Il Koala raggiunge le coste inglesi di Paolo Bertoldi

Il Koala raggiunge le coste inglesi La barca italiana andrà alla regata intorno al mondo Il Koala raggiunge le coste inglesi L'imbarcazione a vela è arrivata in tempo all'isola di Wight - E' partita da Loano e ha percorso 2450 miglia - Durante la navigazione ha fatto l'autostop marino con una nave danese • La "calma piatta" sul grande Atlantico (Nostro servizio particolare) Portsmouth, 31 agosto. Siamo arrivati in tempo. Lo Cserb Koala 50 ha accostato nel tardo pomeriggio di ieri le sue sedici tonnellate di vetroresina, acciaio e vele alla banchina di Cowes, nell'isola di Wight, di fronte a Portsmouth. E' giunto entro il 30 agosto, nei limiti previsti per il via alla prima regata velica intorno al mondo, una corsa che costituisce una boa nella storia della navigazione sportiva e da diporto. A bordo erano il comandante Doi Malingri e cinque membri dell'equipaggio: Sandro Lojacono, secondo skip¬ per, Alberto Passi, Riccardo Tosti e Cristina Monti, oltre a chi scrive. La tappa di avvicinamento da Loano alle coste inglesi è stata snervante quasi quanto promettono di essere le quattro frazioni di autentica gara: 2450 miglia percorse, la barca incagliata e subito li- berata in un porto spagnolo non ben segnalato e soprattutto l'ansia di far presto per non incorrere in penalizzazioni. Malingri non ha voluto il motore a bordo per avere più viveri e acqua e forse anche per bloccare sul nascere il sospetto di ogni maligna contestazione. Siamo dunque arrivati sfruttando il vento oppure l'autostop marino, Una nave danese ci ha trascinato per una cinquantina di miglia al largo di Malaga. Ha accettato per ricompensa un fiasco di Chianti. Per diecimila pesetas, ot tamila lire, una strana coppia anglo-francese su un piccolo yacht ci ha rimorchiati da Marbella fino allo Stretto di Gibilterra. Questa affollata porta del Mediterraneo in una notte di pieno agosto è apparsa coperta interamente di nebbia all'inglese. Tempo da pazzi per essere in estate e soprattutto da pazzi pericolosi. Navi imponenti passavano accanto al piccolo Koala senza poterlo scorgere. Segnalavano la loro presenza con il cupo ululare delle sirene. Doi e Sandro Lojacono al timone, i nervi tesi e i razzi di segnalazione pronti ad essere sparati, manovravano regolandosi su quei suoni per evitare le rotte di collisione. Un grosso mercantile deve aver intravisto sul suo schermo il segno del nostro riflettore radar fissato sulla maestra. Si è fermato per darci il via. Un gesto di rara correttezza. Poi la corrente dello Stretto, che crea all'improvviso un torrente tipo esercitazione da canoa con gorghi e rapide. Ne abbiamo incontrato uno alla velocità di cinque o sei nodi all'ora. Impressionante persino il rumore. Il grande Atlantico ci ha salutati con tre giorni di calma piatta molto più deprimente delle pinne d'un pescecane rimasto dodici ore a poppa. Si temeva di giungere irreparabilmente in ritardo. A questo punto gli alisei portoghesi hanno accompagnato il battello al Nord, mentre attraverso Roma-Radio riuscivamo ad effettuare il primo collegamento con l'Italia (anche nei tempi in cui si vede la Luna in televisione è sempre un'emozione, ingenua ma sentita, il tradizionale «Pronti, qui parla lo Cserb dall'Atlantico» e udire la voce d'una persona cara). Per novecento miglia abbiamo navigato di bolina, vento sul naso e barca tutta sbandata quasi senza cambiare bordo. Vento scomodo, ma benedetto. Soltanto lunedi 27, passando tra una nave danese rossa e un'enorme pe troliera da trecentomila tonnellate giapponese, abbiamo doppiato le isole d'Ouessant in Bretagna. Finalmente Malingri si è tranquillizzato. 11 « canale » era in prua al Koala. Ancora due giorni di navigazione ed eccoci in banchina proprio vicino all'off-shore di Bonomi, che aveva recentemente disputato la corsa di motoscafi d'altura CowesTorquay. Dopo aver riverniciato la chiglia, lunedì lo Cserb verrà trasferito a Portsmouth, la città dove duecento anni or sono, proprio in questi giorni, terminava il suo secondo viaggio il celebre capitano Cook e dove nel secolo scorso arrivavano e ripartivano i clippers, gli snelli levrieri da carico che in poco più di settanta giorni riu¬ scivano a unire l'Inghilterra a Sidney. Nello stesso porto, .più recentemente Pascoli iniziò una delle sue avventure in solitario. Erik Pascoli sul Tauranga è giunto proprio oggi, ma anche lui non ha gettato, l'ancora a Portsmouth. Si trova a Gosport, dall'altra parte della baia, a completare in segreto la sua preparazione. Pascoli sarà uno dei nostri compagni-rivali nella Round the World Race. Uno dei tre italiani — Doi Malingri, Pascoli e Giorgio Falk — che al comando di coraggiosi battelli si sfideranno nella gara più lunga del mondo. Paolo Bertoldi Il Koala 50 fotografato poco dopo la partenza per il giro del mondo (Foto Moisio)

Luoghi citati: Gibilterra, Inghilterra, Italia, Loano, Roma