Pensioni e benzina di Nicola Adelfi

Pensioni e benzina VOI E NOI Pensioni e benzina Per il suo titolo di studio e per la competenza con cui sostiene le sue idee, l'ingegner Pier Giorgio Puppini di Verona è persona che certamente s'intende di motori molto più di me. Ed egli mi scrive a proposito di un mio articolo dove indicavo molti e stupidi sprechi di benzina, suggerendo che ne fosse aumentato il prezzo al fine di migliorare le pensioni a favore delle categorie più dimenticate e anche calpestate dalla nostra società detta del benessere. L'ing. Puppini e d'accordo con me che fiumi di benzina vengono bruciati per ignavia, per vanità, perché « noi italiani, se si potesse, useremmo l'automobile anche per salire le scale di casa ». Tuttavia egli non trova giusto che « ogniqualvolta ci siano da reperire {ondi, si faccia ricorso all'inasprimenlo fiscale sui carburanti ». E aggiunge: « Fumare fa bene alla salute o è un vizio? Perché allora non si aumenta, ad esempio, di una lira il prezzo di una sigaretta? ». A sostegno della sua tesi, il lettore di Verona mi incalza domandandomi: « Perché vengono concessi buoni di benzina ai turisti stranieri, mentre nessun Paese dell'Europa occidentale concede la reciprocità ai turisti italiani? Sa lei che una parte dei turisti stranieri in Italia non consumano tutto il quantitativo di carburante messo loro a disposizione e vendono i buoni di benzina non utilizzati ai gestori di campings o al personale delle stazioni di servizio, con un buon guadagno per entrambi? ». Più avanti nella sua lettera l'ing. Puppini sembra disposto ad accettare un aumento del prezzo della benzina, a condizione però che sia abolita la tassa di circolazione. Infatti « annualmente il governo perde miliardi per tasse inevase », essendo « facilissimo falsificare il bollo di circolazione e difficilissima l'identificazione di tale falso ». Sempre a detta del lettore, un prezzo più alto della benzina indurrebbe le case automobilistiche a « costruire motori con più basso numero di giri e minor rapporto di compressione, con grande vantaggio della salute », in quanto inquinerebbero l'aria meno dei motori ora in circolazione. Sono suggerimenti che condivido solo in parte. Per costante esperienza si sa che a ogni aumento del prezzo dei tabacchi segue immediatamente un aumento del contrabbando, e di conseguenza diminuiscono i guadagni del Monopolio di Stato. Per quanto riguarda i buoni di benzina concessi ai turisti stranieri, ritengo che i piccoli e illeciti traffici denunciati dal lettore siano largamente compensati dall'afflusso di valuta estera, di cui il nostro Paese ha un bisogno acuto in un periodo come questo, di « lira Puttuante ». Di maggiore peso mi pare invece la proposta di abolire il bollo di circolazione, aumentando naturalmente il prezzo della benzina. Anch'io penso che il diritto di circolare in auto debba essere pagato in proporzione all'uso che si fa di quel diritto; e che motori che « mangiano » poca benzina, anche se meno « brillanti », sarebbero più vantaggiosi per l'economia e la salute dell'intero Paese. Però non stiamo a farci illusioni: la grande maggioranza degli automobilisti vuole vetture sempre più veloci, scattanti, scoppiettanti. Molto è stato scritto dagli studiosi di psicologia sul « complesso del sorpasso », diffuso dappertutto nel mondo, specialmente tra i popoli latini, soprattutto tra noi italiani; e non mi pare che ne guariremmo solo per il fatto che il prezzo della benzina sia aumentato di qualche decina di lire. Miserabili "minimi" Ma torniamo al punto essenziale: è giusto o no aumentare il prezzo della benzina per migliorare le pensioni minime? Non ne parliamo neppure, mi scrive da Torino il signor Luigi Ferretti, autista su linee internazionali (Tir) : « La realtà è che la macchina piace, piace a tutte le categorie, ci permette di evadere nei giorni festivi e per molti rappresenta un indispensabile mezzo di lavoro (...) e da questo preteso abuso automobilistico lo Stalo non ricava forse fior di quattrini? Oltre 120 lire il litro, se non erro. Meno carburante bruciato significa meno soldi nelle casse dell'erario, no? E solo il cielo sa quanto sono necessari, specie in questa congiuntura! ». Lettere più o meno come questa ne ho ricevute molte, anche dalle regioni più depres¬ se del Mezzogiorno: e siano lettere pacale o inviperite, complessivamente mi danno la sicura conferma di quanto impopolare sia il progettato aumento del prezzo della benzina. Non per questo però me la sento di modificare le mie opinioni. Resto sempre convin to che chi possiede un'automobile, sia pure un'utilitaria di seconda o di terza mano, se la passa meno peggio di chi riceve una pensione miserabile e perciò vive (si fa per dire) nella desolata attesa che arrivi il giorno in cui il suo corpo verrà portato in una fossa comune. Eppure, quali furono, quali sono le colpe di quei derelitti? Ricordiamoci che quasi sempre dietro di loro c'è un'esistenza trescorsa tra pesanti lavori e duri sacrifici, in epoche assai infelici, e che quando tra noi arrivò finalmente un po' di benessere, essi ne furono esclusi con spietatezza, suscitando al più quel senso di fastidio che a volte si insinua in chi sta gustando buoni piatti e si vede guardato dagli occhi di un affamato. Senza tanti scrupoli E al lettore Vincenzo Parise, che da Milano mi obietta che persino i sindacati si oppongono a un aumento del prezzo della benzina, faccio presente che sui sindacati le pressioni maggiori vengono esercitate dalle categorie meglio organizzate, i cui aderenti sono più o meno motorizzati. Più obiettiva considero viceversa la presa di posizione dei comunisti: essi — lo ha detto nei giorni scorsi il dirigente Carlo Galluzzi — « non sono contrari a un aumento del prezzo della benzina, se si dimostra che è logico e improrogabile ». e a patto che non « si risolva a esclusivo beneficio dei petrolieri ». Per conto mio, sono pienamente d'accordo: il governo aumenti il prezzo della benzina, però stia bene aitento a far finire il denaro che ne ricaverà nei borsellini dei minipensionati e non già nelle casseforti dei petrolieri: alcuni o molti dei quali lucrarono nel passato montagne di miliardi e adesso cercano di difenderle anche finanziando partiti e gruppetti dell'estrema destra, senza stare a farsi tanti scrupoli se le loro sovvenzioni diventano pistole e pugnali per squadre di criminali oppure bombe nelle borse di terroristi. Nicola Adelfi

Persone citate: Carlo Galluzzi, Luigi Ferretti, Pier Giorgio Puppini, Puppini, Vincenzo Parise

Luoghi citati: Europa, Italia, Milano, Torino, Verona