In Cile si dà la caccia agli uomini di Allende

In Cile si dà la caccia agli uomini di Allende Il duro regime dei generali In Cile si dà la caccia agli uomini di Allende Gli arresti sono continui, i campi di concentramento pieni, detenuti anche estranei alle lotte dei giorni scorsi - Franchi tiratori agiscono di notte, nuclei di resistenza sulle montagne - Ancora molte armi nascoste - Frontiere chiuse, escono solo tre giornali, con gli spazi bianchi della censura - Due italiani si trovano in carcere (Dal nostro inviato speciale) Santiago, 20 settembre. Ad uno ad uno, vari Stati del mondo riconoscono il governo della giunta militare che nove giorni addietro, con un golpe a sorpresa, rovesciò il governo marxista di Salvador Attende. Ieri è stata la volta dell'Argentina e quasi sicuramente seguiranno nei prossimi giorni tutti i Paesi dell'America Latina ed altri dell'Europa Occidentale, e forse anche di quella Orientale. Si attende anche il riconoscimento della Russia, nonostante che il primo gesto di politica estera fatto dalla giunta militare sia stato la rottura delle relazioni diplomatiche con Cuba e la Corea del Nord; perché si erano immischiati negli affari interni del Cile, ha dichiarato il ministro degli Esteri ammiraglio Ismael Huerta. E' evidente il desiderio dei generali di stabilire al più presto relazioni normali con tutto il mondo, cosa che gli darebbe anche maggior sicurezza all'interno. E' vero che, nonostante le ostilità che gli vengono da tante parti del mondo, i generali continuano ad attuare il piano sicuramente ideato prima di scatenare il golpe, cioè l'instaurazione di un ordine sociale visto però dalla angolazione dei militari. Questo ordine, era prevedibile, incomincia a produrre i primi effetti: se non la paura, almeno la prudenza induce i cileni a rispettare certe regole, come quella di riprendere il lavoro, disinteressarsi di politica, lasciare ai generali la guida totale, assoluta del Paese. Finora sono riapparsi in edicola tre giornali, il Mercurio, da sempre considerato la Bibbia dei conservatori, La Tercera de la Hora, giornale di destra un po' scandalistico, e La Prensa, organo della democrazia cristiana, che sta¬ mane aveva quasi in ogni pagina ampie finestre bianche aperte dalla censura. Le stazioni radio hanno ripreso quasi tutte le trasmissioni, e cosi la televisione, ma per trasmettere scarse notizie ufficiali, pubblicità e tante canzonette, la «buona musica cilena che deve riportare la concordia fra i cileni», come ha detto ieri il presidente della giunta generale Pinochet. Perciò, bando ai deliri dello shake e del rock and roll. Ci vorranno tuttavia torrenti di musica cilena per riportare la tanto invocata concordia, c'e nell'aria qualcosa di inafferrabile, che non è possibile dimostrare, ma che dà la sensazione di quanto sia tesa tuttora l'atmosfera creata dal golpe. Di notte, le armi continuano a crepitare, e non soltanto nelle desolate periferie di Santiago, centro dell'attività degli estremisti del Mir. Questa notte, nel pieno centro della capitale, i mitra hanno ancora sparato, ed ogni tanto il silenzio delle vie rese deserte dal coprifuoco era lacerato da colpi di arma da fuoco ed esplosioni. Di giorno tutto appare normale, coi negozi aperti e abbastanza ben forniti, la consueta folla che invade le strade, il traffico rimasto caotico nonostante il diminuito numero delle automobili e degli autobus. A poco a poco Santiago riacquista il suo aspetto di sempre, rimangono però le angosciose domande: si tratta di una realtà destinata a durare oppure è soltanto la facciata di un ordine che vuole non si scopra ciò che sta dieFrancesco Rosso (Continua a pagina 2 in prima colonna) Santiago. Il palazzo della Moneda, bombardato durante il colpo di Stato (Tel. Upi)

Persone citate: Allende, Ismael Huerta, Pinochet