Svedesi stanchi di Palme?
Svedesi stanchi di Palme? Domenica alle urne Svedesi stanchi di Palme? La maggioranza socialdemocratica in pericolo, secondo i sondaggi (Nostro servizio particolare) Stoccolma, 12 settembre. Mai come quest'anno le elezioni politiche svedesi si sono annunciate con una campagna elettorale tanto intensa e infuocata. Né mai, fino ad ora, si era fatto già alla vigilia il nome del futuro premier, in questo caso del « centrista » Faelldin. Parrebbe infatti, stando agli ultimi GaUup, che gli svedesi si siano stancati dei socialdemocratici dopo 41 anni di incontrastata egemonia, e che siano pronti ad accettare un cambio della guardia che, sostarne'' .lente, non porterebbe «lcun cambiamento nello « Stato del benessere» sorto sotto la guida dei vari leaders socialdemocratici fino a Palme. Molte le ragioni che hanno creato un clima di sfiducia in Svezia per i socialdemocratici: 1) prima che Palme diventasse primo ministro, l'imposta su un reddito annuo di 35 mila corone era del 53 per cento, mentre oggi è del 63 per cento; 2) nel 1970 l'Iva (che colpisce anche i generi alimentari) eia. del 10 per cento, mentre oggi è salita al 17,75 per cento; 3) nell'agosto del 1969, prima cioè dell'avvento di Palme al governo, si contavano 26.437 disoccupati effettivi, mentre oggi, nonostante quasi 200 mila persone occupate in «corsi di riqualificazione» statali, i disoccupati sono quasi 110 mila; 4) nel 1970, un litro di latte costava corone 1,04; oggi ne costa 1,56; un chilo di pane bianco costava corone 3,20, oggi ne costa 6,10; 5) ogni tipo di imposta, comprese quelle speciali sui vini e sugli alcoolici, sui tabacchi e sulla benzina, è stato portato a vertici «crudeli». Un litro di vino costa oggi non meno di mille lire e un pacchetto di sigarette americane costa sulle 900 lire. Certamente non del tutto, ma per buona parte, dell'aumento dei prezzi e della disoccupazione è responsabile il governo, anche se Palme ha condotto a termine riforme che erano state soltanto abbozzate o iniziate dai suoi predecessori. Palme si difende asserendo, nei suoi comizi, che la Svezia è il miglior Paese del mondo per coloro che altrimenti verrebbero calpestati o messi ai margini della società, ed in questo ha perfettamente ragione. Ma non parla mai del prezzo che il popolo svedese paga per la famosa sicurezza dalla culla alla tomba. Per quanto riguarda la disoccupazione, si può imputarla alla congiuntura sfavorevole che ha colpito un po' tutta l'Europa, ma essa affonda le sue radici anche in una sempre preoccupante e persistente crisi della vita economica svedese, mortificata dal timore che imbriglia i mezzi destinati agli investimenti. Anche gli aumenti dei prezzi possono essere riferiti alla scala mobile internazionale, ma occorre riconoscere che dipendono in buona parte anche dalla politica dei salari, forzatamente elevati, per lasciar di che vivere ai lavoratori una volta che costoro abbiano pagato le imposte. m. f.
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