Oggi s'inaugura il congresso su giustizia e informazione di Clemente Granata

Oggi s'inaugura il congresso su giustizia e informazione La cerimonia a Palazzo Madama alle ore 17 Oggi s'inaugura il congresso su giustizia e informazione Discorso del ministro Zagari, presenti i maggiori giuristi italiani - Da domani a domenica le relazioni e la discussione • Un confronto aperto d'idee su problemi attualissimi e di grande rilievo per la vita democratica - Rapporti magistratura-stampa Oggi s'inaugura il XV Congresso dell'Associazione nazionale magistrati che tratterà il tema: « Giustizia ed informazione ». La cerimonia si svolgerà a Palazzo Madama alle ore 17. Interverranno il ministro di Grazia e Giustizia, Zagari; il sottosegretario Pennacchini; il presidente della Corte Costituzionale, Bonifacio; il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Bosco, ed il presidente della Corte di Cassazione, Stella Richter. Dopo il saluto del procuratore generale della corte d'appello. Colli, il ministro Zagari pronuncerà un discorso. I lavori dell'Associazione, che comprende la maggior parte dei magistrati italiani (l'Umi si distaccò nel 1961), cominceranno domani alle 9 a Palazzo Lascaris per concludersi domenica mattina dopo tre giorni di serrato dibattito. Sono previste quattro relazioni di giudici In rappresentanza delle correnti In cui si divide l'Associazione: Giuseppe Lumia, consigliere di corte d'appello di Palermo, per Magistratura indipendente: Giorgio Sforza, della pretura di Milano, per Terzo Potere; Giovanni Verde, del tribunale di Napoli, per Terzo Potere-Impegno costituzionale e Domenico Pulitanò, anch'egli giudice del tribunale di Milano, per Magistratura democratica. Sono annunciate Inoltre le comunicazioni dell'avv. Dall'Ora e di altri dodici magistrati: Senese, lannino, Calabrese, Raimondi, De Vincentiis, Casadei Monti. Pogliani, Testi, Accattatis. Pecorini, Pizzorusso e Ferri. E' previsto anche l'intervento nel dibattito di alcuni dei 600 delegati che hanno Inviato la loro adesione. Ma il fatto nuovo delle quindicesime assise dell'Associazione magistrati è costituito dall'intervento dei giornalisti. Domenico Bartoli, direttore de « La Nazione », svolgerà la relazione introduttiva: Il capocronista de « La Stampa », Ferruccio Borio, quella conclusiva. Non saranno quindi in veste di semplici spettatori e cronisti dell'avvenimento, ma di protagonisti. Un ruolo attivo, critico, che permetterà di puntualizzare certi aspetti incongruenti del nostro ordinamento che costituiscono altrettanti limiti della libertà di stampa proclamata dall'articolo 21 della Costituzione, e rendono molto spesso seriamente problematica la possibilità di un'informazione completa ed obiettiva. Senza contare le frizioni, i malintesi che a volte sorgono tra la magistratura ed i responsabili dell'informazione. Se n'è discusso sovente, a volte in modo animato, ma sinora non si è mai avuto un dialogo aperto, un sereno confronto d'idee. I giornalisti potranno portare il valido contributo delle loro esperienze personali, maturate In anni di lavoro. E c'è da sperare che dal congresso scaturiranno indicazioni e direttive per una seria, efficiente riforma del settore. II problema della libertà di stampa coinvolge molteplici aspetti ed è logico, se pensiamo che II diritto costituzionale di esprimere liberamente il proprio pensiero è Il pilastro fondamentale di un ordinamento veramente democratico. Ma è soprattutto nei confronti della pubblicazione di notizie relative ad inchieste giudiziarie che II problema assume gli aspetti più acuti e si rivela più che mai necessaria un'opera di revisione. Il tema del congresso dunque è attualissimo. La situazione si presenta in un certo senso paradossale. Da un lato c'è la norma fondamentale dell'art. 21, dall'altro tutta una serie di disposizioni che appaiono ed a volte sono in contrasto senza possibilità di dubbio. Si pensi ai cosiddetti « reati di pensiero », ma soprattutto al segreto istruttorio. Negli anni passati con una serie di riforme parziali è stato in parte eroso il segreto istruttorio « interno » che vietava un'effettiva partecipazione della difesa agli atti istruttori. Nulla è stato fatto per quello » esterno » che coinvolge in primo luogo la libertà d'Informazione. Ancora oggi è formalmente in vigore l'art. 164 del codice di procedura penale che vieta la pubblicazione « del contenuto di qualunque documento e di ogni atto scritto e orale relativo all'istruzione formale o sommaria, fino a che del documento o dell'atto non siasi data lettura nel dibattimento a porte aperte », oppure in caso di proscioglimento istruttorio » fino a che sia possibile la riapertura dell'istruzione ». Gli stessi magistrati si rendono conto che una disposizione così rigida non è applicabile e alcune volte vi derogano fornendo loro stessi qualche indicazione sui procedimenti in corso. Segno che la norma ha fatto il suo tempo ispirata oltretutto com'era al principi di uno Stato totalitario. Ma non sarebbe meglio a questo punto introdurre qualche intelligente modifica, trovando un giusto contemperamento tra l'interesse alla riservatezza che in alcuni casi è una tutela per lo stesso imputato e l'interesse pubblico dei cittadini all'informazione? C'è il problema della diffamazione a mezzo stampa. A parte l'estremo rigore delle sanzioni (si arriva a comminare in astratto un | massimo di sei anni di carcere). ; si avverte l'esigenza di ammettere una più larga applicazione del principio dell'excepf/'o veritatis. Esso consiste nel fornire la prova della verità dell'addebito. Attualmente è ammesso in un numero limitato di casi. Negli altri è sem¬ pre a discrezione del querelante. Questo del segreto istruttorio e della diffamazione non sono che esempi, anche se molto significativi. In realtà il dibattito « Giustizia ed informazione » si articolerà nella trattazione di altri temi, tra cui quello, fondamentale, della libertà del giudice e dei limiti che egli stesso incontra nel raggiungimento della verità. Gli ostacoli presentati da una serie di segreti (familiare, politico, militare) sono a volte notevoli. E si sente anche qui l'esigenza di un oculato intervento del legislatore. A beneficiarne sarà in ultima analisi la pluralità dei cittadini. Clemente Granata

Luoghi citati: Milano, Napoli