Polemiche a Parigi

Polemiche a Parigi Polemiche a Parigi (Dal nostro corrispondente) Parigi, 7 settembre. Un «vile sollievo» (come disse Leon Blum nel 1938 dopo la conferenza di Monaco con la quale fu evitata, ma soltanto momentaneamente, la guerra) si constata a Parigi dopo la partenza dei cinque terroristi palestinesi (che mandarono, prima, un messaggio di compiacimento al presidente Pompidou per «la saggezza del suo comportamento») coi loro ostaggi. Ma, contemporaneamente, molti s'interrogano, come Le Figaro: «Per le autorità francesi l'operazione è stata un successo o un insucceso?». Un lato positivo c'è, poiché sono state salvate tre donne fran¬ cesi, e con esse una tunisina e altri quattro ostaggi saudiani. Ma sei cittadini (non cinque come fu detto ieri) sono tuttora nelle mani dei terroristi i quali mantengono la minaccia di ucciderli se il governo giordano non rimette in libertà il capo palestinese Abu Daud. Poiché re Hussein non sembra disposto a cedere al ricatto, la vita di quattro innocenti è sospesa ad un filo. Ed è stata la Francia a permettere che venissero portati via. Il gruppo dei deputati «riformatori» si è rivolto al governo affermando che la conclusione del dramma svoltosi all'ambasciata saudita «ha creato in una larga frazione dell'opinione pubblica francese un evidente malessere e provocato un vero e proprio sentimento di rivolta a causa della discriminazione fatta tra gli ostaggi a seconda della I loro nazionalità». I «riformatori» chiedono poi al primo ministro di «precisare in quali condizioni il governo ha proposto o si è associato ad una soluzione che ha permesso ai terroristi di portar via i loro ostaggi sauditi incatenati sul territorio nazionale sotto la protezione delle forze di polizia». Chiedono infine se tale modo di procedere era stato approvato dal governo saudita. Il governo saudita avrebbe presentato una protesta all'ambasciatore di Francia. Re Feysal sarebbe irritatissimo considerando che i suoi diplomatici in Francia erano sotto la protezione di Parigi e deplorerebbe che il governo francese abbia pensato a far liberare soltanto i suoi cittadini. Ma le autorità francesi affermano, in propria difesa, che l'operazione si è svolta conformemente agli impegni assunti da tutti gli ambasciatori arabi insieme, e quello dell'Arabia Saudita non si è opposto alle trattative. Anche se non ha sottoscritto l'accordo, come hanno fatto i suoi colleghi, era presente all'aeroporto del Bourget alla partenza dei terroristi con gli ostaggi sauditi e non si sarebbe opposto. E' certo tuttavia che gli ostaggi sauditi portati via dai terroristi non sono stati interrogati per sapere se erano d'accordo. Pare d'altra parte che il commando palestinese non abbia completamente realizzato il piano che aveva preparato. Sperava infatti di trovare nell'ambasciata anche il figlio di re Feysal, attualmente a Parigi, e l'ambasciatore, ma entrambi erano assenti quando ha occupato la palazzina. 1. m. (A pag. 15: « Vivi contrasti alla conferenza di Algeri » di Igor Man e Gior I gio Romano).

Persone citate: Bourget, Daud, Feysal, Igor Man, Leon Blum, Pompidou