Riso: maggiore la produzione di Bruno Pusterla

Riso: maggiore la produzione Il convegno di Vercelli Riso: maggiore la produzione Clima di tensione alla fine del congresso Due "nodi": i mercati e i prezzi - Una analisi della situazione internazionale (Nostro servizio particolare) Vercelli, 8 settembre. Un salto di qualità, rispetto alle precedenti edizioni, ha caratterizzato l'Ottavo Convegno di risicoltura per l'impegno e la qualificazione con i quali ha esaminato e discusso i problemi della tecnologia, della meccanizzazione aziendale, della ricerca, del miglioramento genetico, dell'aumento del tenore proteico del riso ed infine della sua economia di mercato. Non è tuttavia esagerato affermare che il maggior assillo dei produttori risicoli sia in questo momento quello dei mercati e dei prezzi della produzione. Il termometro di questa situazione, che è di particolare tensione, è stato confermato dal clima nel quale si sono conclusi i lavori del convegno e dalle vivaci richieste avanzate al ministro dell'Agricoltura, presente alla mani.'estazione. L'analisi della situazione mondiale riguardante la produzione ed i consumi del riso denuncia che in questi ultimi dieci anni, dal 1962 al 1972, il mercato internazionale è passato attraverso 4 fasi ben distinte: una fase di relativa stabilità tra il 1962 ed il 1965; una fase di ascesa dei prezzi dalla fine del 1965 al 1968; una fase di crisi, con flessione di prezzi, dalla fine del 1968 a tutto il 1971 ed infine una quarta fase di rapida ripresa di prezzi con gli inizi del 1972, impennatisi poi nella primavera dell'anno in corso. Dal 1970 al 1972 la produzione mondiale di risone sarebbe diminuita dell'8,8 per cento circa essendo 270 i milioni di quintali prodotti in meno, di cui circa 187 nei Paesi asiatici, Cina compresa. Da questa situazione ha preso le mosse l'impennata mondiale dei prezzi che ha come concause anche una politica di ridimensionamento della produzione risicola in Giappone, un alleggerimento delle scorte, soprattutto negli anni 1970-71, un andamento sfavorevole della produzione mondiale nel 1972 nei Paesi asiatici e i danni causati alle risaie dalle ostilità in atto in alcuni Paesi. Ma soprattutto sfavorevole andamento delle produzioni cerealìcole dell'Urss, costretta ad acquistare oltre 200 milioni di quintali di grano dagli Usa, ha spinto al rialzo i mercati cerealicoli, mentre generalizzati processi inflazionistici unitari hanno portato all'accaparramento di materie prime e quindi al loro forte rialzo di prezzo, dato lo squilibrio tra domanda ed offerta. Di fronte a questa situazione nel maggio scorso la Cee interveniva tardivamente a salvaguardia del mercato interno con un provvedimento di blocco delle esportazioni di riso dall'area comunitaria, mantenendo ancora in vita il quale le conseguenze si fanno oggi pesanti. Infatti in Italia ad un aumento della produzione di riso che nel giro di dieci anni è stato dell'ordine del 70%, ha fatto riscontro, per lo stesso periodo, una diminuzione della domanda interna del 26%. L'asportazione è quindi per la nostra risicoltura di vitale importanza, come ha sottolineato il prof. Bonato nella sua stimolante relazione allorquando ha affermato che « siamo giunti ad una incidenza della esportazione sulla totale produzione che non può non considerarsi critica in quanto cresce in misura notevole la dipendenza della nostra economia risicola dai mercati mondiali accentuando così il grado di rischio e di incertezza ». Per queste ragioni ed in previsione di un raccolto che raggiungerà quest'anno, per la prima volta, i 10 milioni di quintali, i risicoltori hanno chiesto al ministro dell'Agricoltura solleciti interventi presso l'autorità comunitaria affinché sia immediatamente revocato il provvedimento di divieto di esportazione verso i Paesi terzi. Infatti l'eccedenza di disponibilità di riso rispetto al fabbisogno interno supererà, a mietitura ultimata, i 4 milioni di quintali. A tale proposito il presidente dell'Unione agricoltori di Vercelli, geom. Borasio, ha aggiunto che «il delicato meccanismo dei mercati non venga gravemente inceppato dal protrarsi del divieto di vendita di riso extra Paesi della Cee, tanto più che i motivi che l'hanno determinato (carenza di prodotto, prezzi alla produzione in rialzo, ritardo nella raccolta) sono venuti meno. In caso contrario le aziende risicole incontrerebbero subito difficoltà notevoli di conduzione». Analoghe previsioni e richieste sono state espresse dal presidente della Camera di Commercio Biginelli e, sia pure con motivazioni diverse, dallo stesso segretario della Federbraccianti di Vercelli Mandrini. Il ministro Ferrari Acc—l Aggradi da parte sua ha assicurato che sono all'esame congegni atti a corrispondere a queste esigenze. « E' chiaro — ha detto — che il provvedimento ha natura eccezionale e va quindi considerato come transitorio; ma deve essere anche chiaro che riversando verso l'estero quantità eccessive di prodotto, sì determinerebbe una pericolosa carenza all'interno e si ripeterebbe il fenomeno dei mesi scorsi ». Questo pare essere quindi l'orientamento del governo italiano che a Bruxelles dovrà quanto prima esaminare la situazione risicola e ricavarne le conseguenti scel- Bruno Pusterla

Persone citate: Biginelli, Bonato, Borasio

Luoghi citati: Bruxelles, Cina, Giappone, Italia, Urss, Usa, Vercelli