Un compiacente colonnello di riduceva tasse, ma era un truffatore

Un compiacente colonnello di riduceva tasse, ma era un truffatore Arrestato dopo una lunga serie di raggiri Un compiacente colonnello di riduceva tasse, ma era un truffatore E' un savonese dì 47 anni - Si presentava anche come giornalista e ingegnere (Dal nostro corrispondente) Milano, 7 settembre. (g.m.) E' cominciata a Milano la lunga «carriera» di Antonio Scotto, un savonese di 47 anni, arrestato a Reggio Calabria per truffa: spacciandosi di volta in volta per colonnello della Guardia di Finanza, giornalista e ingegnere, è riuscito per anni a mettere a segno raggiri in tutta Italia. L'ultima impresa, quella che gli è stata fatale, Antonio Scotto l'ha tentata ai danni di Antonio Versace, proprietario d'un negozio di elettrodomestici in via Caserta, a Reggio Calabria. Lo Scotto si è presentato al commerciante spacciandosi per il colonnello Gregoretti ed ha incominciato a discutere con lui dell'incartamento relativo al pagamento di tasse per tre milioni di lire, che il Versace deve all'Erario. Il se^. :ente colonnello do¬ po aver prospettato le varie possibilità, si è dichiarato disposto a chiudere la pratica con il pagamento immediato di un milione e mezzo di lire. Il commerciante non si è lasciato convincere; ha convocato un autentico ufficiale della Guardia di Finanza e il «colonnello Gregoretti» ha concluso in carcere la sua lunga attività truffaldina. Nel 1967 Antonio Scotto operò anche a Milano, dopo essersi allontanato dalla casa di lavoro di Castelfranco Emilia. Nel capoluogo lombardo si presentò con il nome di Carlo Romano a una donna convincendola a versargli del denaro che doveva servire per realizzare un documentario televisivo sulla «Befana del vigile ». Con altro nome si fece consegnare altro denaro, da altre persone, con la lusinga dell'apertura di una agenzia giornalistica. Dopo aver emesso assegni a vuoto per alcuni milioni, Antonio Scotto se ne andò a Genova dove, spacciandosi a seconda dei casi come giornalista e ingegnere, riuscì a truffare molti industriali promettendo l'inserzione della ditta in un'inesistente «storia e biografia delle industrie italiane». Successivamente aprì un ufficio intestato alla «Cronica-Mondial Press» che riservò agli agenti di polizia. Quando venne perquisito vennero trovati alcuni timbri dell'ispettorato della Motorizzazione e del ministero di Grazia e Giustizia nonché una «carta di credito» dello stesso ministero. Il documento doveva servire per una colossale truffa ai danni di alcuni partiti politici, impegnati nella campagna elettorale. Antonio Scotto stava per ottenere un finanziamento per un'ipotetica pubblicità su giornali della Liguria, Toscana e Piemonte.

Persone citate: Antonio Scotto, Antonio Versace, Carlo Romano, Gregoretti, Versace