati nelle indagini per fare luce sul sequestro (e forse la morte) di Mauro De Mauro, il giornalista rapito (dalla mafia?) la sera del 16 settembre 1970 davanti a casa sua a Palermo, L'Ora pubblica oggi un memoriale scritto dal direttore Vittorio Nisticò. Oltre a stigmatizzare certi dualismi (pubblica sicurezzacarabinieri) emersi nel «caso De Mauro», il memoriale de L'Ora muove un'altra contestazione a proposito dell'ipotesi d'una connessione tra la fine di De Mauro e quella di Enrico Mattei, il presidente dell'Eni morto nella sciagura aerea di Bescapè. Si sa che poco prima di sparire De Mauro aveva avuto l'incarico dal regista Rosi di collaborare alla sceneggiatura del film su Mattei, che poi Rosi girò con Gian Maria Volontè protagonista. « Dal momento che De Mauro — scrive a questo riguardo Nisticò — poteva essere stato prelevato dalla stessa organizzazione che aveva segnato la fine di Mattei, è evidente che compito delle indagini sarebbe dovuto essere quello di cercare di venirne a capo. Ma a un lavoro in questa direzione si opponevano alla polizia palermitana due grosse difficoltà. In primo luogo non era nelle sue limitate possibilità operative inoltrarsi in un terreno così arduo (si è sempre infatti pensato che l'attentato a Mattei fosse opera di potenti servizi internazionali). E in più veniva a delinearsi una complicazione ancora più grossa: ammettere che il presidente dell'Eni era stato assassinato significava contraddire nel modo più clamoroso la versione uf¬ ficiale dell'incidente sempre sostenuta dalle alte sfere dello Stato ». « Dietro le quinte del dramma — afferma quindi il memoriale del direttore de L'Ora affiorò anche l'intrigo ». L'intrigo a cui accenna Nisticò è tutt'oggi inestricabile. Del caposervizio sportivo de L'Ora, noto non già per le cronache sportive, ma per le inchieste sulla mafia, e della sua fine sono state dette molte cose. Vittorio Nisticò le ripropone oggi. A cominciare da quelle sull'antica fedeltà di De Mauro alla Repubblica di Salò, e forse all'Ovra, e alla possibilità che il giornalista avesse tentato di ricattare un tale «signor X», amico di potenti politici e di mafiosi. Il memoriale accenna pure ad una, per quanto improbabile, «pista politica» secondo cui De Mauro potè essere rapito da elementi coinvolti nel ferimento (una pugnalata al petto) dell'on. Angelo Nicosia, un deputato missino di Palermo membro della commissione antimafia. Dell'attentato a Nicosia fu indiziato un giovane esule greco, Tsekuris, che sarebbe morto poco dopo ad Atene nello scoppio d'una bomba che stava per scagliare contro l'ambasciata degli Stati Uniti. « Insomma — afferma al riguardo il memoriale — un grossolano pasticcio che aveva solo l'obiettivo d'inserire, sia pure senza alcuna prospettiva di sbocco giudiziario, un'infame provocazione politica nel corso dell' "affare De Mauro"». « Di De Mauro — conclude il memoriale — non c'è ora che una montagna di parole scritte nell'ufficio del giudice istruttore. E' ripugnante l'idea che davvero possa essere rimasto sotterrato per la seconda volta ». Antonio Ravidà

Luoghi citati: Atene, Nicosia, Palermo, Salò, Stati Uniti