Sandra Palano libera su riscatto La polizia uccide ano dei rapitori

Sandra Palano libera su riscatto La polizia uccide ano dei rapitori La ragazza figlia di italiani rapita a Buenos Aires Sandra Palano libera su riscatto La polizia uccide ano dei rapitori Poco prima di mezzanotte l'industriale va all'appuntamento con i banditi: ha con sé una valigia carica di milioni - Gli agenti, nascosti, aspettano che la fanciulla venga liberata, poi escono all'aperto - Sparatorie, inseguimento, assedio - Recuperato il denaro - Uno dei gangsters è stato ucciso, altri feriti Buenos Aires, 4 settembre. Dopo undici giorni di prigionia, Sandra Polano, la quattordicenne figlia dell'industriale di origine friulana Dante Polano, è stata restituita, sana e salva, ai genitori. Uno dei rapitori è rimasto ucciso e due altri sono stati gravemente feriti in uno scontro a fuoco con la polizia. Lo scontro è avvenuto immediatamente dopo la liberazione della ragazza, in un luogo isolato della località di Castelar, nei pressi di Buenos Aires, dopo che il padre, recatosi all'appuntamento segreto, aveva versato il riscatto pattuito. Il danaro è stato recuperato dalla polizia. Stando a quanto si è potuto apprendere da fonti della polizia e da amici della famiglia Polano (l'industriale friulano fino ad ora non si è lasciato avvicinare) la drammatica vicenda si è svolta nel modo seguente. Dopo l'angosciosa altalena di mercanteggiamenti, di offerte e di contro-offerte prolungatasi per undici giorni, dopo l'angoscia dei lunghi silenzi osservati dai rapitori probabilmente per minare la resistenza nervosa e fisica del padre della ragazza, finalmente una telefonata fatta alla fabbrica del Polano (gli stabilimenti «Winco» che producono materiale elettronico) è risultata decisiva: Polano era invitato a recarsi in un luogo deserto di Palomar, poco prima della mezzanotte, portando con sé una valigia con il danaro del riscatto. Non si sa nulla sull'ammontare della somma. L'industriale si è mosso in gran segreto, poiché i rapitori avevano ribadito la minaccia di uccidere la quattordicenne Sandra se Polano fosse giunto accompagnato o se, in un modo o nell'altro, fosse stata avvisata la polizia. Lo «scambio» — ragazza contro danaro — è avvenuto senza incidenti. Ma a quanto pare la polizia, che aveva mantenuto, malgrado l'assenza di una denuncia, una stretta sorveglianza intorno al Polano, era riuscita a sapere dell'appuntamento. Prima ancora dell'arrivo delle parti interessate, la trappola era già tesa. I poliziotti hanno atteso che la ragazza venisse resti- tuita al padre e che entrambi si allontanassero, prima di intimare la resa ai rapitori. Questi hanno risposto con raffiche di mitra. A loro volta gli agenti hanno aperto il fuoco, e la sparatoria, durata vari minuti, ha messo in subbuglio tutta la località. L'appuntamento era stato fissato all'interno di un'autorimessa dove in definitiva ì malfattori si sono trovati intrappolati. La battaglia nel garage si è conclusa con il ferimento di uno dei rapitori, mentre altri, il cui numero non è stato precisato, riuscivano ad uscire dal locale a bordo di un furgone che ha forzato il blocco. Ma altri tre banditi rimanevano appiedati e alla fine si sono arresi. Veniva organizzata la caccia ai fuggitivi, e dozzine di auto della polizia, poste in allarme per radio, si sono lanciate all'inseguimento. Il furgone è stato bloccato dopo citea due chilometri e di nuovo c'è stata una sparatoria. I banditi avevano fermato il veicolo dinanzi alla casa di un medico, dove apparentemente intendevano trincerarsi per opporre un'ultima resistenza e magari tentare di sfuggire alla cattura. Ma la polizia li ha preceduti. Uno dei rapitori è caduto crivellato di pallottole, mentre un altro veniva ferito ed un terzo si arrendeva. Non risulta ancora chiaro se a bordo del furgone vi fossero altre persone e se queste siano riuscite a fuggire. Sembra che i banditi fossero sei. Secondo informazioni non confermate, i rapitori, le cui pretese iniziali erano di due milioni di dollari, si sarebbero accontentati di trentacinque milioni di pesos «vecchi» (circa diciotto milioni di lire) per restituire la ragazza ai genitori. Questa «flessibilità» nelle pretese, manifestata alla fine, sta a confermare che i rapitori di Sandra erano comuni delinquenti alla ricerca di un facile bottino e non militanti di una delle numerose organizzazioni politiche, a sfondo terroristico, che imperversano in Argentina. La giovane Polano, sempre stando a fonti della polizia, avrebbe dichiarato che era stata tenuta in una «prigione» nella località di Merlo, nella periferia di Bunos Aires. Tra i ragazzi che sono stati rapiti in questi ultimi giorni vi è un altro figlio d'italiano: l'undicenne Claudio De Benedictis, figlio di Emilio, uno dei principali grossisti di frutta e verdura della località di José C. Paz, sempre nei pressi di Buenos Aires. Emilio De Benedictis è originario di Manocalzati (provincia di Avellino). Il rapimento è avvenuto giovedì scorso mentre Claudio si recava a scuola a bordo di una vettura guidata da un impiegato del padre. Fino ad ora non se ne sono avute notizie: è chiaro che il «negoziato» è in corso anche per quest'ultima vittima italiana dei rapitori. (Ansa)

Luoghi citati: Argentina, Avellino, Buenos Aires, Bunos Aires, Manocalzati