Giuliana d'Olanda è regina da venticinque anni di Mario Ciriello

Giuliana d'Olanda è regina da venticinque anni Giuliana d'Olanda è regina da venticinque anni Un trono "alla buona,, Il giubileo è celebrato con grandi festeggiamenti, ma senza alcun solenne apparato - La sovrana ha invitato gli olandesi a considerare l'anniversario come "una festa in famiglia" Gli stessi repubblicani vogliono sì rovesciare la monarchia, ma attendono il "dopo Giuliana" (Dal nostro inviato speciale) L'Aia, 6 settembre. Sono passati 25 anni da quando Giuliana divenne regina d'Olanda, e questa settimana la piccola nazione celebra questo «giubileo d'argento». E' da lunedì che l'Olanda è in festa e oggi la famiglia reale ha percorso in cocchio le belle vie dell'Aia, sotto un sole rovente, tra i saluti di migliaia e migliaia di cittadini. Vi erano tutti: Giuliana, il marito principe Bernardo, le quattro figlie Beatrice, Irene, Margriet e Cristina, i loro mariti e i nove nipotini della sovrana. Vi è stata un'unica dimostrazione non in sintonia con le altre, quella di numerosissimi olandesi insoddisfatti per la semplicità delle cerimonie, anzi per la loro quasi totale assenza. Insomma, avrebbero voluto di più. Austerità Si dice che sia stato il nuovo governo di centro-sinistra (una coalizione di cinque partiti, capeggiata dal premier J.M. den Vyl) a imporre questo regime di austerità. Niente parate militari, niente sprechi, niente ostentazione. Ma è difficile pensare che Giuliana non si sia trovata d'accordo, questa sovrana che, a differenza di Elisabetta d'Inghilterra, ha affrancato il protocollo di corte da ogni vestigio feudale, ha vietato ai sudditi d'inchinarsi e li ha esortati, in questi giorni, a comportarsi come se il giubileo fosse «una festa in famiglia». Ed è quanto è avvenuto. Niente soldati, ma tanta letizia: niente bandiere, ma tanto affetto. Viviamo in un'epoca che, con tutti i suoi difetti, non si fa più impressionare facilmente dai riti, monarchici o repubblicani che siano. E' un segno di maturità e di democrazia. Ecco perché queste giornate olandesi meritavano di essere vissute. Si è assistito a un incontro di una nazione ricca e civilissima, all'avanguardia in innumerevoli settori sociali e industriali, che nonostante le sue interminabili dispute politiche, nonostante il suo cocciuto individualismo e nonostante, persino, i frequenti dubbi sull'utilità della monarchia come istituzione, è però attaccatissima a Giuliana come persona, nonché alla sua Casa, quella degli Orange-Nassau. Insomma, un incontro che è stato un abbraccio. Due eventi sono stati rivelatori: una mostra di quadri all'Aia e la visita compiuta ieri da Giuliana a Tilburg, nel Brabante. Alcuni mesi fa, la sessantacinquenne regina posò per 25 giovani pittori olandesi. Chi conosce l'Olanda, la sua tolleranza (ì soldati si mettono l'elmetto, ma restano capelloni) e la sua attuale fase di permissiveness, immaginerà facilmente come quegli artisti arrivarono alla reggia: chi in sandali, chi in blue jeans. Uno era stato accusato, non molto tempo prima, di pornografia. Ma in nessuna delle tele troviamo astio o malanimo, e nepure deferenza. O solitaria figura in bicicletta, o eterea visione su un cavallo, o bonaria casalinga con un ca- gcaqcBmssstsrclnlmul gnolino in braccio. Giuliana ci appare sempre stimata e amata. Si guardano questi quadri e si capisce perché la chiamino «la nonna dei Paesi Bassi». Sempre con tutti i suoi familiari, la «nonna» si è presentata, martedì sera, a uno spettacolo televisivo. Ha assistito a un delizioso documentario sulla sua vita, ha risposto alle domande di spettatori e intervistatori. Uno le ha chiesto: «Perché non può tollerare la pompa e le cerimonie?». «Perché le trovo umilianti. Sono una persona come tutte le altre. Anzi, sono una donna assai semplice». (Sono così tornate alla mente le parole da lei pronunciate quando fu incoronata nel 1948. Tutti si aspettavano una solenne orazione e lei, invece, esclamò attonita: «Ma chi mai sono io, che posso far questo? Sedere su un trono?»). I tredici milioni di olandesi hanno deciso di farle un regalo per il giubileo, ma lei ha già deciso che la somma sia destinata a un centro per i bambini malati di reni e ad altre iniziative per i fanciulli poveri all'estero. Alla tv ha detto: «A me basta che diate una sporta per fare la spesa». Una vacanza Seguita dalle telecamere, la regina ha quindi afferrato a caso uno dei 320 palloncini colorati, con i nomi di 320 Comuni olandesi. La località scelta le avrebbe fatto da «anfitrione» il giorno successivo, ieri. La sorte ha favorito Tilburg, una linda e moderna cittadina industriale, nel Sud cattolico, con 154 mila abitanti. Abbiamo seguito questa visita ed è stata una gioconda vacanza. Che piacere vedere una comunità che accoglie il suo Capo dello Stato senza bandiere, senza vessilli, senza i tetri cortei di autorità e notabili, e con pochi ma efficientissimi e simpatici poliziotti! Giuliana è giunta al municipio — sempre con figlie e mariti e nipotini — accolta, più che da una acclamazione, da un grido di gioia. Sotto quel suo cappellone rinascimentale di discutibile eleganza, rideva felice, stringeva centinaia di mani. Circa venticinquemila altre persone si erano, frattanto, radunate in un vastissimo spiazzo verde, verso la periferia. I ragazzini in prima fila. Il caldo era brutale, da agosto palermitano. All'arrivo di Giuliana, ogni disciplina si dissolveva. In pochi attimi, la regina si trovava tra una folla esultante. Quando finalmente potevano sedersi, il principe Bernardo e il marito di Beatrice, principe Claus von Amsberg (prima avversato dai giovani olandesi perché tedesco, ora preferito a Bernardo perché considerato «di sinistra»), si toglievano la giacca Aveva così inizio una specie di festa campestre, con la di scesa dal cielo di un manipolo di paracadutisti, civili, con l'ascesa nel cielo di una mongolfiera, qualche canto e tanta allegria. Una bimba perse la mamma e rimase con Giuliana fino a quando la rintracciarono. Non sarà facile per Beatrice, quando il giorno verrà raccogliere l'eredità della madre. Fra Giuliana e gli olandesi vi è un rapporto indubbiamente personale, più che istituzionale: gli stessi avversari della monarchia hanno proposto di instaurare una Repubblica, ma non subito, soltanto quando questa sovrana lascerà il trono. Un commentatore ha scritto: «Amiamo Giuliana perché sa che ognuno di noi è diverso e ci accetta come siamo». Nel suo discorso di Natale, nel 1965, Giuliana disse: «E' un'epoca piena di interrogativi. Tutto è sotto esame. Si cercano nuovi valori. Ciò esige coraggio, e non vi è motivo di aver paura. Molti degli attuali concetti sono superati». Pochi leaders, ovunque, hanno parlato così. Mario Ciriello Amsterdam. La regina Giuliana d'Olanda (Telefoto L'pi)

Persone citate: Claus Von Amsberg, Giuliana D'olanda