Marzachì: "Parlino anche i giornalisti"

Marzachì: "Parlino anche i giornalisti" Marzachì: "Parlino anche i giornalisti" Dapelo: «E' ovvio che quando si parla del rapporto tra Giustizia e Informazione, si pensa subito al processo penale. L'esistenza infatti di un sistema penale inquisitorio come è il nostro, che obbliga al segreto su tutti gli atti dell'istruttoria, urta irrimediabilmente con la funzione della stampa d'informare la pubblica opinione sui fatti che assumono una rilevanza sociale. E' quindi inevitabile che le notizie vengano comunque attinte da fonti confidenziali e che, spesso, l'opinione pubblica venga informata inesattamente del risultato delle indagini. La conseguenza di tutto ciò è che, talvolta, l'ombra del sospetto finisce per gravare a lungo su persone del tutto estranee ai fatti per cui è stato iniziato il processo, talaltra un accusato viene considerato colpevole prima della sentenza. Come esempio del primo caso si può citare il processo Lavorini a Pisa, come esempio del secondo, il caso Bozano a Genova. «Non va dimenticato che in Inghilterra esiste il reato di disprezzo alla Corte che consiste nell'aver intrapreso un'inchiesta giornalistica su fatti su cui indaga l'autorità giudiziaria. Ma in quel Paese esiste anche il rito accusato¬ rio, il processo cioè anche nella fase istruttoria è pubblico e orale e pertanto la pubblica opinione può essere esattamente informata dei fatti come risultano durante tutto il processo. Chi ricorda l'inchiesta della televisione sulle vicende della strage di Milano non può che constatare quanto lontani si sia dal sistema anglosassone per costume». Franco: «In questo congresso i giornalisti, ai quali è stata affidata la prima relazione, sono stati preferenziati perché essi rappresentano coloro che "professionalmente" raccolgono e forniscono le informazioni alla comunità e quindi sono direttamente interessati a che lo svolgimento di questa loro funzione da una parte non sia inquinato da scopi diversi da quelli propri dell'informazione obiettiva e dall'altra non travalichi ed anzi si inquadri nel sistema dei reciproci diritti e doveri costituzionalmente garantiti. «Il giornalista peraltro non può essere considerato in posizione antagonistica al giudice, anzi al contrario, ritengo che il corretto e penetrante svolgimento dell'attività d'informazione sia necessario per una efficace e democratica amministrazione della giusti¬

Persone citate: Bozano, Dapelo, Lavorini, Marzachì

Luoghi citati: Genova, Inghilterra, Milano, Pisa