Heath vuole da Dublino una soluzione per l'Ulster

Heath vuole da Dublino una soluzione per l'Ulster I colloqui sulla scottante "questione irlandese,, Heath vuole da Dublino una soluzione per l'Ulster II premier dell'Eire, Cosgrave, riceve per la prima volta nella storia il capo del governo inglese Gli ha certamente parlato della sua proposta di compromesso nel dibattito in corso tra il gabinetto britannico e i gruppi politici dell'Ulster - L'atmosfera è migliore, nonostante la violenza ra. Per essi, la soluzione dei due problemi («consiglio d'Irlanda» e riforma della polizia) è pregiudiziale, e deve quindi avvenire prima della formazione del nuovo governo di Belfast. Dublino si è inserita in questo contrasto con una classica proposta di compromesso, e cioè un package deal: per il premier irlandese Cosgrave, ognuna delle parti dovrebbe rinunciare a insistere sulle proprie priorità, addivenendo a una soluzione globale ilei tre problemi (governo, «consiglio d'Irlanda», polizia) nella slessa fase di trattative. E' stato certamente questa il centro dei colloqui che Heath e Cosgrave hanno avuto ieri nella base aerea di Baldonnel, a quindici chilometri da Dublino. Ma è difficile che si sia giunti a un accordo. Gli inglesi sono pronti a mutare qualcosa nella polizia dell'Ulster (il cui nuovo capo dovrebbe essere il cattolico James Flanagan). ma sono costretti — sotto la pressione protestante — a tener duro sul «consiglio d'Irlanda», che rappresenta senza dubbio un primo passo verso l'unificazione dei due tronconi irlandesi, ed è perciò visto dai protestanti come un trabocchetto. Resta in ogni caso che l'atmosfera politica della «questione» è assai migliorala nell'ultimo anno, e che prima o poi da essa potrebbero venir fuori soluzioni soddisfacenti nella prospettiva (che Londra dà per scontata) d'una riunificazione dell'isola. Ma la vicenda irlandese non si svolge, come sappiamo, soltanto a livello di tentativi politici. La buona volontà di Londra, un maggiore impegno del nuovo governo di Dublino in una ricerca di soluzioni, un qualche ammorbidimento nelle posizioni dei partiti politici dell'Ulster (tanto protestanti quanto cattolici), non sono ancora riuscii' a disinnescare la forza erompente delle passioni che Ita sempre caratterizzato questa vicenda. Il terrorismo delle ali estremiste dei due schieramenti è lungi dall'essere domato, come appare chiaro se appena si dà una scorsa alla cronaca dell'ultima giornata: tre attentati dinamitardi in Inghilterra, una spaventosa esplosione a Belfast. Di nuovo c'è poco, salvo qualche «variazione geografica» della violenza. In una Belfast dove i provisionai dell'Ira hanno subito perdite gravissime e cercano faticosamente di riorganizzarsi, il pericolo maggiore è costituito dagli estremisti protestatili, e soprattutto dall'ultimo gruppo uscito dalle loro schiere: i Combattenti per la libertà dell'Ulster. L'Ira è invece sempre più attiva sul territorio inglese, dove gli attentati sono ormai praticamente quotidiani. L'esperienza di questi quattro anni di guerriglia, e uno sguardo all'intera storia del nazionalismo irlandese, fanno pensare che le soluzioni politiche non saranno sufficienti, almeno nell'immediato, ad eliminare una violenza che ha caratteri ormai endemici. Sandro Viola giungere alla formazione d'un governo locale in cui siedano insieme le forze moderale e maggioritarie dei due schieramenti confessionali, e cioè il partito unionista dei protestanti e l'Sdlp (il parlilo socialdemocratico) dei cattolici. Da giugno a ora, tuttavia, i tentativi di formare un tale governo sono falliti. Londra propone infatti di varare in primo luogo il governo, e poi discutere i due problemi che i cattolici considerano basilari: la formazione di un «consiglio d'Irlanda» (vale a dire uno strumento di supervisione della politica dell'Ulster in cui Dublino abbia un ruolo come Belfast e Londra) e la riforma della polizia nordirlandese, sinora dominata dai protestanti. Ma questa proposta viene respinta dallo Sdlp e dagli altri gruppi cattolici «moderati», non compromessi, cioè, con la guerriglia dell'I- La visita di Edward Heath nella Repubblica d'Irlanda, la prima compilila da un capo del governo inglese da quando, nel 1921, l'Irlanda del Sud si slaccò dal Regno Unito, si iscrive in una serie di gesti di buona volontà che i governi di Londra e di Dublino stanno tentando per venire a capo del puzzle nordirlandesc. E' nota quale sia oggi, sul piano politico, la situazione. L'Ulster o Irlanda del Nord ha eletto a giugno il nuovo Parlamento locale, con un sistema elettorale di tipo proporzionale che ha consentito di veder riflessa nell'assemblea (assai più equamente che in passalo) la composizione dell'elettorato: due terzi di protestanti, un terzo di cattolici. Lo sforzo di Londra, e di chiunque guardi con ragionevolezza alla «questione irlandese», è in questo momento quello di

Persone citate: Edward Heath, James Flanagan, Sandro Viola