Da tutto il mondo a Londra per discutere il problema delle "provviste d'energia,, di Bruno Ghibaudi

Da tutto il mondo a Londra per discutere il problema delle "provviste d'energia,, Aperto il congresso internazionale organizzato dal "Financial Times,, Da tutto il mondo a Londra per discutere il problema delle "provviste d'energia,, Al centro della prima giornata di dibattito è stato il petrolio, che soddisfa per oltre il 50 per cento le richieste d'energia della maggior parte dei Paesi - Le iniziative degli Stati Uniti e la "corsa agl'idrocarburi" attuata dal Giappone per assicurare riserve di potenza alla sua gigantesca struttura industriale - L'intervento del presidente dell'Enel, Angelini (Dal nostro inviato speciale) Londra, 18 settembre. Parlare di «crisi» dell'energia sarebbe improprio. E' invece esatto affermare che esiste un problema dell'energia, da risolvere non soltanto in previsione delle esigenze di fine secolo o di termini ancora più lontani, ma soprattutto in funzione di scadenze assai più vicine, determinate soprattutto da eventi accaduti in questi ultimi mesi. E proprio per affrontare questo problema complesso e sempre più urgente circa seicento operatori dell'energia (produttori, esportatori e trasformatori delle materie da cui si ottiene energia primaria e secondaria) sono giunti a Londra da tutto il mondo per partecipare al Congresso mondiale sulle provviste d'energia organizzato dal Financial Times in collaborazione con la Boac e inaugurato stamattina alla Grossvenor House. Nella prima giornata è stato tracciato il piano generale della situazione, con un'inevitabile preferenza per il petrolio. Ancora oggi questo idrocarburo soddisfa infatti per oltre il cinquanta per cento alle richieste d'energia nella maggior parte dei Paesi. «Bi- sogna fare una chiara e fred- da analisi della situazione, dei problemi e delle soluzioni, per poi agire senza ulteriori ritardi — ha raccomandato Sir Eric Drake della British Petroleum nell'aprire il Congresso —. La maggior parte della popolazione mondiale j desidera uno standard di vita | sempre più elevato, che può essere propiziato solo da consumi d'energia via via crescenti. E questo impone una soluzione dinamica del problema e non una statica accettazione dell'inevitabilità della stasi ». Concorrenza Un problema da affrontare ! con urgenza, dunque, in sede tecnica, ma soprattutto in quella politica, tanto più che alcuni eventi degli ultimi mesi hanno contribuito a renderlo ancora più pressante. Ci riferiamo alle decisioni prese dal governo americano per risolvere e rovesciare la situazione in cui si trovano gli Stati Uniti, un tempo fra i maggiori produttori di petrolio, ; quindi per molti decenni au- ' tosufficienti nel soddisfare i bisogni interni, e poi costretti a ricorrere a un'importazione via via più massiccia dai Paesi dell'America Latina (in particolare il Venezuela) e dai pozzi del Medio Oriente. j II messaggio di Nixon al Con gresso sui problemi dell'energia (18 aprile 1973) non lascia dubbi sull'intenzione del governo americano di utilizzare tutti i mezzi a disposizione (politici, finanziari, tecnici, industriali e scientifici) per j assicurare agli Stati Uniti l'è | nergia di cui avranno bisogno nei prossimi decenni. E le misure a breve termine già adottate, come le iniziative a lungo termine già varate, incominciano a far sentire il loro peso su tutto il sistema mondiale degli approvvigionamenti. Il secondo evento è la corsa sfrenata — e qualche volta ! anche spregiudicata — con ; ' cui il Giappone, per assicurare energia a quella gigantesca struttura industriale a cui deve la sua rinascita e sulla quale poggia il suo futuro, cerca di accaparrare la maggior quantità possibile di petrolio presso tutti i Paesi produttori. Il suo ingresso nelle aree petrolifere, precedentemente riservate agli Stati Uniti e agli altri Paesi non produttori (tra cui quelli europei), ha determinato quella concorrenza sempre più accesa dalla quale scaturiscono scarsità di prodotto e aumento di prezzi. Dinanzi a questa situazione, che potrebbe ulteriormente peggiorare, l'Ocse ha già riaffermato l'urgenza di armonizzare le politiche energe¬ tiche delle aree consumatrici. Ma l'impresa non è facile. In Europa si stenta a trovare un accordo. Ogni Paese tende a fare da sé. Il rischio maggiore scaturisce comunque dalle decisioni degli Stati Uniti, che influiscono su tutto lo scacchiere petrolifero internazionale. La completa liberalizzazione delle importazioni petrolifere, attuata di recente da Nixon, accrescerà la dipendenza dall'estero in fatto di idrocarburi. Secondo gli esperti si passerà dall'odierno 25 per cento del fabbisogno totale Usa al 66 per cento, nel 1980; le importazioni di petrolio dal Medio Oriente passeranno dai trenta milioni di tonnellateanno d'oggi ai trecento milioni-anno nel 1980. Ripercussioni Le ripercussioni della decisione di Nixon, secondo gli esperti, saranno le seguenti: maggiore domanda di petrolio, il che favorirà il braccio di ferro fra le compagnie petrolifere e i Paesi esportatori di greggio; maggior richiesta di naviglio cisterniero, con la conseguente impossibilità di esaudirla a causa dei limiti produttivi dei cantieri e quindi con un inevitabile rialzo del prezzo dei noli; rarefazione dei prodotti petroliferi sui mercati internazionali per il progressivo scivolamento su quelli americani più favorevoli; spinta generale al rialzo dei prezzi del greggio e dei prodotti petroliferi. Questo rialzo, dicono sempre gli esperti, dovrebbe arrivare fino al limite che attualmente rende non competitive le risorse energetiche interne degli Usa. L'autosufficienza di questo paese dovrebbe essere raggiunta nel 1980. Dalle numerose relazioni presentate nella prima giornata, tra le quali è stata molto applaudita quella del professor Angelini, presidente dell'Enel, si possono già ricavare queste prime conclusioni: il petrolio esistente basta a soddisfare le richieste di energia, almeno fino a quando altre fonti di energia primaria potranno fornire il loro contributo; per le sue implicazioni e interdipendenze mondiali il problema dell'energia sta diventando un problema soprattutto politico e come tale deve essere affrontato in sede opportuna con responsabilità e con urgenza; mentre tecnici e politici affronteranno il loro non facile compito anche le masse dovranno essere educate ad adeguare i consumi e ad evitare gli sprechi. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Angelini, Eric Drake, Nixon