L'ex autista di Sironi autore dei quadri falsi?

L'ex autista di Sironi autore dei quadri falsi? Dopo il sequestro di duecento tele sospette L'ex autista di Sironi autore dei quadri falsi? Si chiama Antonio Guidazzi : contro di lui è stato spiccato mandato di cattura - Avrebbe imparato a dipingere durante il periodo di servizio - Le autentiche dell'ex segretario del pittore (Nostro servizio particolare) Milano, 18 settembre. Dopo la denuncia a piede libero di Willy Macchiati, ex segretario di Sironi, in casa del quale tre mesi or sono furono sequestrati circa 200 presunti falsi del famoso pittore, la procura della Repubblica milanese ha spiccato mandato di cattura nei confronti dell'ex autista, Antonio Guidazzi. L'affare dei presunti falsi iniziò con una denuncia, presentata nell'inverno di due anni or sono, dalla vedova del pittore, Matilde Fabrini, un'insegnante elementare che abita attualmente a Bologna. La signora, che negli ultimi anni di vita del marito viveva da lui separata, sostenne nel suo esposto che il Guidazzi, prima di lasciare la casa del maestro, s'era appropriato di novantadue suoi disegni (per un valore di circa sessanta milioni). Secondo la Fabrini, l'autista, durante il periodo trascorso alle dipendenze del pittore, avrebbe appreso a trattare con una certa familiarità pennelli e tavolozza, e in questi anni avrebbe realizzato, di sua mano, una cinquantina di opere, firmandole «Sironi», e facendole autenticare dal Macchiati. Su questo personaggio si intrecciano ora racconti al limite del credibile. Viveva in un «lussuosissimo pied-à-terre» (via Turati 7), dove beveva «solo champagne» e riceveva «donne favolose»; possedeva collezioni d'arte del valore di oltre un miliardo (nella sua residenza ufficiale, in via Della Spiga 20), elargiva mance di 50 mila lire anche nei bar dove andava a bere un caffè, possedeva un numero imprecisato di ville, disseminate sulla Riviera ligure e sulla Costa Azzurra. In un simile quadro, non potevano poi mancare esponenti del «jetset» internazionale. Sarebbe stato imbrogliato anche Onassis, il quale avrebbe pagato 70 milioni per una «crosta». Un altro acquirente, un industriale svizzero, aveva goduto di un prezzo di favore: ne aveva sborsati solo cinquanta, e per una «crosta» anche più grande di quella andata all'armatore greco. Chi ha conosciuto Macchiati, lo descrive «simpatico, gioviale, uno dei personaggi tipici che trascorrono la vita passando da una corte all'altra di artisti famosi». Prima di lavorare con Sironi, non sembra avere avuto un'attività precisa: campava facendo il mediatore di opere d'arte. In pratica: giovandosi dei rapporti cordiali con i vari artisti, li convinceva a cedergli i quadri a un prezzo di favore, e li rivendeva; oppure, ai pittori ancora non affermati, procurava acquirenti e percepiva le percentuali sugli acquisti. Certo, negli ultimi tempi, da quando s'era dedicato alle autentiche, dimostrava notevole disponibilità di danaro. Bisogna tenere presente, tra le altre cose, che la parcella per le expertises variava proporzionalmente al valore del quadro su cui la eseguiva. Se un'opera vale centomila lire, l'onorario si aggirerà intorno alle dieciventimila lire; quando invece un esperto afferma che il dipinto vale un milione, potrà chiedere cinquanta-centomila. Come riconoscere questi presunti falsi Sironi? L'esperto d'arte professor Enos Malagutti spiega: «Come per tutte le opere, bisogna avere cognizioni profonde sia del lato tecnico della pittura che delle condizioni stilistiche. Esaminare una tela conficcandovi uno spillo per trarre la conclusione che questa è recente se sulla punta rimane un minimo di colore, e, all'opposto, vecchia se lo spillo rimane pulito, non serve assolutamente a nulla. Non pochi pittori infatti impastano i colori con l'olio di lino: perciò, prima che le loro tele raggiungano una stabilità perfetta, devono passare molti anni. Altri, tipo Bcldini, vi mescolano del petrolio: con il esultato che la "materia" può restare "tenera" perfino a distanza di venti o trent'anni. Con ancora maggiore attenzione, il quadro va poi esaminato alla luce della personalità del suo autore. Per esempio, tipica di Sironi è la pennellata molto sicura, larga, spavalda, che nessun falsario potrà mai ripetere identica. Il maestro inoltre usava spesso completare l'opera velando certe zone con del bitume: anche lo scatto, la foga, sono inimitabili. Il falso è cosa morta, una voce spenta e stonata». Chi potrebbe forse dire una parola decisiva in merito alla vertenza in corso è Mimi Costa, che per oltre dieci anni, e fino alla di lui morte, fu affettuosamente vicina al maestro. _ „ _ Ornella Rota gramma, curato da Dante Isella con la consulenza di Cesare Angelini, Riccardo Bacchelli, Italo De Feo e Natalino Sapegno, è interpretato da Giulia Lazzarini, Ottavia Piccolo, Carlo Simoni, Franco Parenti, Enzo Taraselo, Arnoldo Foà, Giancarlo Dettori, Tino Carraro, Nando Gazzolo, Giulio Brogi. La regia è di Pier Paolo Ruggerini. La vicenda, ambientata nei luoghi in cui visse Manzoni, si alterna a letture di lettere, di brani del romanzo e di poesie. Dopo la proiezioni di Alessandro Manzoni è stato presentato Boulez di Giacomo Battiate Si tratta di un in¬ contro tra il grande musicista ed il pubblico. Boulez parla e si rivolge agli spettatori e discute sul modo di ascoltare la musica, sui problemi della direzione orchestrale, della musica contemporanea, della funzione del musicista e dell'educazione musicale. Sono proseguite anche le proiezioni degli spettacoli televisivi e radiofonici di genere drammatico in concorso. L'Italia ha presentato La circostanza di Ermanno Olmi, interpretato da attori non professionisti. Al centro della vicenda c'è una famiglia borghese: il padre, dirigente d'industria, la madre, una donna di 40 anni e tre figli. (Ansa)

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