Bassa marea a San Michele

Bassa marea a San Michele viaggio in Normandia | Bassa marea a San Michele Ormai la diga, costruita qualche anno fa, ha tolto agli ospiti di Mont-Saint-Michel l'emozione di restar bloccati dalla marea alta, accanto a quella, per i meno attenti, di esser messi in pericolo dalle sabbie mobili; ma una sosta in questo luogo leggendario della Manica la si programma sempre con una forte carica spirituale e culturale. C'è però chi ha pensato a riportarvi subito, metaforicamente, sulla più piatta terraferma. Può anche esser segno di una intelligente disinvoltura, ma il far cominciare la visita con l'ostentazione di un grande cartello inibitivo {Defesse d'uriner) a me pare di un cattivo gusto da primato; e rompe di colpo l'incantesimo di un soggiorno atteso e idealmente coltivato. Sembra che in Francia sopravviva talvolta il complesso di Clochemerle. Oltretutto qui l'avviso è superfluo, perché la folla è così fitta che anche il soggetto meno educato non potrebbe prendersi alcuna licenza del genere senza esser linciato dai danneggiati. Ma c'è di più. Mentre non troverei nulla di male' che in un settore ben circoscritto e riservato del monte vi fossero ristoranti e rivendite di cartoline e dei mille oggettini ricordo — sempre tanto attraenti sul posto quanto inutili ed ingombranti una volta rientrati a casa — considero assurdo l'aver collocato il chiassoso mercatino proprio all'ingresso del castello-santuario, dando un altro colpo grave ad ogni possibile atmosfera di raccoglimento. In aggiunta, Madame Poulain, che vende e reclamizza le omelettes alla StMichel, tiene a farvi sapere che la sua casa non ha succursali; e dopo un attimo capite bene a chi sia diretta la diffida, perché il ristorantino che sta due porte più avanti si intitola alla Vedova Poulain. Lasciate finalmente le eredi a sbrigarsela tra di loro e gli uricemici a cercar di risolvere secondo i regolamenti i loro problemi, arriviamo finalmente alla grande scalea che porta alla basilica, alle terrazze panoramiche, alle cripte, al refettorio con le vetrate nascoste, al salone dei cavalieri e a quello dei ricevimenti dove gli Abati accoglievano solennemente i Re di Francia. Le spiegazioni sono date, per gruppi, da giovani — probabilmente studenti universitari — preparati e gradevoli nell'esposizione. Vi è solo in qualche momento un accentuato tempo d'attesa per regolare i movimenti di un pubblico che tocca le seimila persone al giorno. E i ciceroni sono allora costretti a prolungare il loro sermone, arricchendolo di motti di spirito, che a forza di esser meccanicamente ripetuti hanno perduto qualunque smalto. In speciale disagio per la calca erano i molti giapponesi presenti, che non avevano lo spazio materiale per salutarsi tra di loro con quegli inchini profondi e ritmati che caratterizzano ormai nel turismo mondiale un continuo balletto di cerimoniale nipponico quanto mai coreografico. All'avvicinarsi delle 17 e trenta, ora per la quale l'ennesimo cartello annuncia l'arrivo del mare, serpeggia, abilmente suscitata, una fretta di uscire come ai tempi in cui non esisteva la diga. Sia la signora che la vedova hanno spento i fuochi e pulito le padelle. I venditori del tempio abbassano le saracinesche ed i piccoli nuclei di pellegrini che si trattengono la notte nell'isola possono finalmente godersi — almeno credo — quel Mont-Saint-Michel che rivevano a lungo sognato. Se vi sarà, per me una prossima volta, farò anche io così. ★ * Ad un paio d'ore di macchina è la cittadina di Deauville, una visita alla quale è auspicata per motivi del tutto diversi dall'attrazione verso il Mont-St-Michel. Secondo la tradizione questa è la spiaggia di Parigi ed uno dei centri internazionali — per le corse e le aste — del mondo dell'ippica. Sono due anime che coesistono senza incontrarsi o quasi. L'unico punto di contatto è forse il nobile signore D'Ornano, sindaco di Deauville e autorevole deputato giscardiano all'Assemblea nazionale. Gli ippici lo considerano uno di loro in quanto proprietario di scuderia (chi non ha almeno un cavallo qui è perduto: e vi si sono adeguati docilmente Jean Gabin, Eddie Constantine e Alain Delon, i cui meriti artistici sarebbero stati altrimenti negletti). Gli utenti della spiaggia sono egualmente legati al signor D'Ornano cgdctrrpnctnampgblplnnptmqtdnvMtunfcmlppg è o l a e o e è e i i i o e i o che ha fatto costruire una grande piscina coperta e riscaldata, utile ai pochi patiti del cavallo che vogliono fare un tuffo senza rischi di raffreddori ed utilissima per tutti durante la bassa marea e il tempo cattivo. Non so, dopo la Rivoluzione, se Végalité esista in Francia in molti settori. Certamente esiste, qui come altrove, nell'uso delle spiagge che sono aperte a tutti, senza stabilimenti di lusso e stabilimenti popolari e senza alcun privilegio per i clienti dei grandi alberghi che si affacciano dal lato opposto della strada. I parigini arrivano di regola con le loro vetture e le posteggiano liberamente sul lungomare nel quale una interminabile pedana (la plancbes) consente di passeggiare e di far camminare i bambini al riparo da qualsiasi disturbo di motorette e di altri diabolici mezzi d'assalto alla pace degli uomini. Vi sono due caffè con tavolini (il du Soleil e il de la Mère: un uovo al piatto quattromila vecchi franchi) e vi è una miriade di baracchette nelle quali le crèpes, le gaufré* — che sono una specie di cialda, riempibile o no di marmellata secondo i gusti e le possibilità — e tante, tante patate fritte, non fanno a tempo ad esser preparate che son già vendute e mangiate. * ★ Esiste qualche cabina affittabile, ma a che prò? Ognuno ha il suo bravo cappuccio del pudore e vi si immette per cambiarsi e ricambiarsi di tenuta appena scesa, e quando sta per risalire in macchina. I più grassi sono costretti a fare difficili mosse prima di compiere l'intera operazione; e creano una specie di balletto, cui le diverse tinte di queste grandi cappe a tronco di cono conferiscono uno straordinario doppio effetto, comico e coloristico. Nei quadri dell'Ottocento è spesso ripetuto il tema di questi accappatoi semoventi sul bordo del mare: non vi è stato da allora il minimo cambiamento, che anzi da padre in figlio è la stessa biancheria da mare che si trasmette senza nulla concedere alla modernità e alle crisi dei tessili. Alle corse il cliché è identico in tutti i Paesi. Migliaia di persone eccitate che buttano via con stizza i biglietti delle scommesse perdute, evitando accuratamente i cestini della carta e proclamando ad alta voce che avevano individuato chiaramente il cavallo vincente e non lo avevano giùòcato solo per una distrazione o per un cattivo consiglio avuto all'ultimo momento dagli esperti. Chi conosce le genealogie, le prestazioni recenti, il calendario degli handicaps successivi, in genere fa brillanti conferenze in tribuna ma non indovina mai una giuocata. Viceversa chi punta su un numero che gli è caro al casinò o su un nome che gli piace, è in condizione di vincere ed anche a quote elevate. Un sei anni dal nome lati no di Stianta attrae, ad esem pio, la mia attenzione. I miei vicini ridono compatendo uno che in una corsa mista non ca pisce come un sei anni sia svantaggiato dal peso maggiore rispetto ai cavalli più yio vani. Silanus si piazza ed io bonariamente ironizzo sui competenti. Del resto, se vi fossero conoscitori sicuri non esisterebbero più le corse: e per la Francia — dove è lo sport nazionale — sarebbero giorni tristi, specie per il ministro delle Finanze che sulle scommesse guadagna ogni anno centinaia di miliardi. Per il Gran Premio, che si corre l'ultima domenica di agosto, l'ippodromo di Deauville è vestito a festa e vi si vede anche gente che per il resto dell'anno non si interessa ai cavalli. Il proprietario del cavallo vincente Card King, signor Raphael Hakim, è molto simpatico e con una grande collana d'oro attorno al petto sembra un arcivescovo non troppo mimetizzato. Se non fosse per qualche minigonna ed alcuni capelloni potremmo davvero credere di esser tornati indietro di un secolo. E' il fascino di Deauville, a cui Trouville cerca invano di far la concorrenza con le novità delle cure ad agopuntura e con buoni ristoranti di tono. Anche Honfleur lo ha tentato con discrete mostre d'arte ed una ricchezza di vecchie cose ben conservate. * " Deauville è un'altra cosa. E siccome tutti i giovani di iggi prima o poi diverranno anziani, non c'è da temere per i rincalzi dei vecchi che via via saranno chiamati a disputare individualmente un tipo diverso di corsa finale. Giulio Andreotti

Persone citate: Alain Delon, Card King, Eddie Constantine, Giulio Andreotti, Jean Gabin, Mont, Raphael Hakim

Luoghi citati: Francia, Parigi, Silanus