Deve cessare la strage degli uccelli migratori di Omero Marraccini

Deve cessare la strage degli uccelli migratori Dal comitato internazionale caccia Deve cessare la strage degli uccelli migratori II monito a conclusione della Conferenza di Varsavia - Invito ai governi europei a porre limitazioni - Che cosa farà l'Italia? « Gli uccelli non sono più proprietà esclusiva dei cacciatori dei diversi paesi, ma appartengono anche alla massa sempre crescente di coloro che cercano nella natura una sana occupazione del tempo libero ». L'affermazione non è della Pro Natura, organizzazione « nemica » dei cacciatori, o di qualche associazione similare, ma del Consiglio internazionale della caccia (Cic) che durante la assemblea biennale di Varsavia ha votato all'unanimità un documento di estrema importanza, per le ripercussioni che potrà assumere, in tutti i paesi di Europa. Si tratta di una presa di posizione in un certo senso « rivoluzionaria » rispetto ad alcune impostazioni « corporativistiche » di alcune orga¬ nizzazioni venatorie, con particolare riguardo all'Italia e tanto più importante se si considera che all'assemblea generale del Cic, oltre ad esperti e studiosi di quasi tutto il mondo partecipano anche i maggiori esponenti delle associazioni venatorie stesse. Per il nostro Paese erano presenti i delegati della Federcaccia, della Libera Caccia e dell'Enalcaccia, che rappresentano circa un milione ed ottocento mila iscritti. Il documento approvato è stato inviato a tutti i governi. Si è voluto, e si è ammesso (resta soltanto da vedere quale applicazione pratica avrà la decisione in paesi come l'Italia, la Francia, l'Olanda, la Jugoslavia e la Romania, soprattutto), che gli uccelli migratori non sono stati creati ad esclusivo uso e consumo di chi si diletta ad ucciderli ma «costituiscono un patrimonio internazionale che deve essere saggiamente amministrato ». Prosegue il documento: «Bisogna considerare il numero sempre crescente dei cacciatori in Europa e altrove, poiché le " cacce turistiche " nelle regioni dove gli uccelli svernano (Africa, Asia ecc.) recentemente sono divenute molto popolari. Inoltre alcune specie di tali uccelli sono in diminuzione notevole, fenomeno che non può essere imputato soltanto alla caccia ma allo stesso tempo alla distruzione di particolari ambienti naturali, ai fenomeni di inquinamento ecc. E' dovere di ogni cacciatore — si afferma ancora a Varsavia — imporsi delle restrizioni. Se non comprendono questa nuova evoluzione della caccia internazionale, i cacciatori di oggi rischiano di distruggere anche la caccia di domani ». Gli uccelli migratori, dai tordi, allodole e colombacci, alle varie specie di anatidi e trampolieri sono per definizione quelli che non conoscono frontiere. In primavera e nell'autunno inoltrato attraversano numerosi paesi che separano i loro luoghi di nidificazione da quelli di svernamento. L'Italia è percorsa da alcune di queste vie di migrazione, che per un fenomeno che trova spiegazione soltanto nelle meraviglie della natura, sono sempre le stesse: le isole tirreniche, i valichi alpini ed appenninici. E' in queste zone che avvengono, ogni anno, le maggiori stragi. Come in Italia, in Jugoslavia, nei Paesi balcanici e in Ispagna (valichi dei Pirenei). Nel nostro Paese sono i migratori che fanno le spese della smania di sparare di circa due milioni di cacciatori (quasi un miliardo di cartucce all'anno). Le « cacce turistiche », negli ultimi tempi hanno allargato il fenomeno ad altri paesi e la strage è ancora più grave, al punto che le correnti di migrazione si sono considerevolmente assottigliate. La preoccupazione del Cic (si fanno anche voti affinché vengano allestite oasi di riposo per i volatili, si auspica che siano conservate le attuali zone umide, le paludi, e si invitano i governi a firmare una convenzione in questo senso) trova pieno riscontro in Italia, dove da più parti gli organi responsabili sono sollecitati a porre un freno alle stragi di selvaggina, tenendo conto anche della degradazione ambientale che si è avuta un po' su tutto il territorio in seguito all'incremento demografico, al fenomeno edilizio in espansione ed al processo di industrializzazione, legato anche alle attività agricole. E' certo che la caccia costituisce uno degli elementi della degradazione ecologica del territorio. Ne sanno qualcosa gli agricoltori, che tuttavia con gli anticrittogamici sono responsabili, non meno di altri, della morte di milioni di volatili. Omero Marraccini