Lira: settimana di assestamento

Lira: settimana di assestamento Lievi flessioni nei cambi all'estero Lira: settimana di assestamento Il deprezzamento è stato ieri del 10,94 % (10,73 % il venerdì precedente) - Precisazione di La Malfa sul credito per Tattivita produttiva - Speculazioni sui prezzi dei prodotti agricoli (Nostro servizio particolare) Roma, 14 settembre. Il ministro del Tesoro La Malfa ha fatto emettere oggi una precisazione dai suoi uffici: «A partire dalla prima decade di luglio non sono state adottate decisioni concementi aumenti di capitale a società finanziarie di qualunque genere ». Richieste di aumento erano state presentate, in particolare, dalla Invest e dalla Finambro. Negli ultimi giorni è stata fatta circolare la voce che entrambe avrebbero offerto delle ipotesi di riduzione rispetto alla richiesta originaria. E' stato anche scritto che una delle società, per un giro di parentele, si sarebbe assicurato l'appoggio del sen. Fanfani, col quale ieri s'è incontrato il ministro del Tesoro La Malfa. La precisazione di La Malfa, alla luce dei precedenti esposti, assume quindi un significato molto netto: non si intende consentire, in questo periodo, che il credito affluisca verso attività non direttamente produttive. E' evidente che su tale posizione concordano non soltanto tutti i ministri interessati, ma anche le forze politiche che sostengono il governo, tanto che la precisazione di La Malfa viene emessa proprio oggi, cioè dopo che hanno avuto luogo sìa la riunione sui problemi del credito tra i ministri finanziari e Rumor, sia gli incontri tra segretari di partito, come quello di ieri sera tra Fanfani e La Malfa. A entrambi i livelli il discorso non è sceso certo sino a esaminare problemi particolari, come quello delle due finanziarie in questione. L'esame, pur oircostanziato, è rimasto ai temi generali. Quello di fondo è rappresentato dal disavanzo di Stato per l'anno in corso: è stato valutato in 7700 miliardi, cioè 300 in più di quello previsto per l'anno seguente. Il livello di quest'anno, nonostante il suo straordinario ammontare, è stato ritenuto compatibile con la battaglia in corso contro l'inflazione. Ciò che invece non si ritiene compatibile è il suo concentrarsi in questi ultimi 4 mesi dell'anno, nei quali la Tesoreria sembra essere spinta verso un vuoto di cassa di oltre 4 mila miliardi. Ciò che si teme è la spinta che verrebbe nel caso in cui la massa degli aumenti, concentrandosi, imponga al Tesoro di ricorrere alla stampa di carta moneta presso la Banca d'Italia. Il problema è arduo. Da una parte ci sono impegni del precedente governo, che l'attuale compagine ha assunto, ritenendo ingiusto negare ai più ciò che in precedenza era già stato concesso ai superburocrati. Dall'altra c'è l'impossibilità, in questo momento, di rifornire le casse dello Stato mediante una maggior tassazione, essendo necessario attuare la riforma fiscale senza altre complicazioni. Al governo non resta quindi altra strada che quella di ricorrere al debito pubblico, cioè all'emissione di prestiti. Ma le ultime emissioni sono state disertate dal pubblico, per la speculativa attesa d'un aumento dei tassi d'interesse. In tali frangenti sta crescendo il disavanzo di cassa. Il governo è quindi spinto a contenerlo e a dilazionarlo, cercando nello stesso tempo di trovare un modo per invogliare i risparmiatori a sottoscrivere nuovi buoni del tesoro. E' un momento di tensione. Le autorità monetarie ritengono tuttavia di aver incontrato uno dei primi e maggiori successi nel recupero di valore internazionale della lira, che riduce anche gli incrementi dei prezzi delle materie prime e dei beni d'investimento. E' perciò volontà delle autorità di governo di mostrare che la via intrapresa non sarà abbandonata. A questo scopo si è fatto oggi conoscere che mercoledì e giovedì sono avvenute sui mercati valutari italiani alcune transazioni monetarie autorizzate, che hanno provocato una lievissima riduzione di valore della nostra moneta finanziaria internazionale, con ripercussioni anche su quella commerciale. Oggi invece, esauriti tali movimenti, la stessa lira commerciale è tornata a crescere di valore, chiudendo a —10,94 (contro—10,99 di ieri) nel calcolo che « 24 Ore » riferisce al 9 febbraio, ultimo giorno della difesa fissa. Venerdì scorso la settimana si era chiusa a —10,73. Oggi è stato notato un aumento nella richiesta di lire dall'estero, cosicché la lira, anche per differenza di fusi orari, su alcuni mercati esteri si è apprezzata più che in Italia. Poiché le voci speculative, negli ultimi mesi, sono state molte e sempre provo¬ catrici di effetti negativi sui cambi, il ministero del Commercio estero s'è affrettato a smentire che staremmo perdendo valuta per l'annullamento di ordini esteri di acquisto di nostra frutta e verdura, come conseguenza del colera. Sì precisa che la Germania, maggior acquirente, nei primi 10 giorni di questo mese ne ha acquistati 370 mila quintali contro 320 dello stesso periodo del '72. Giulio Mazzocchi (31,445); escudo portoghese 24,23 (24,255); peseta spagnola 9,99 (9,99); yen giapponese 2,139 Cambi finanziari (a Milano): dollaro Usa 600,50 (601,50); dollaro canadese 596,50 (596,50); l;ra sterlina 1448 (1446,58); corona danese 105 (105); corona norvegese 107,90 (107,90); corona svedese 142,10 (142,50); fiorino olandese 225,60 (226,12); franco belga 15,905 (15,92); franco francese 137,90 (138,12); franco svizzero 198,35 (198,75); marco tedesco 246 (246,50); scellino austriaco 33,20 (33,25); escudo portoghese 25,60 (25,60); peseta spagnola 10,55 (10,55); yen giapponese 2,28 (2,28). Banconote: dollaro Usa 575601 (575-610,50); lira sterlina 1448,50 (1445); franco svizzero 198,75 (199,10); franco francese 137,70 (138); franco belga 15,90 (15,90); marco tedesco 246,30 (246,50); scellino austriaco 1-3,20 (33,20); peseta spagnola 10,60 (10,60); escudo portoghese 24,90 (24,99); dollaro canadese 588 (582); fiorino olandese 224 (224); corona danese 101,50 (101,50); corona svedese 135,05 (135); corona norvegese 103 (103); dinaro Jugoslavo taglio piccolo 39 (39), taglio grande 38 (38); dracma greca taglio grande 18 (18), taglio piccolo 19,50 (19,50); yen giapponese 2,20 (2,20).

Persone citate: Fanfani, Giulio Mazzocchi, La Malfa, Rumor

Luoghi citati: Germania, Italia, Milano, Roma, Usa