Contro il cancro si spende 25 lire per ogni abitante di Luciano CurinoAngelo Viziano

Contro il cancro si spende 25 lire per ogni abitante Troppo esigui gli interventi statali Contro il cancro si spende 25 lire per ogni abitante Interviste al congresso di Saint-Vincent - "Negli Stati Uniti — dice il prof. Ketchen, del National Cancer Institute — sono state ridotte le spese spaziali per aumentare la dotazione per le ricerche sul cancro" (Dal nostro inviato speciale) Saint-Vincent, 19 sett. «Dottor Ketchen, si può curare e guarire il cancro?». «Sì, più presto si scopre e più facilmente lo si cura. E' dunque indispensabile una diagnosi precoce». L'americano Ketchen del National Cancer Institute di Bethesda è uno dei trecento specialisti venuti da tutti i continenti al convegno sul cancro di SaintVincent. E' in riunioni internazionali come questa che si esaminano le più recenti armi e si discutono le nuove strategie per la lotta contro il gran male. (Si ritiene che nel mondo vi siano oltre cinque milioni di ammalati di cancro e per ogni nuovo malato siano altri tre portatori di lesioni precancerose). Dice bene il dottor Ketchen: diagnosi precoce. Ma in Italia per una diagnosi «precoce» bisogna mettersi in lista di attesa e accade di dover aspettare quattro, persino sei mesi. «In sei mesi il cancro galoppa ed ha tempo di uccidere}), dice il professor Caldarola, presidente del convegno e direttore dell'istituto di oncologia di Torino. «Nel nostro istituto, che pure è uno dei più attrezzati ed efficienti del Paese, lavoriamo a tempo pieno dal mattino alla sera, ma dobbiamo dire alla gente di ripassare tra cinque, sei mesi per la diagnosi. Siamo demoralizzati. O si fa questo grande centro di cui da molto tempo si discute senza concludere o non si esce dalla situazione». Le cifre parlano chiaro e giustificano lo scopo del professor Caldarola. Per il cancro si spendono in Italia due miliardi e mezzo all'anno: un miliardo e mezzo lo dà lo Stato, il resto viene dai privati o da enti locali. Lo Stato spende cioè per il cancro 25 lire per abitante, e c'è chi commenta: «Molto poco se si pensa che ogni italiano spende diciassettemila lire per farselo venire con il tabacco». Due miliardi e mezzo bastano sì e no per 10 stipendio, il materiale di laboratorio e le spese di aggiornamento di un centinaio di specialisti. Nel campo della prevenzione, della diagnosi e della terapia del cancro, gli Stati Uniti impiegano 40 mila specialisti, L'anno passato hanno speso 250 miliardi, che quest'anno salgono a 300 e che saranno 600 nel 1975. Dice il dottor Ketchen: «Il governo ha deciso di ridurre le spese per le ricerche spaziali e altre scienze e di aumentare invece la dotazione dedicata alla ricerca sul cancro. Si sta attuando 11 National Cancer Act, che di nazionale ha solo il nome, in realtà si chiede la partecipazione di tutti i Paesi del mondo, ognuno secondo le sue possibilità. Sarà un «pool» internazionale per indagare sulle cause, sulla prevenzione, sulla cura del cancro e sulla riabilitazione e il reinserimento nella società di quelli che si salvano». Questo in America. Ma anche in altri Paesi lo sforzo è massimo o comunque grandioso. L'Urss è fortemente impegnata nei due centri di Mosca e di Leningrado, i giapponesi sono i più avanzati nella diagnostica, Copenaghen e Stoccolma hanno istituti che sono un sogno per i nostri specialisti. E così un po' ovunque. «Invece da noi può capitare che vengano bloccate le endoscopie per un mese, perché ci si è dimenticati di mettere le prese a terra per un nuovo apparecchio», mi dicono amaramente. Ricercatori e specialisti ritornano sempre ammirati dall'estero, ma poi sono presi dallo sconforto per la realtà in cui si ritrovano. Un viaggio in Germania diventa un racconto di fantascienza. A Heidelberg c'è un centro che è una cosa spaventosa. Sette piani sopra terra e cinque sotto. Ogni gruppo lavora indipendentemente dagli altri, poi si riuniscono, si scambiano i risultati delle ricerche, li confrontano, li discutono. Hanno un elaboratore elettronico. E uno stabulario con cinquantamila capi di bestiame, dai topi ai bovini, solo per lo studio del cancro. Un nostro medico, invece, il dottor Rossini di Torino, per apprendere la polipectomia endoscopica (una recente tecnica americana per asportare senza operazione polipi allo stomaco e al colon) deve andarsene in giro per il mondo ad imparare a spese sue. «Per quanto riguarda il cancro, tutto in Italia si fa per l'entusiasmo e spesso per l'abnegazione dei singoli o di pochi gruppi — dice Caldarola —. Non ci sentiamo assistiti a livello della ricerca scientifica come sarebbe auspicabile». Altri ripetono: «Quello che fa pena è vedere le amministrazioni ospedaliere con pochissimi soldi. Gli uomini ci sono, mancano invece i mezzi. Le lire. Fa pena vedere uno che ha bisogno di uno strumento per l'esame diagnostico più precoce, ma non può averlo perché non ci sono le lire». Ha notato giorni fa il professor Silvio Garattini che «una politica di austerità non significa risparmiare sulla salute dei cittadini», tanto più che, come hanno dimostrato le drammatiche cronache sul colera, una situazione di arretratezza e di inefficienza si traduce in bilanci rovinosi «nore solo dal punto di vista umano e sociale, che resta evidentemente più importante, ma anche da quello economico». La situazione di arretratezza e di inefficienza è dannosa soprattutto sul fronte del cancro. Prima o poi un rimedio al male sarà trovato, ma con molte probabilità non sarà né una pillola né un'iniezione, ma si tratterà piuttosto di una terapia completa, che richiederà attrezzature e personale specializzato. «Se non si pensa in tempo a queste cose, saremo costretti ad adottare la cura con notevole ritardo», ha detto qualche mese fa in un intervento il professor Gavosto, ordinario di ematologia dell'Università di Torino. Un ritardo di quanto? Difficile dirlo, ma qualunque ritardo sarà sempre troppo, perché il cancro uccide in Italia undici persone ogni ora. Luciano Curino (A pag. 17 « Trattamento "locale" dei tumori » di Angelo Viziano).

Persone citate: Caldarola, Gavosto, Heidelberg, Rossini, Silvio Garattini