Merzario: "Le nuove varianti del circuito sono pericolose" di Arturo Merzario

Merzario: "Le nuove varianti del circuito sono pericolose" Un articolo su Monza del pilota della "Ferrari 312-B3,, Merzario: "Le nuove varianti del circuito sono pericolose" Arturo Merzario corre ! oggi a Monza con la Ferrari. Ecco le sue sintetiche impressioni sull'autodromo, ac- a compagnate . ' m. da un ideale giro di pista al volante della 312-B3, una monoposto capace di sviluppare quasi 490 Cv e di sfiorare i 300 l'ora. Visto che si parla tanto di Monza, vorrei anch'io dire qualcosa su questo autodromo destinato fra pochi anni alla chiusura. Secondo me, ci troviamo davanti ad una pista ormai superata. Il pilota, ciascun pilota, non ha che scarse possibilità di dimostrare le proprie doti. Con una vettura molto veloce non è difficile rimanere insieme con i migliori. Ora ci sono le varianti, ma sono un rimedio modesto, almeno nella forma attuale. Non mi piacciono, sono pericolose: bisognerebbe ridisegnarle. Soltanto cosi Monza tornerebbe ad essere un tracciato valido sotto tutti i punti di vista. E questo non lo dico perché in prova ho lievemente « toccato » con la monoposto alla seconda delle due varianti. Proviamo a compiere un giro di questa pista con la mia Ferrari. I riferimenti che riguardano le velocità sono soltanto indicativi: nel cruscotto della 312-b 3 non esiste un tachimetro ma soltanto il contagiri. Ed è valutando il numero dei giri da esso riportato nei vari punti del circuito che pos¬ so approssimativamente calcolare la velocità. Dunque, mi infilo nell'abitacolo, lo sono magro e peso una cinquantina di chilogrammi e, in relazione alle nuove norme di sicurezza, le misure del posto di guida sono state allargate: mi infilo facilmente. Sono in tuta, casco in testa e guanti ignifughi alle mani. Mi aiutano ad allacciare le cinture di sicurezza: anche gli automobilisti comuni farebbero bene ad usarle. Un colpetto alla levetta che aziona le pompe di benzina, un altro a quella che comanda l'impianto elettrico generale e premo il bottone del motorino di avviamento. Il cambio è in folle. Un ruggito del motore. Inserisco la « prima », mi avvio. Il semaforo del box mi dà luce verde, entro nella pista propriamente detta. Un giro di « riscaldamento » ed eccomi nel rettilineo delle tribune e dei box. La carreggiata è larga, non ci sono problemi. Stringo sulla destra e mi preparo ad affrontare la prima « chicane ». Come ho già accennato, è un punto che non mi piace. Non è neanche una curva, è un qualcosa di ibrido. E' stretta, non c'è spazio per i sorpassi, basta una slittata di 10 cm per toccare nei guard-rail o nei cordoli: un colpo cosi può romperti una ruota o una sospensione. C'è un solo modo per superarla: andare piano, il che vuol dire scendere dai 270 l'ora del tratto precedente a circa 150. Ne sono fuori, accelero con decisione fino a riportarmi in « quinta ». Ecco il « curvone », un altro punto insidioso di Monza. Il fondo stradale è pessimo, l'asfalto è tutto un rattoppo, la vettura ondeggia e saltella, bisogna correggere lievemente la traiettoria. E qui si fila davvero. Non capisco perché abbiano rifatto il manto sul rettilineo delle tribune e non In questa curva così pericolosa. Un rettifilo appena movimentato dalla « roggia » e mi preparo alle due curve di Lesmo, un paese appena fuori del circuito. E' una zona buona per sorpassare: chi ritarda la frenata ha la possibilità di superare i rivali. Occorre molta attenzione, però, perché l'asfalto è scivoloso. « Terza », « quarta », « quinta » prima del sottopas¬ saggio del vecchio ovale di velocità. Più avanti, due anni fa mi presi un grosso spavento, rimanendo coinvolto con una Ferrari Sport in un incidente: passai non so come sui rottami della macchina di uno svizzero che era uscita di strada. Alla « Ascari » si apre la seconda •< chicane ». Stesso discorso della prima. Rettifilo ed arriva la « parabolica ». Anche questo è un punto buono per i sorpassi. Imboccare bene questa curva significa uscire più veloci nel successivo rettilineo delle tribune e guadagnare qualcosa sugli altri. Non adopero sempre la stessa traiettoria, anche perché spesso si arriva insieme con altri piloti e bisogna accontentarsi. « Quarta », ■< quinta », passo davanti ai box, supero la torre dei cronometristi, freno e scalo di marcia. Rieccomi alla « chicane ». Sembra facile, ma specie in gara, a parte la stanchezza fisica, lo « stress » nervoso è fortissimo. Non ci si può concedere un attimo di riposo, se lo fai, addio. Un altro ti ha già sorpassato. Arturo Merzario ©=kmh130 (JD=kmh215 Q--kT,"285 »ZT 0 O HI !lifllO CIN1RO RITTIfltO TRIBUNE e ! e - a ' m

Persone citate: Arturo Merzario, Merzario

Luoghi citati: Lesmo, Monza