Non c'è stato aumento dei prezzi "bloccati" Un errore nel calcolo dell'indice statistico

Non c'è stato aumento dei prezzi "bloccati" Un errore nel calcolo dell'indice statistico Le rilevazioni comunali sul costo della vita suscitano accese polemiche Non c'è stato aumento dei prezzi "bloccati" Un errore nel calcolo dell'indice statistico E' accaduto questo: poiché molti negozi erano chiusi per ferie, si sono tenuti validi i dati del mese precedente, prima del decreto ed erano i più alti di tutta Testate - Il prefetto: "Non mi risultano rincari, se non in casi eccezionali" - La maggior parte delle multe riguardano infatti infrazioni di altra natura, pur connesse con la disciplina del blocco - Esposto per la carne in scatola « Non risulta che ci siano stati aumenti di prezzo per i 21 generi compresi nel decreto del 24 luglio. Posso affermare che 11 blocco è generalmente rispettato dal commercianti: le Infrazioni, soprattutto quelle che riguardano aumenti Illeciti, sono In numero molto limitato e vengono colpite con fermezza ». Questa la risposta del prefetto dottor Salerno all'Interrogativo suscitato dal risultati delle rilevazioni statistiche del Comune a proposito del mese di agosto (aumento del costo della vita dello 0,41 per cento, Incremento del generi alimentari dello 0,64). I dati, resi noti In anticipo rispetto al consueto, potrebbero sospettare che 11 blocco è stato eluso e che i generi alimentari continuano a salire. La realtà sembra invece essere diversa. Dice il dott. Bottinelli, direttore dell'Associazione commercianti: « Sono statistiche ampiamente criticabili sia per il modo con cut sono effettuati i rilievi, sia per il metodo usato nell'elaborazione dei dati. Nei prossimi giorni chiederemo chiarimenti al Comune, ma fin da ora posso affermare che i commercianti non vogliono eludere il blocco dei prezzi ed hanno tutto l'interesse a collaborare con le autorità. La diffusione delle rilevazioni statistiche è stata per lo meno intempestiva e ha portato nuovo scompiglio in un settore già abbastanza travagliato, i cui operatori per nulla rischiano di finire in galera. Salvo poi essere assolti ». « E' un'affermazione che non sta ne in cielo né in terra che l dettaglianti, proprio in questo periodo, si mettano ad aumentare i prezzi — aggiunge il dott. Boccalattfc, presidente del sindacato droghieri — molti, soprattutto i più piccoli, vivono in un clima di autentico terrore. D'altra parte proprio gli accertamenti dei vigili urbani dimostrano che non vi sono aumenti. Le infrazioni di questo tipo sono pochissime ». Anche la Confesercenti ha preso pml—sSu posizione sulle statistiche del Comune: « E' troppo semplicistica l'affermazione che i dettaglianti — dice il segnarlo Sergio Fresia — hanno violato il blocco. Sostenerlo significa contraddire un altro dato sicuramente veri- ; ! | ■ j ! i pensavano che avrebbe preso ' ; ficabile, cioè che i controlli mar! ciano ad un ritmo di circa 200 | al giorno e che le violazioni che ■ si riferiscono a prezzi maggiorati j sono pochissime. Per questo motivo pensiamo che il metodo usa! to per i rilievi statistici non sia i stato il più felice. Altrimenti biI sognerebbe concludere che i conI trolll sono affidati a degli inca| paci, il che non "e ». Come è stato possibile arrivare ad affermare che il rincaro dei generi alimentari è stato dello 0,64 per cento quando altri controlli assicurano che è rimasto su livelli compresi fra lo 0,10 e lo 0,30? I rilievi del mese di luglio sono stati fatti 11 5, il 13 (11 15 era domenica ed il sabato gli accecatori del Comune non lavorano) il 24 e il 25. Si deve notare che i prezzi in quel periodo aumentarono notevolmente per il timore del blocco. Gli stessi commercianti affermano che il 24 e 25 luglio sono stati forse i giorni « più cari » dell'estate: si sospettava prossimo il « blocco », molti in considerazione i prezzi in vigore lo stesso giorno del decreto. Da ciò la tendenza ad aumentarli. I rilievi di agosto furono compiuti il 3, il 14 e il 25. Bisogna ricordare che ci si trovava in pieno periodo di ferie e che molti negozi erano chiusi: secondo l'Associazione commercianti almeno un 40-50 per cento. In quel periodo ci furono anche polemiche per le troppe chiusure. Come ci si comportò per la mancata rilevazione nei negozi degli esercenti in ferie? Secondo le disposizioni dell'Istituto di statistica si tennero per buoni i precedenti dati del 25 luglio, i più alti dell'estate. Da ciò l'impennata degli indici, proprio in un periodo in cui sarebbe stata auspicabile la maggior precisione. Fanno notare all'Associazione commercianti: « Ma, anche prescindendo da questo errore, le statistiche sono troppo spesso discutibili. Lo scorso anno quando tutti indistintamente vendevano la pasta a 180-190 lire al chilo secondo i rilievi del Comune costava 274 lire. Come stano arrivati a quel risultato non chiedetelo a noi ». Un lettore ci ha fatto osservare che in passato lo zucchero ha subito degli aumenti, registrati dal bollettino di statistica del Comune, in periodi in cui era certamente bloccato, CI si può chiedere se i rilevatori — che sono pubblici ufficiali — siano venuti a conoscenza di rincari illegali costituenti veri e propri reati ma non li abbiano denunciati: « Non è configurarle una omissione di atti d'ufficio? ». Sempre nel quadro della lotta al carovita si inserisce una denuncia della Confesercenti. Secondo il segretario, la Simmenthal avrebbe venduto ai dettaglianti confezioni di carne contenenti 90 grammi di prodotto allo stesso prezzo di quelle che, prima del blocco, ne contenevano 100, cioè 160 lire l'una. « E' un rincaro occulto », dice Fresia, mostrando le scritte in caratteri minuscoli che rivelano la differenza di peso fra le due confezioni. Ma c'è dell'altro. Un pastificio — il nome non è stato ancora rivelato — avrebbe improvvisamente aumentato il 23 agosto scorso la pasta di 35 lire al chilo. Per sfuggire ai controlli della Guardia di finanza, emetterebbe le fatture secondo il vecchio prezzo ma non consegnerebbe la merce se non contro versamento sottobanco delle 35 lire di differenza. Il problema dello zucchero dovrebbe invece essere risolto. Le carenze dei giorni scorsi sarebbero state provocate da difficoltà dei trasporti nei periodo successivo alle ferie. Da ieri sono ricominciate regolari consegne ai dettaglianti:, qualcuno ha però annunciato che non terrà più zucchero perché « il margine di guadagno è minimo ed i rischi di finire In carcere sono molti ». L'ufficio sanzioni della prefettura ha applicato ieri dieci multe ad altreitanti esercenti per violazioni al decreto del 24 luglio. Una macelleria di Strambino che vendeva carne a prezzi maggiorati dovrà pagare 350 mila lire. Duecentomila lire un negozio di alimentari di Susa (pecorino a 180 lire invece di 160), 150 mila ad una drogheria di corso Brunelleschi, a Torino (non era indicato sul listino il prezzo di un detersivo). Anche due magazzini Pam (in corso Cosenza e via Voli) sono stati multati di 50 mila lire per non aver esposto il listino. Le altre 5 ammende, comprese fra le 20 e le 40 mila lire riguardano esercenti di Torino: soltanto in un caso è stata accertata una maggiorazione di prezzo. I vigili urbani hanno ocaFapmcgcpRM operato ieri 163 controlli: 5 esercizi sono risultati irregolari, * Il segretario del sindacato ambulanti indipendenti Enrico Frau ha inoltrato un esposto alla procura della Repubblica a proposito del rapporto « tara • merce » del prodotti ortofrutticoli, affermando che ai mercati generali di Torino il peso della confezione arriva anche al 40-45 per cento del totale. (In 9" pagina servizio da Roma sul blocco dei prezzi). Una massaia controlla i prezzi sul vino da pasto - Il segretario della Confesercenti Sergio Fresia con le scatole di carne sotto inchiesta

Persone citate: Bottinelli, Enrico Frau, Fresia, Sergio Fresia

Luoghi citati: Roma, Salerno, Strambino, Torino