Colera: 3 i morti a Bari Altra vittima a Napoli di Piero Cerati

Colera: 3 i morti a Bari Altra vittima a Napoli Ora la situazione è più preoccupante in Puglia Colera: 3 i morti a Bari Altra vittima a Napoli Solo per uno dei decessi nelle Puglie è stata accertata l'esistenza del "vibrione": il morto è un contadino di Bisceglie di 67 anni • In Campania le autorità sanitarie hanno sotto controllo il decorso del male che sembra in fase decrescente (Dal nostro inviato speciale) Bari, 4 settembre. Tre morti in Puglia: per uno la causa è certamente il colera, per gli altri esistono «sospetti». A Molfetta, Matteo De Gennaro, 62 anni, ricoverato ieri per un'ernia strozzata, è stato stroncato oggi da un collasso durante l'intervento chirurgico. Poiché in ospedale era stato colto da vomiti, l'ufficiale sanitario di Molfetta ha disposto affinché 1 reperti siano sottoposti ad analisi per «scongiurare — ha detto — qualsiasi remota possibilità che il paziente fosse affetto dal morbo». A Foggia, è morto invece Tommaso Giuffreda, 59 anni. Era stato ricoverato nella notte con la moglie per sospetta gastroenterite acuta. Oggi sono sopravvenute complicazioni ed è spirato. Anche per il Giuffreda occorrerà attendere il responso degli esami di laboratorio prima di attribuire la morte a colera. A Bisceglie, il contadino Sergio Povia, di 67 anni, è stato ucciso dal colera. In ospedale dal 29 agosto, era considerato fuori pericolo: stamane ha avuto un collasso; l'autopsia chiarirà con certezza le cause dirette della morte. Le nuove vittime hanno attenuato, ma non dissipato, l'ottimismo diffuso a Bari e nelle Puglie. Da stamane non vi sono più stati nuovi ricoveri per «sospetto colera». La situazione nella regione è la seguente. Bari: 193 ricoverati, di cui 127 sospetti, 62 colerici; Foggia: 13 ricoverati, 1 colerico, 1 sospetto; Bisceglie: 8 ricoverati, 5 colerici, 2 sospetti; Trani: 3 ricoverati, 1 colerico, 2 sospetti. In totale, le vittime del morbo sino a oggi sono 8, ma per 4 sono molto incerte le cause. Non vi sono ancora stati pazienti dimessi; si tenta ora di riunire al policlinico del capoluogo tutti gli ammalati. Il padiglione degli infettivi è stato dotato di un altro reparto per accoglierli; in questo modo si potrà avere un quadro più esatto della situazione e disporre di analisi dirette (ora parte sono fatte nei nosocomi, parte invece a Roma). Anche i degenti risultati negativi agli esami rimangono ricoverati per precauzione a discrezione del medico curante. C'è la speranza che tra due-tre giorni possano venire le prime guarigioni e qualche paziente prima «sospetto» possa essere rimandato a casa. Migliorano le condizioni del bambino ricoverato all'infantile di Bari; anche la madre è stata infettata dal colera, forse portato dal figlio, ed è ricoverata al policlinico. Oggi è giunto il ministro Gui, che ha promesso dosi di vaccino sufficienti ad immunizzare tutti gli abitanti delle Puglie. Ha avuto incontri alla Regione e alla prefettura. Nel capoluogo funzionano ora 28 centri per la vaccinazione. Dal 29 agosto sono arrivate 600 mila fiale di siero in aereo e in camion; altre sono in arrivo. Di fronte agli ambulatori le code si sono assottigliate. Inps, Enpas, Inam, Guardia di Finanza, Ospedale militare (ieri ha immunizzato 30 mila persone) hanno telefonato in prefettura perché non avevano pazienti e i sanitari chiedevano un turno di riposo. L'Ordine dei medici ha poi dichiarato che tutti i suoi iscritti sono disponibili presso le mutue e ha precisato che il compito dei dottori è reso difficile dalle centinaia di chiamate soprattutto nei quartieri Murat e Libertà. La Fiat, la Nuova Pignone e altre aziende hanno fatto giungere ai loro dipendenti il vaccino dalle sedi centrali. Un aereo è arrivato dall'Olanda con il farmaco destinato a Philco, Philips, Osram Sud. Da stamane a Bari è in atto una disinfezione sistematica: le autobotti del Comune e dei vigili del fuoco di Roma (arrivate su richiesta del sindaco) stanno innaffiando con 20 mila litri d'acqua e lisoformio alberi, aiole, giardini e marciapiedi. Per evitare qual- j siasi possibilità di contagio sono anche state sospese le visite di leva. L'ufficiale sanitario, professor Pire, ha detto: «Siamo molto più sereni». Oggi e domani saranno ore decisive. Il colera ha sei-sette giorni di tempo per manifestarsi. Il primo caso era stato segnalato il 29 agosto, quindi il periodo d'incubazione scade in queste quarantotto ore. «Se non vi saranno più ricoveri — spiega il dottor Signorello, della Regione — potremo dire che il colera è stato bloccato sin dal suo insorgere. Può darsi che si scoprano alcuni casi ancora tra i degenti, ma questo sarebbe il decorso normale della malattia. Soltanto se altre persone saranno infettate dal morbo a partire da domani dovremo seriamente preoccuparci perché ciò significherebbe che l'infezione serpeggia e colpisce qua e là». Nel reparto infettivi del policlinico chiedo al professor Schiraldi quanti sono i ricoverati. «Non tengo i conti — risponde —. Questo è compito delle autorità, degli amministratori». Schiraldi è sulla terrazza della clinica, accanto a lui è il dottor Marotti che, a torso nudo, prende il sole dopo ore di assistenza nei reparti. «Ogni decesso nel policlinico — dice — è attribuito al colera, anche se avviene in padiglioni che distano centinaia di metri dal nostro. I ricoveri possono aumentare, si capisce, perché dalla provincia porteranno qui gli ammalati, perché c'è chi si fa ricoverare pur essendo sanissimo». Il professor Barbuti, assistente del professor Grosso all'istituto di Igiene dell'Università, racconta che una donna si è presentata all'ospedale con forti dolori di ventre. Sistemata in corsia, dopo alcune ore ha ammesse che la sera prima aveva ingerito una pillola purgante. «Sono casi limite — dice Schiraldi — ma creano confusione». L'éov.ipe del policlinico ha potuto analizzare subito i reperti dei pazienti in quanto l'economato ha acquistato il siero per le analisi a Parigi (Roma aveva risposto: «Mandateci i vetrini, le analisi sono compito nostro»); non ha perso tempo e l'infezione è stata subito scoperta. Anche l'ospedale «Di Venere» ha tentato di acquistare il siero a Marsiglia, grazie all'intervento dell'arcivescovo di Bari, Mincuzzi, presso il collega francese, ma non c'è stato nulla da fare: e i «vetrini» vanno a Roma. Nei primi giorni vi sono stati scompensi nell'organizzazione sanitaria, anche per la distribuzione del vaccino. Funzionavano soltanto tre ambulatori e le fiale scarseggiavano. L'avvocato Scarnarciò, presidente della Commissione sanitaria regionale, è intervenuto nella polemica, so- Piero Cerati (Continua a pagina 2 in sesta colonna) Il idt L E' Napoli. Un vigile del fuoco sparge disinfettante in una strada del centro (Tel. Ap)