L'impianto Riv-Skf a Bari 12 miliardi d'investimento di Renzo Villare

L'impianto Riv-Skf a Bari 12 miliardi d'investimento Conferenza stampa di Hagelstrand a Torino L'impianto Riv-Skf a Bari 12 miliardi d'investimento Lo stabilimento sorge su un'area di 100 mila metri quadri di cui oltre 30 mila coperti - Il macchinario è costato 6 miliardi - La produzione prevista per il '74 è di 15 milioni di cuscinetti e di 20 entro il '75 Nel corso di una conferenza stampa, tenutasi ieri a Torino, il direttore generale e amministratore delegato della Riv-Skf Hagelstrand e i vicedirettori generali ing. Ghidella e ing. Lucchini hanno illustrato l'andamento del Gruppo italiano e della Skf negli ultimi anni ed hanno presentato il nuovo stabilimento Riv-Skf di Bari la cui inaugurazione ufficiale ha dovuto essere rinviata per i noti fatti sanitari: un rinvio che ha interessato la stessa Fiera del Levante, la cui apertura era prevista per venerdì. La Riv è entrata nel gruppo Skf nel 1965 assumendo la denominazione di «Riv-Skf». Con il rilancio di un importante piano di investimenti, l'azienda ha potenziato in questi anni le proprie strutture e nel quadriennio 1969-1973 ha stanziato 57 miliardi di lire, di cui oltre un terzo nel Mezzogiorno. Con questo piano di investimenti — ha detto il dottor Hagelstrand — la Riv-Skf è diventata così la seconda società dell'intero Gruppo, con una produzione annua superiore ai 125 milioni di cuscinetti a sfere. E' nel quadro di tali investimenti che è stato ampliato l'impianto di Pinerolo, potenziato quello di Villar Perosa, raddoppiato quello di Airasca e, nel Mezzogiorno, costruito il nuovo stabilimento di Bari e ampliato quello di Cassino. Fin dal 1956, infatti, l'azien- da aprì, prima fra le industrie italiane, uno stabilimento a Cassino e dall'iniziale modesta area di 5 mila metri quadri coperti, si è arrivati oggi ad oltre 15 mila metri quadri. Pertanto lo stabilimento di Bari — ha fatto notare l'amministratore delegato della Riv-Skf — «si inquadra perfettamente in questa politica di gruppo e ciò anche in considerazione delle possibilità offerte dall'area di sviluppo industriale di questa città il cui Consorzio ha assicurato, molto lodevolmente, l'allestimento e il funzionamento delle necessarie infrastrutture». Lo stabilimento sorge su un'area di circa 100 mila metri quadri e il fabbricato coperto si sviluppa su una superfìcie di oltre 30 mila metri quadri. L'impianto è costato, per ora, circa 12 miliardi di lire, di cui 6 per il solo macchinario, ed è stato costruito secondo i più moderni ritrovati della tecnologia. Alla fine dell'anno venturo — secondo quanto comunicato dai dirigenti della società — il fatturato di Bari rappresenterà il 7 per cento del totale che dovrebbe salire al 10 per cento nei prossimi tre-quattro anni. Attualmente sono installate nello stabilimento due linee e nel corso dell'anno saranno ultimate e rese funzionanti tre nuove linee. Altre due linee di montaggio, infine, per un totale di sette, saranno costruite nel 1974. Le maestranze saranno oltre trecento entro la fine dì quest'anno e il volume di produzione giornaliera sarà di circa 40 mila cuscinetti. Nel 1974 tale produzione aumenterà a circa 100 mila unità giornaliere con un volume annuo di circa 15 milioni di pezzi. Nel 1975 la produzione dovrebbe portarsi su 20 milioni circa di cuscinetti. La presentazione dello stabilimento di Bari — che avrebbe dovuto essere inaugurato ufficialmente giovedì prossimo alla presenza del ministro Moro e del presidente della Riv-Skf Giovanni Agnelli — ha offerto l'occasione all'amministratore delegato di illustrare l'andamento del Gruppo e le relative previsioni di sviluppo. La Riv-Skf, nel contesto multinazionale Skf, ha rappresentato nel 1970 il 14 per cento del capita¬ le fisso lordo, il 13 per cento del capitale netto ed ha investito capitali pari ad un quinto di quelli della Skf. Inoltre le vendite globali hanno rappresentato il 15 per cento, quelle di soli cuscinetti il 17 per cento e le maestranze coprono il 15-16 per cento della mano d'opera del Gruppo. Dopo aver affermato che in Italia il grado di utilizzazione degli impianti è stato, nell'ultimo triennio, in costante diminuzione e il costo del lavoro è oggi superiore ad altri importanti Paesi industrializzati, l'amministratore delegato della società ha detto che, nonostante questo stato di cose, l'andamento del fatturato Riv-Skf ha avuto un aumento medio del 9-10 per cento dal 1965 al 1972 e per il 1973 è previsto un incremento del 15 per cento. L'ingegner Lucchini ha specificato, dal canto suo, che la produzione della Riv-Skf nel 1972 è stata assorbita per il 70 per cento dal mercato italiano con le seguenti percentuali: 37 per cento per le autovetture, 14 per cento per la meccanica varia, 11 per cento per la meccanica generale, 6 per cento per gli autocarri e rimorchi, 5 per cento per i trattori, 5 per cento per l'elettromeccanica, 3,3 per cento per i motocicli, 2,6 per cento per il materiale rotabile ferroviario e 1 per cento per l'aviazione. Le esportazioni hanno rappresentato il 12-15 per cento del fatturato, le forniture alla Fiat il 35 per cento, mentre il restante 50 per cento è stato diretto alla clientela nazionale. La conferenza stampa è terminata con l'annuncio che «la società torinese Elli Zerboni, specializzata nella produzione di utensileria meccanica di precisione, con esperienza consolidata in 60 anni di attività al servizio delle più importanti industrie meccaniche italiane ed europee, ha dato l'avvio ad un programma di rafforzamento delle proprie strutture operative e ad una notevole espansione delle attività. Il nuovo programma — prosegue il comunicato — è da porsi in relazione al recente ingresso nella compagine azionaria della "Industria Meccanica Italiana", società collegata alla Riv-Skf ». Renzo Villare

Persone citate: Elli Zerboni, Ghidella, Giovanni Agnelli, Lucchini