La moglie di Allende narra le ultime ore del marito

La moglie di Allende narra le ultime ore del marito A Santiago spietata repressione dei nuclei di resistenza La moglie di Allende narra le ultime ore del marito In un'intervista a un giornale messicano ha raccontato la drammatica telefonata alla residenza presa d'assalto dalle truppe In un primo tempo le dissero che Attende era ferito - " E' stato seppellito a Vina del Mar, vidi la salma quando era già a bordo di un aereo " - Resistono nelle fabbriche operai armati - Fucilazioni nelle strade, cadaveri insepolti, rastrellamenti I militari smentiscono la ribellione del gen. Prats (Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, 14 settembre. In piena Avenida Macul, appena fuori il centro di Santiago, soldati del reggimento «BUndados dos» hanno fucilato stamane alle 8,30 tre operai sorpresi con le armi in pugno. La notizia è ufficiale. Una feroce repressione, più che la resistenza, sembra marcare in queste ultime ore la tragedia che vive il Cile. Morti insepolti giacciono lungo le strade. Si dice che siano migliaia. Nello stadio municipale e nel «Club atletico» centinaia di persone sono ammassate runa sull'altra, sorvegliate dall'alto da militari dell'aviazio- ne armati di mitragliatrici pesanti. Continuamente, camion della forza aerea vi giungono per scaricare altri arrestati. Almeno tre battaglioni dell'esercito e un numero impreclsato di reparti dei «carabineros» sono impegnati nel rastrellamento sistematico della capitale. La fame è già una realtà per gran parte della popolazione. Il quadrunvirato militare che ha rovesciato il governo costituzionale ha comunicato di avere eliminato i nidi di franchi tiratori in tutta la zona centrale di Santiago. Il maggior nucleo di resistenza sarebbe adesso concentrato nella più alta delle due colline che svettano sulla città, il «Cerro san Cristobal». In uno degli attacchi che l'aviazione gli ha lanciato contro, è rimasto abbattuto un elicottero. Un comando operativo delle forze armate congiunte si è insediato nell'edificio vetroacciaio che ospitava l'«Unctad», uno degli organismi delle Nazioni unite. Gruppi di artiglieria hanno preso posizione sul «Cerro santa Lucia». Stamane, secondo quanto è stato possibile sapere attraverso comunicazioni ancora precarie, la capitale cilena appare una città occupata militarmente. Alla periferia Sud, nuclei di operai armati resisterebbero ancora in alcune fabbriche dei cordoni industriali «Violina Makenna» e «Cerrillos». E' stato confermato il bombardamento dello stabilimento tessile «Sumar». Incalcolabile sarebbe il numero delle vittime, tra le quali molte donne. Nulla di certo si sa del generale Carlos Prats, l'ex comandante in capo dell'esercito che alcune emittenti clandestine davano ieri alla testa di distaccamenti militari contrari al «golpe» e di formazioni civili armate. Il generale Oscar Bonilla, numero due dell'esercito e ministro degli Interni nella «junta militar» al governo da ieri l'altro, ha smentito che il generale Prats avesse abbandonato Santiago. Ha annunciato, anzi, che l'alto ufficiale a ritiro avrebbe rivolto un invito alla pacificazione dalla radio «Agricoltura», entro la mattinata. Ma finora Prats non è apparso né ha fatto sentire la sua voce. In una drammatica intervista concessa all'inviato del giornale messicano «Excelsior», nella sede diplomatica del Messico a Santiago, la vedova del presidente Salvador AUende ha raccontato la sua ultima conversazione telefonica con il marito, mentre aerei militari bombardavano la residenza presidenziale di via Tomas Moro. Il marito le aveva praticamente ordinato di restare in casa. «Ho ascoltato 11 suo ultimo messaggio attraverso la radio e l'ho registrato. Lo farò conoscere al mondo. A mezzogiorno, sdraiata in terra per ripararmi dai colpi, ho chiamato la Moneda. Fuori la nostra guardia stava combattendo con i "carabineros" che ci avevano tradito. Quando sono riuscita a avere la comunicazione mi hanno risposto agenti di polizia o carabinieri, nessuno degli assistenti di mio marito». La signora Hortenzia Bussi de Allende afferma di non avere potuto vedere chiaramente il cadavere del consorte. I militari glielo hanno impedito. A fatica era riuscita a farsi dire che egli aveva perduto la vita nella Moneda. In un primo momento le era stato detto che Salvador Allende era ricoverato al «Centro de Salud», gravemente ferito. «Infine incontrai un generale del quale non conosco il nome. Mi disse che era stato amico di Salvador, che si sentiva addolorato per la sua morte. Mi offrì di farmi accompagnare da una "jeep" con scorta militare. Un altro generale, però, intervenne, sostenendo che non c'erano veicoli militari disponibili e dovevo quindi viaggiare con la mia auto». Accompagnata dal nipote, Eduardo Grove, la signora Allende raggiunse il campo del gruppo aereo numero 7; su un veicolo era stato deposto il corpo del presidente deceduto. «Salvador Allende è stato seppellito a Vina del Mar», ha rivelato Hortenzia Bussi, che ha rifiutato l'offerta di asilo fattale pervenire dal presidente messicano Luis Echevenia. «Gli sono grata dell'invito, ma io resto in Cile», ha concluso. La censura, rigidissima, lascia passare oggi le prime reazioni dei partiti di opposizione al «golpe» militare. Isenatore Sergio Onofre Jarpaleader del partito «Nacional»ha dichiarato che «l'intervento delle forze armate è indirizzato a superare la crisi morale e materiale in cui è precipitato il Cile, al fine di garantire al popolo la sicurezza dpoter lavorare e vivere in pace, rendendo possibile il progresso e lo sviluppo sociale ed economico in un clima dunità nazionale». Il suo appoggio al «golpe» è totale. Non molto diverso è il tono delle parole di Patricio Aylwin, presidente della democrazia cristiana. «Il dramma che vive oggi il Cile — egli ha affermato — è la conseguenza del disastro economico, del caos istituzionale, della violenza armata e della crisi morale cui il governo deposto ha condotto il Paese, riducendo la popolazione all'angustia e alla disperazione». Aylwin si è detto sicuro che le forze armate restituiranno il potere ai civili, convocando al più presto nuove elezioni generali. Ma l'atteggiamento delle forze armate in proposito è tutt'altro che univoco: il generale Della Cruz ha dichiarato alla radio che i militari «si faranno carico del governo della nazione fin quando sarà necessario». Sebbene vi fosse una netta maggioranza dei partiti di opposizione, la giunta presieduta dal generale Augusto Pinochet ha inoltre chiuso il Congresso e dichiarato decaduti tutti i parlamentari. Il provvedimento, inatteso, ha sollevato dissensi sia nel partito «nazionale» sia nella democrazia cristiana ed è sintomatico che il presidente del Senato, Eduardo Frei, non si sia ancora pronunciato. Il partito è dilaniato dai dissensi. Radomiro Tomic, rt> candidato de alle elezioni presidenziali del settembre 1970, ha condannato il «golpe», rifiutando di sottoscrivere un documento votato dalla direzione. Ma le sue dichiarazioni sono state bloccate dalla censura. Voci incontrollabili, ieri sera, dicevano che il cardinale di Santiago, Raul Silva Enriquez, era intervenuto per impedire l'arresto del senatodelia sinistra de Renan Livio Zanotti (Continua a pagina 2 in seconda colonna) Santiago. II corpo di Allende, avvolto in una coperta, portato dai pompieri fuori del palazzo presidenziale (Tel. Ap)