Per la nuova Camera

Per la nuova Camera Per la nuova Camera Le elezioni in Norvegia I "partiti borghesi" contro i socialdemocratici, che hanno la maggioranza relativa - Non escluso un avvicinamento al Mercato Comune (Nostro servizio particolare) Oslo, 6 settembre. Gli esperti ritengono che le prossime elezioni norvegesi, 9-10 settembre, saranno particolarmente importanti e significative. Per due ragioni: si tratta della prima consultazione elettorale dopo una serie di travagli governativi piuttosto singolari culminati nel referendum per il Mercato comune conclusosi in modo imprevisto (no per l'Europa) ; e precedono di soli otto giorni, quindi certamente influenzandole, le elezioni svedesi. Sono in gioco quindi Europa e socialdemocrazia, in un complesso politico, economico e sociale decisamente interessante che coinvolge non solo cinque milioni di norvegesi ma anche altri 18 milioni di scandinavi per non tener conto dei possibili riflessi su scala europea. Nell'attuale Parlamento a Camera unica la ripartizione dei seggi è la seguente: socialdemocratici 74, destra 29, centro 20, democristiani 14, liberali 13. La tradizione vuole che destra, centro, democristiani e liberali, chiamati genericamente partiti borghesi, ora con 76 seggi contro 74, debbano fare fronte comune contro i socialdemocratici ma in effetti nel corso delle passate legislature i compromessi sono stati tanti e spesso i socialdemocratici, anche se in minoranza, hanno po- tuto governare appoggiandosi di volta in volta a uno dei partiti dell'opposizione interessato a un accordo magari solo temporaneo. Nel dopoguerra la Norvegia ha avuto in diversi casi governi borghesi rappresentando un fenomeno, quasi una oasi, nella compattezza socialdemocratica scandinava. Uno di questi governi fu quello di Borten (centro) nato dall'ultima consultazione elettorale del 1970. Nel 1971, però, Borten fu costretto a dimettersi a causa di un episodio di leggerezza che nella piccola Norvegia assunse le proporzioni di uno scandalo. Borten durante un viaggio aereo da Oslo a Bruxelles si lasciò sfuggire ad alta voce dettagli che dovevano rimanere segreti sui contatti tra la Norvegia e il Mercato comune. Le dichiarazioni di Borten, raccolte da un esponente dell'opposizione che viaggiava sul medesimo aereo, portarono a un aspro dibattito in Parlamento. Al governo di Borten fu negata ulteriore fiducia e dovette rassegnare le dimissioni. Gli successero i socialdemocratici, pure in minoranza, ma unica alternativa valida, guidati da Bratteli, uno dei leader classici della socialdemocrazia scandinava. Bratteli, europeista convinto, portò la Norvegia sull'orlo dell'adesione al Mercato comune europeo, ma il referendum, effettuato l'anno scorso, gli fu sfavorevole. I progressisti, gli europeisti di Oslo e delle altre grandi città furono battuti dai pescatori del Nord e dai pastori delle regioni artiche per i quali Europa, adesione. Mercato comune, rappresentavano solo concetti astratti che incutevano dubbi e incertezze non paragonabili al valore pratico della realtà di una società semplice e ordinata ma tranquilla e ottimamente organizzata. A Bratteli successe pertanto Lars Korvald, democristiano e decisissimo avversario del Mercato comune, uomo bigotto e introverso col quale, è stato detto, « la Norvegia ha fatto un passo indietro». Korvald è stato sul punto di dover rassegnare le dimissioni, messo in difficoltà dai colleghi della coalizione. Intanto in questi anni sono successe in Norvegia diverse cose assai interessanti: nel mare del Nord è stato trovato il petrolio, che ha aperto prospettive economiche favolose, il Paese, proprio grazie ai dibattiti sul Mercato comune, è stato messo a contatto con la realtà europea rompendo un isolamento tradizionalista; infine, a causa dell'adesione danese al Mercato comune, si è incrinata la solidarietà nordica, elemento che ha costituito da sempre la base politica della nazione. E' appunto su questi elementi che si è sviluppata la campagna elettorale: come sfruttare e impiegare i ricavati del petrolio, se riparlare di adesione al Mercato comune, cosa fare nei riguardi dei vicini Paesi scandinavi, e cioè se sia meglio seguire deliberatamente la politica economica svedese « non allineata », o staccarsi da Stoccolma per seguire Copenaghen. Previsioni? Difficilissime. Risultati forse sul filo del rasoio. I socialdemocratici appaiono i favoriti dell'ultima ora perché, in un solo anno, il governo Korvald si è visibilmente logorato. Però i socialdemocratici vogliono questa volta la maggioranza assoluta, altrimenti l'opposizione potrebbe trovare nuovamente modo di governare in coalizioni passando sopra alle gelosie. Walter Rosboch

Persone citate: Lars Korvald, Walter Rosboch