Si è concluso il dopoguerra di Ferdinando Vegas

Si è concluso il dopoguerra Si è concluso il dopoguerra L'ammissione delle due Germanie all'Onu chiude definitivamente il lungo ciclo storico apertosi con la seconda guerra mondiale e proseguito, quasi senza interruzione, con la « guerra fredda ». E' anzitutto significativo che gli Stati eredi e successori del Reich tedesco vengano finalmente accolti come membri fra quelle Nazioni Unite che si erano raggruppate originariamente per condune la lotta contro la Germania nazista. Raggiunto, nel '45, lo scopo, subilo le Nazioni Unite si trasformarono da coalizione di guerra nella massima organizzazione di pace della comunità internazionale, per sua stessa natura di dimensione universale; ed è proprio a completare praticamente questa universalità che giunge ora l'ingresso della Repubblica federale di Germania e della Repubblica democratica tedesca. Sono dunque dovuti passare oltre venlott'anni perche dalla debellatici della Germania nazista si arrivasse a una sistemazione, sancita dal supremo consesso internazionale, dello status della Germania, anzi delle due Germanie. L'importanza fondamentale dell'avvenimento realizzatosi ieri al Palazzo di vetro sta precisamente in questa sanzione che suggella gli sviluppi, prima di fatto e poi di diritto, del problema tedesco dalla fine della guerra a oggi. Le divergenze su questo problema, com'è noto, furono una delle cause principali della rottura della « grande alleanza » di guerra tra anglo-americani, da una parte, e sovietici, dall'altra parte. Così la Germania, che aveva deliberatamente scatenalo la guerra, fu pure all'origine del nuovo conflitto, la « guerra fredda »; ma questa volta, almeno nella fase iniziale, come semplice oggetto di contesa fra i suoi vincitori. Quanto grande fosse ritenuta l'importanza della posta in palio lo si vide nel 1948-'49, col blocco di Berlino imposto dai sovietici e con la pronta, efficace e infine risolutiva risposta degli Occidentali. Ne conseguì, già nel '49, l'organizzazione di due Stati tedeschi, con una spaccatura di fatto della Germania che era destinata ad approfondirsi sempre più e a rivelarsi ben presto incolmabile; donde, fra l'altro, l'impossibilità di stipulare un trattato di pace che chiudesse formalmente la guerra tra la Germania e i suoi vincitori. Ma la conseguenza più grave della divisione in due della Germania fu lo sfruttamento fattone per alimentare la « guerra fredda », ormai con l'intervento attivo dei governi rivali di Bonn e di Berlino Est. Bisogna tuttavia riconoscere che questo ruolo fu svolto soprattutto dalla Germania di Bonn, essendo allora l'altra Germania un satellite troppo modesto di Mosca per avere voce in capitolo. Bonn, invece, divenne in pochissimi anni un pilastro del sistema occidentale e il cancelliere Adenauer giocò a fondo la carta della «guerra fredda», procurando indubbi successi alla Repubblica Federale, ma raggiungendo in fondo lo scopo opposto a quello che si proponeva: in luogo di favorire la riunificazione tedesca, la rese definitivamente impossibile. La « dottrina Hallstein » (esiste un solo Stato tedesco, la Repubblica Federale, decisa a rompere i rapporti con chi riconosce l'altra Germania) riuscì certamente allo scopo di fare un paria internazionale della Repubblica Democratica, riconosciuta soltanto dai Paesi comunisti. Ma era sempre una situazione artificiosa, destinata a durare solo finché fosse continuata la «guerra fredda». E quando questa venne gra¬ datamente a cessare, per i superiori e convergenti interessi pacifici di Washington e di Mosca, anche Bonn dovette prendere atti 'ella realtà, quale effettivamente era e non quale si pretendeva che fosse. Spetta a Brandt il -ito storico di aver coraggiosamtnte messo i suoi concittadini di fronte ai dati penosi e pesanti, dopo tanti anni di illusioni, della realtà: la linea dell'Oder-Neissc come confine tra la Polonia e la Germania, la divisione in due della Germania, la statualità della Repubblica Democratica. La Ostpolitik del Cancelliere è consistita nel trarre le conseguenze pratiche di questa constatazione, stipulando nel '70 i trattati con Mosca e con Varsavia e nel 72 il trattato con Berlino Est, che tutti insieme traducono sul piano del diritto la situazione di fatto. 11 coronamento di questa politica, reso possibile dal trattato intcrtedesco. e appunto l'ingresso delle due Germanie all'Onu. In mancanza d'un trattato di pace tra la Germania, o piuttosto le due Germanie, e i vincitori della seconda guerra mondiale, una tale situazione, accolta collettivamente dalla comunità internazionale, può tenerne luogo e comunque è quanto di meglio fosse possibile conseguire. Posta così la parola « fine » all'interminabile epilogo della guerra combattuta con le armi, anche la guerra fredda deve considerarsi definitivamente terminata: se e vero, come si è già detto, che essa aveva il suo epicentro nella Germania. A conclusione della vicenda, la Repubblica Democratica può indubbiamente sentirsi più che soddisfatta per aver sconfitto la « dottrina Hallstein » ed essere entrata, pari fra pari, nel consesso internazionale. Molto maggiori però, crediamo, la soddisfazione e i vantaggi che la Repubblica Federale può trarre dall'ingresso all'Onu. a cominciare dalla possibilità di far sentire in tale sede il suo peso di grande potenza economica e anche politica. Vi è ovviamente una contropartila, poiché Bonn dovrà ufficialmente prendere posizione su problemi, | come quello spinoso del Medio Oriente, riguardo ai quali sinora poteva non pronunziarsi. Ma solo così, impegnandosi sui | grandi temi mondiali, la Ger- i mania di Bonn darà respiro più l ampio alla propria politica estera e quindi sarà meno concentrata sull'Europa. Ferdinando Vegas

Persone citate: Adenauer, Brandt, Hallstein