Patricio Aylwin (dc) "Non è colpa nostra,,
Patricio Aylwin (dc) "Non è colpa nostra,, Patricio Aylwin (dc) "Non è colpa nostra,, (Dalla redazione romana) Roma, 18 settembre. Le posizioni assunte dalla de cilena di fronte al colpo di Stato e la situazione venutasi a creare nel Paese sono oggetto di un'intervista telefonica del corrispondente del giornale radio nella capitale argentina, con il presidente della democrazia cristiana Patricio Aylwin. « Quanti criticano all'estero il nostro atteggiamento — afferma Aylwin — ignorano la situazione cilena. I democristiani cileni sono su posizioni di sinistra e si battono per le riforme. Sono democratici legati al rispetto della Costituzione, della legalità e della libertà. Durante 30 anni abbiamo dato prova di aderenza a questi principi. Poi ci siamo trovati di fronte ad un governo che aveva intrapreso la via cilena al socialismo, ma anche armato gruppi che costituivano una specie di esercito parallelo e stavano instaurando un sistema che avrebbe portato direttamente ad un colpo di Stato, ad una dittatura comunista nel Cile. I democristiani cercarono di evitare una soluzione violenta ». Secondo Aylwin, la de cilena ha operato per salvare il Paese anche dal colpo di stato militare: « Non abbiamo nessuna responsabilità di quanto è accaduto. Fino ad una settimana prima del golpe parlai con Allende per chiedergli una correzione di rotta e offrirgli la collaborazione della de a patto che fosse rispettata la Costituzione. Allende accettò l'invito, ma poi non modificò la politica del governo ». Sul futuro della democrazia cilena Aylwin è ottimista: « Perché le forze armate non sono mai state golpiste. In 40 anni non si sono mai occupate di politica, l'hanno fatto in questa circostanza per salvare il Paese dalla minaccia di un colpo di Stato che avrebbe significato l'avvento di una dittatura irreversibile. Ora speriamo che le forze armate mantengano la promessa di rispettare i diritti dei lavoratori, di non interrompere il processo sociale iniziato da noi e continuato da Allende, di ristabilire la normalità democratica attraverso nuove elezioni ». « La democrazia cristiana — afferma Aylwin — esigerà che tutti i partiti vi siano ammessi e si batterà perché ciò avvenga ». Una prova dello spirito costituzionale dell'esercito, secondo Aylwin, è costituita da il tentativo di colpo di stato messo in atto da una parte dei militari stessi alla fine di giugno. «Quel tentativo di colpo di stato — dice infatti Aylwin — è la migliore dimostrazione che l'esercito nel suo insieme non voleva il golpe, visto che furono le stesse forze armate a soffocarlo allora ed a difendere il governo costituzionale di Salvador Allende». Sollecitato dall'intervistatore Aylwin affronta la questione dell'atteggiamento della sinistra del suo partito che com'è noto si è nettamente dissociata dall'appoggio offerto dalla de ai militari. «Nella democrazia cristiana cilena — sostiene Aylwin — non esistono correnti di destra o di sinistra, ma alcuni amici hanno ritenuto ritenuto necessario manifestare protesta e preoccupazione in un modo che differisce in alcuni punti dal nostro atteg giamento, ma che non significa una scissione del partito. Essi hanno ritenuto di condannare ogni manifestazione di forza, con i principi del partito stesso». Alla domanda dell'intervistatore se il Paese stia andando incontro ad ima guerra civile, Aylwn, risponde «No, non lo credo », aggiungendo che « la situazione tende a normalizzarsi, la giunta militare ha consolidato il suo potere ». Aylwin ha ammesso, tuttavia, che in questo momento dispone « solo di fonti ufficiali, non posso assicurarvi nulla. Non ha una visione di quanto accade in tutto il Paese. A Santiago la situazione si va normalizzando, sono riprese le attività pubbliche: è in vigore comunque il coprifuoco dalle diciannove alle sette. Vi sono state anche sparatorie ed azioni "'. franchi tiratori ».
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