Napoli esce dallo "choc"

Napoli esce dallo "choc" Il colera ha messo a nudo le piaghe Napoli esce dallo "choc" L'ufficiale sanitario del Comune parla sui problemi da risolvere: disastrosa situazione igienica, inquinamento, incerta attività commerciale, disoccupazione (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 8 settembre. Si incomincia a superare lo choc. La gente si scuote la paura di dosso e si guarda attorno. La città non è la stessa di due settimane addietro. Il colera l'ha sconvolta: ha messo impietosamente a nudo tutti i suoi guai. Ferite a cui non era stata data importanza si sono fatte più profonde. «Bisogna mettersi a lavorare subito», ha detto o scritto qualcuno in questi giorni. Che cosa c'è da fare? «Tutto». E' la risposta secca ed eloquente dell'ufficiale sanitario del Comune di Napoli, dott. Ormanni. «Forse siamo al dopo colera — ha detto ancora — il peggio pare passato. Però, completata la barriera sanitaria più immediata, si dovrà pensare a risolvere i problemi che hanno fatto precipitare le cose». I guai di Napoli sono tanti. Vanno da una disastrosa situazione igienico-sanitaria a un'incerta attività commerciale, fondata sull'ambulantismo e sull'improvvisazione. Inquinamento e disoccupazione sono altri due temi specifici del complesso quadro generale. Un bubbone che ribolliva da anni è scoppiato improvviso, prostrando una città e una regione nel loro momento economico più fortunato dell'anno. Dovevano essere questi i giorni di Piedigrotta, del Festival della canzone, delle manifestazioni cinematografiche e di altri avvenimenti ancora. Tutto questo doveva significare alberghi pieni, allegre serate nei ristoranti, lavoro per tut¬ e a o a a . o a o o a i i o e ¬ ti. Invece, le luminarie di Piedigrotta sono rimaste spente. Un petardo, qualche fuoco d'artificio salito a squarciare la notte per iniziativa di qualche isolato: forse un gesto di stizza o di sfida al destino. Null'altro. Napoli e la sua provincia sono state messe in ginocchio, sull'orlo del k.o. Che cosa è necessario soprattutto? Primo, egli enumera, ristrutturare il sistema fognario; secondo, rimodernare il servizio di nettezza urbana; terzo, dare dimensioni più concrete alle attività commerciali, soprattutto nel settore degli alimentari, dove sono più numerosi gli ambulanti, molti dei quali abusivi. Tre punti. Riflettono tutti i mali di Napoli. Il medico li segnala. Ai politici ora il compito di non trascurarli ancora. La rete fognaria è rimasta quella costruita immediatamente dopo il colera del 1884 (seicento chilometri di condotte), mentre l'estensione della città si è triplicata e la popolazione si è più che raddoppiata. Tutto ciò che le fognature trasportano (escluso il collettore di Cuma che si scarica altrove) si riversa nel mare, dove finiscono anche i liqua- j mi del resto della Campania. Per questo il Golfo è ammalato. Accanto a questo inquinamento vi è poi quello industriale. Soprattutto il primo comporta un danno altissimo per la salute pubblica. Il professor Alfredo Paoletti, direttore dell'istituto d'igiene della facoltà di Scienze, in un'intervista ha detto: « Se potessimo risparmiare le j grosse somme che si spendono per curare gli ammalati di febbre tifoidea, di epatite virale e ora di colera (al quale non si osava pensare), potremmo largamente risolvere i grossi problemi igienico-sanitarì che affliggono la nostra città ». Secondo il professor Paoletti, l'inquinamento industriale non ha arrecato danni dimostrati, anche se ha comportato problemi di carattere ecologico e turistico. Naturalmente il problema del disinquinamento non è di facile soluzione. « Le spese saranno nell'ordine dei miliardi — ha detto l'ufficiale sanitario del Comune di Napoli — ma soprattutto l'azione di bonifica dovrà essere concordata fra i Comuni perché l'opera sia articolata e totale ». Altro grosso neo di Napoli: le case malsane del vecchio centro. Mancano dei servizi minimi indispensabili. Umide, basse, buie. Le abitano alcune centinaia di migliaia di persone. Il conto esatto sfugge. Forse sono circa seicentomila. Al borgo marinaro i carabinieri hanno scoperto un cimitero di cozze putrefatte. Alcuni zatteroni marciti sono stati distrutti ccn il fuoco. Negli altri centri della costa prosegue la distruzione dei vivai di mitili. Negli ambulatori si è praticamente conclusa l'operazione di immunizzazione. Nella sola Napoli si calcola che siano state vaccinate un milione e duecentomila persone. Renato Romanelli

Persone citate: Alfredo Paoletti, Ormanni, Paoletti, Renato Romanelli

Luoghi citati: Campania, Comune Di Napoli, Napoli