Necessario operare su diversi fronti di Renato Cantoni

Necessario operare su diversi fronti Le ultime misure del governo Necessario operare su diversi fronti In lutti i Paesi occidentali la lotta contro l'inflazione ha fatto lievitare i tassi d'interesse a limiti in qualche caso mai toccati in precedenza. Era logico che anche in Italia accadesse lo stesso, ma, mentre all'estero il problema è soprattutto quello di raffreddare una congiuntura troppo accesa, da noi la questione non è così semplice e il governo è costretto ad operare su diversi fronti. Ci sono infatti altri tre elementi di primaria importanza che non possono essere trascurati. Innanzitutto non bisogna soffocare i cenni di ripresa produttiva che si sono manifestati a partire dal maggio scorso: alzare i tassi e strozzare il credito vorrebbe dire ridurre gli investimenti anziché stimolarli. Vi è poi da non perder d'occhio la riforma tributaria: salvo ripensamenti od ostacoli insuperabili dell'ultima ora, col primo gennaio scatterà il nuovo sistema d'imposizione fiscale per le persone fisiche e giuridiche, che equivarrà a un piccolo terremoto, sui mercati monetari e finanziari, tante sono le variazioni rispetto a quanto in uso attualmente. Per ultimo, ma solo in ordine di elencazione, c'è da colmare l'enorme d~''".\t di cassa della tesorcri.i f ale senza stamparti troppi biglietti di banca che equivarrebbero a un nuovo irresistibile alimento inflazionistico. A tutto ciò va aggiunto il particolare momento psicologico. La speculazione sulla lira non si è ancora ridimensionata, la stagione turistica sta terminando senza che abbia influenzato positivamente il mercato della lira finanziaria, il forte rialzo delle materie prime e dei prodotti agricoli sta sconvolgendo il nostro interscambio commerciale. E ancora non bisogna dimenticare che in ottobre scadono 400 miliardi di Buoni ordinari del Tesoro emessi dodici mesi fa: con l'aria che tira, non è facile sostituirli con un'altra emissione. L'unico settore tranquillo è quello delle obbligazioni, per effetto del drenaggio obbligatorio effettuato dagli istituti di credito, in ottemperanza alle disposizioni del Comitato del credito del 18 giugno. A fine settembre le banche dovranno aver au mentalo il loro portafoglio di titoli a reddito fisso di circa 2000 miliardi, il che è più che suffi ciente per evitare grosse frane nelle quotazioni. Come ormai di consueto, questo governo ha affrontato decisamente, e in un sol colpo, i diversi problemi. Ha adeguato il tasso di sconto e quello delle anticipazioni su titoli alla realtà del mercato, ha autorizzato l'emissione in settembre di 800 miliardi di Buoni del Tesoro a sei mesi e di altri 500 per ottobre a un tasso eccezionale (9 per cen to anticipato che equivale a un rendimento effettivo del 9,64 per cento), ha impartito le opportune istruzioni affinché gli istituti speciali di credito emettano, entro il 31 dicembre, 700 miliardi di obbligazioni a tasso inalterato al fine di finanziare le piccole e medie industrie, senza trascurare con opportuni «suggerimenti» le grandi. In questo modo dovrebbe essere raggiunta senza gravi intoppi la fine d'anno. Se vi sarà liquidità eccessiva, la Banca d'Italia potrà cedere anche frazionatamente i Buoni del Tesoro ordinari da essa assorbiti in blocco, oppure potrà alleggerire il suo portafoglio di titoli a lunga scadenza. Entro il 31 dicembre gli istituti di credito dovranno acquistare altri 2000 miliardi circa di obbligazioni e titoli di Stato, sempre per uniformarsi a quanto disposto il 18 giugno. Per il 1974 qualche santo provvederà. La riforma tributaria produrrà profondi mutamenti nel settore dei depositi bancari e nel mercato delle obbligazioni. La trattenuta alla fonte delle imposte previste per interessi dai depositi bancari e per i redditi dei titoli obbligazionari, e, se non viene trovato un efficace surrogato, la scomparsa del mercato della lira interbancaria, costringeranno sia il governo sia la Banca d'Italia a modificare la forma dei loro interventi. Ma è inutile pensare all'anno prossimo, quando scottanti problemi devono essere urgentemente risolti e non si può sapere cosa avverrà sui mercati internazionali dei cambi e delle merci. Per intanto quali sono state le ripercussioni fra gli operatori finanziari e in Borsa? In un primo momento ha fatto impressione soprattutto l'elevatissimo rendimento dei nuovi Buoni del Tesoro ordinari (9,64 per cerno A molti non è stato chiaro se si tratta di un termine di paragone per il mercato del denaro a bre¬ ve, oppure di un tasso limite che è valido solo per la Banca d'Italia, che assorbirà tutti i 1300 miliardi in emissione. Il tasso dei riporti, che saranno stipulati domani, e passato dall'8,25 - 8,75 per cento al 9,259,75 per cento, mentre non vi sono state applicazioni sul mercato della lira interbancaria in attesa di vedere più chiaro. In Borsa le azioni hanno generalmente ceduto e così pure le obbligazioni. La Banca d'Italia ha dovuto intervenire in forze per impedire eccessivi ribassi di queste ultime. Insomma, per ora, le misure prese dal governo sabato scorso sono state considerate come deflazionistiche. In verità lo sono solo in parte perché, da un esame più approfondito, emerge soprattutto una maggiore possibilità di manovra e di intervento nei due sensi da parte delle nostre autorità monetarie. Nulla da rilevare sul mercato dei cambi, dove l'attenzione degli operatori si è concentrata sul fiorino, che ha rivalutato del 5 per cento. Renato Cantoni

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