Queste sono in sintesi le impeste da pagare

Queste sono in sintesi le impeste da pagare Dal 1° gennaio in vigore la riforma Queste sono in sintesi le impeste da pagare (Nostro servigio particolare) Roma, 20 settembre. Pubblichiamo una sintezi dei decreti fiscali approvati dal Consiglio dei ministri. Imposta sul reddito delle persone giuridiche — Sono tali le società di capitale operanti in Italia, gli enti e associazioni che esercitano commercio. L'imposta sostituisce quelle attuali sulle società e sulle obbligazioni. Preleva il 25 per cento del loro reddito complessivo (il residuo reddito suddiviso tra gli azionisti sarà poi tassato nell'ambito delle imposte personali). Imposta sul reddito delle persone fisiche — Sostituisce le attuali imposte di famiglia, di ricchezza mobile e complementare, le relative sovrimposte e addizionali e gli aggi esattoriali. Il ministro Colombo indica che, mediamente, la nuova imposta è del 10 per cento inferiore al precedente carico fiscale, per chi effettivamente adempiva per intero agli obblighi vigenti. L'imposta si applica alla fonte per i lavoratori dipendenti. Dichiarazione annuale — Quelli, tra i lavoratori dipendenti, che non hanno altri redditi, firmeranno tale attestazione in calce alla dichiarazione annuale resa dal datore di lavoro, che sostituisce quindi la loro dichiarazione personale. La dichiarazione non dovrà neppure essere fatta da coloro che percepiscono redditi fondiari inferiori a 360 mila lire annue o redditi da lavoro inferiori a 840 mila lire annue. La dichiarazione dei redditi, per tutti gli altri, andrà fatta sempre nel termine del 31 marzo (al prossimo 31 marzo si farà la dichiarazione per il '73, e i redditi denunciati in tale occasione saranno gli ultimi tassati con le attuali leggi). Cumulo dei redditi — Ai fini della dichiarazione non si cumulano i redditi di più contribuenti d'una stessa famiglia, quando essi non superano i 4 milioni annui. Non si cumulano neppure redditi che hanno tassazioni diverse: arretrati di stipendio per oltre un anno, somme derivanti da cessazione di rapporto di lavoro, somme percepite per interessi sulle obbligazioni (queste tassate in modo «secco» al momento del pagamento). Detrazioni — Dal reddito (o dalla somma di quei redditi che sono cumulabili), prima di stabilire l'imposta, si detraggono: le spese sanitarie non rimborsate dalle mutue, le tasse scolastiche, gli interessi sui mutui, l'imposta locale sui redditi. Le altre detrazioni riguardano l'imposta: dalla somma di imposta tutti i contribuenti detraggono 36 mila lire; i lavoratori dipendenti ne detraggono altre 36 mila; coloro che non possono fornire documentazione delle spese detraibili (di cui s'è parlato nel precedente capoverso) detraggono altre 12 mila lire. La detrazione totale per i lavoratori dipendenti senza carichi di famiglia somma, quindi, a 84 mila lire. Poiché la percentuale d'imposta sino a 1 milione annuo è del 10 per cento, tutti i lavoratori dipendenti scapoli che guadagnano meno di 840 mila lire annue (tassa di 84 mila lire) non debbono pagare nulla. Imposta locale sui redditi — Riguarda tutti i redditi esclusi quelli da lavoro dipendente o da pensione. L'accertamento e l'incasso è fatto dallo Stato, la somma è devoluta ai Comuni che stabiliscono le aliquote entro il minimo dell'8,9 e il massimo del 14,7. Per i professionisti, gli artisti, gli imprenditori, le cooperative ci sono, per tale imposta, riduzioni che vanno da 2 milioni e mezzo a 7 milioni e mezzo. Accertamento delle imposte — Oltre alle norme già dette per la dichiarazione annuale dei redditi, è stabilito che tutti gli operatori economici (tutti coloro che si procurano un reddito mediante lavoro indipendente) dovranno tenere scritture contabili con gli incassi e le spese. C'è una scritturazione semplificata per professionisti, artisti e operatori con meno di 120 milioni annui di fatturato. Il datore di lavoro dovrà operare le ritenute sulla busta paga tenendo conto dei carichi di famiglia del dipendente (validi per gli assegni di famiglia). A fine anno farà eventuali conguagli. E' abolito il «concordato fiscale»: l'accertamento «sintetico» (quando si ritenga d'essere alla presenza d'evasione) è possibile solo dopo aver accertato un'evasione, ma quando il contribuente sia privo della documentazione. Sono consentite, con apposite norme non derogabili, accertamenti sui conti correnti bancari ma non è consentito accedere alla contabilità bancaria che fa capo alla Banca d'Italia. Il fisco ha 5 anni per rettificare le dichiarazioni del contribuente (1 anno in più rispetto all'Iva) e 6 anni quando la dichiarazione manchi. Oltre alle pene pecuniarie e penali, per gli evasori ci sono la cancellazione dagli albi professionali, la decadenza da incarichi pubblici. Gli altri due decreti oggi approvati (sei in totale) sono soprattutto tecnici, g. m.

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