Gli "ambasciatori del Papa" si consultano

Gli "ambasciatori del Papa" si consultano Gli "ambasciatori del Papa" si consultano (Segue dalla V pagina) per protesta e ha richiamato il Consiglio alle questioni più specificamente religiose ed ecumeniche. Diplomaticamente il problema è stato accantonato: tornerà d'attualità alla prossima riunione del comitato centrale del Consiglio, che si svolgerà a Berlino Ovest. Questa intensa fine estate che ha visto la Chiesa cattolica e le altre Chiese cristiane sempre più sospinte verso le realtà politiche di maggiore attualità non ha certamente mancato di arricchire i dossiers che i diplomatici avranno sui tavoli nella villa di Frascati. Certo non spetta ad essi indicare soluzioni o linee da seguire, non solo per la brevità del «vertice» — cinque o sei giorni — ma anche perché gli «ambasciatori» non sono in fondo che esecutori di direttive. Per quanto li riguarda possono far presenti le «difficoltà» che incontrano nel loro incarico. Difficoltà che hanno suggerito, ad esempio, ai dirigenti della Santa Sede di creare un «Kissinger» per i Paesi dell'Est europeo nella persona di monsignor Luigi Poggi. La sua dignità arcivescovile gli permetterà di trovare interlocutori ad un grado più elevato di quelli abituali del precedente specialista monsignor Cheli, trasferito ora alle Nazioni Unite. L'ex «numero due» del ministero degli Esteri vaticano trovava, ad un cerio livello di funzionari, una disponibilità che, non di rado, era senza riscontro al vertice dei regimi sovietici. L'interesse creatosi attorno alla riunione di Frascati non troverà, tuttavia, soddisfazione in una proporzionale quantità di informazioni ufficiali. Fino all'ultimo momento il portavoce vaticano non ha avuto la possibilità di indicare le date precise e la sede dell'incontro. Dalle indiscrezioni trapelate risulta che diverse questioni tecniche saranno sollevate dai diplomatici: ad esempio, se non sia il caso che la' Santa Sede rinunci al privilegio riconosciutole dalla Convenzione di Vienna del 1961 del diritto alla decananza del corpo diplomatico per i rappresentanti del Papa. Tale diritto ha dato non pochi grattacapi ai dirigenti vaticani soprattutto nei Paesi arabi ed africani. Fin dagli inizi con la finzione giuridica del «prò» nunzio, il problema è stato I aggirato. Ora alcuni ritengoI no più semplice la rinuncia | al privilegio. In generale, si può desumere, lo scambio di vedute sarà concentrato sui modi per eliminare i punti di «frizione» nell'ingranaggio diplomatico sia all'origine, cioè alla segreteria di Stato, sia nel duplice «terminale)' delle singole Chiese e dei governi locali. La discussione è già stata impostata dallo stesso sostituto monsignor Benelli in un discorso pronunciato alcune settimane fa ad Augsburg, in Germania, davanti a trenta vescovi europei. La concentrazione del potere a Roma rappresenta «obbiettivamente un'anomalia», ha osservato il sostituto. D'altra parte, ha aggiunto, le Chiese locali sostenendo l'autorità del Papa, difendono la propria autorità. Ciò che è necessario è una più frequente e precisa consultazione tra governo centrale e comunità periferiche. f. p.

Persone citate: Benelli, Cheli, Kissinger, Luigi Poggi

Luoghi citati: Augsburg, Berlino Ovest, Frascati, Germania, Roma, Vienna