Contrasti tra gli israeliani sul "Caravelle,, dirottato di Giorgio Romano

Contrasti tra gli israeliani sul "Caravelle,, dirottato Dayan si assume la responsabilità dell'azione Contrasti tra gli israeliani sul "Caravelle,, dirottato Il ministro della Difesa sostiene che si è trattato di un'operazione militare - L'associazione dei piloti civili israeliani protesta - Anche una parte della stampa esprime critiche - Nel governo vi sarebbero stati dissensi (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 12 agosto. Dayan ha preso personalmente sopra di sé la responsabilità per il dirottamento dell'aereo libanese che faceva rotta da Beirut a Bagdad e lo ha giustificato in una conferenza stampa tenuta nel suo ufficio alla mezzanotte tra il sabato e la domenica. La tesi che egli ha sostenuto si può così riassumere: si tratta di un'operazione militare e, dato che Israele è in guerra contro le organizzazioni terroristiche, si deve cogliere ogni occasione per stroncarle e indebolirle cercando di togliere di mezzo i loro capi (come del resto è staio fatto con il «raid» su Beirut del 9 aprile scorso). «C'erano delle buone ragioni per ritenere — egli ha detto — che il dottor George Habash e il suo assistente, Salah Salah, fossero a bordo dell'aereo libanese e questo è stato sufficiente a farci prendere l'iniziativa. Di fronte all'inerzia delle organizzazioni internazionali Israele non ha altra iniziativa che l'azione, pure decidendovisi col cuore pesante e la consapevolezza di compiere atti non consoni con il diritto internazionale. Tutto il mondo dovrebbe collaborare nella lotta contro il terrore; invece, almeno 70 dei 110 terroristi arabi arrestati sul fatto fuori dell'area medio-orientale, sono stati liberati». Un altro argomento portato da Dayan è stato che una azione di guerra che non ha fatto vittime né danni e in cui non è stato torto un capello a nessuno non è paragonabile con gli atti di pirateria aerea condotti specialmente dal Fronte popolare di liberazione della Palestina, tra i quali ha segnalato gli ultimi episodi ad Atene e il dirottamento del «Jumbo» giapponese. Non si può dire che le argomentazioni di Dayan abbiano persuaso interamente l'israeliano medio, che è stato profondamente scosso da questa operazione, forse anche, giova ricordarlo, perché non ha conseguito il principale scopo che si proponeva. Così, se pure è nell'ordine logico delle cose che non si riesce sempre ad ottenere da una capitale nemica ogni particolare dell'ultima ora, nei piU rimane l'impressione che qualcosa non abbia funzionato nei servizi di informazione, celebrati per la loro estrema efficienza. E già si parla della liquidazione Cel capo del «Mossaci» (il servizio segreto), anche a seguito del recente episodio di Oslo, relativo all'uccisione di Bushiki, che non è ancora stato chiarito. E' abbastanza indicativo il fatto che il presidente dell'associazione dei piloti civili israeliani, Itzhak Shaked, abbia stigmatizzato apertamente l'operazione, sostenendo che non sempre il fine giustifica i mezzi ed affermando che essa contraddice l'atteggiamento finale assunto da Gerusalemme. Parte degli editoriali odierni sostengono che il dirottamento del «Caravelle» libanese indebolisce la posizione internazionale di Israele, gli aliena le simpatie anche degli amici ed è in contrasto con la tesi che Gerusalemme sostiene da quattro anni sulla libertà della navigazione civile. Il governo, nella sua seduta odierna, ha esaminato una se¬ rie di problemi di ordinaria amministrazione e il comunicato emesso successivamente informa soltanto che il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore hanno parlato dei problemi della sicurezza. Il ministro della Salute Pubblica, Victor Shemtov, ha commentato più tardi che solo mezz'ora è stata dedicata all'episodio del dirottamento dell'aereo libanese e che i problemi della lotta contro il terrorismo erano stati affrontati tempo fa e oggi non sono state prese nuove decisioni in proposito. Si ha l'impressione che in seno al gabinetto ci siano state, in proposito, vivaci discussioni e non concordia di opinioni. Una cosa, tuttavia, appare evidente: l'azione israeliana apparirà giustificata e giustificabile soltanto se contribuirà a far sentire la necessità e l'urgenza di provvedimenti collettivi contro ogni forma di pirateria aerea a livello internazionale. Diversamente, c'è il rischio d'una «escalation» del terrorismo di cui è difficile immaginare tutte le conseguenze, ma che fatalmente coinvolgerebbe, oltre agli arabi e agli israeliani, altri popoli e il cui teatro rischia di diventare l'Europa. Giorgio Romano Tel Aviv. Il ministro Dayan durante la conferenza-stampa Contrasti tra gli israeliani sul "Caravelle,, dirottato Dayan si assume la responsabilità dell'azione Contrasti tra gli israeliani sul "Caravelle,, dirottato Il ministro della Difesa sostiene che si è trattato di un'operazione militare - L'associazione dei piloti civili israeliani protesta - Anche una parte della stampa esprime critiche - Nel governo vi sarebbero stati dissensi (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 12 agosto. Dayan ha preso personalmente sopra di sé la responsabilità per il dirottamento dell'aereo libanese che faceva rotta da Beirut a Bagdad e lo ha giustificato in una conferenza stampa tenuta nel suo ufficio alla mezzanotte tra il sabato e la domenica. La tesi che egli ha sostenuto si può così riassumere: si tratta di un'operazione militare e, dato che Israele è in guerra contro le organizzazioni terroristiche, si deve cogliere ogni occasione per stroncarle e indebolirle cercando di togliere di mezzo i loro capi (come del resto è staio fatto con il «raid» su Beirut del 9 aprile scorso). «C'erano delle buone ragioni per ritenere — egli ha detto — che il dottor George Habash e il suo assistente, Salah Salah, fossero a bordo dell'aereo libanese e questo è stato sufficiente a farci prendere l'iniziativa. Di fronte all'inerzia delle organizzazioni internazionali Israele non ha altra iniziativa che l'azione, pure decidendovisi col cuore pesante e la consapevolezza di compiere atti non consoni con il diritto internazionale. Tutto il mondo dovrebbe collaborare nella lotta contro il terrore; invece, almeno 70 dei 110 terroristi arabi arrestati sul fatto fuori dell'area medio-orientale, sono stati liberati». Un altro argomento portato da Dayan è stato che una azione di guerra che non ha fatto vittime né danni e in cui non è stato torto un capello a nessuno non è paragonabile con gli atti di pirateria aerea condotti specialmente dal Fronte popolare di liberazione della Palestina, tra i quali ha segnalato gli ultimi episodi ad Atene e il dirottamento del «Jumbo» giapponese. Non si può dire che le argomentazioni di Dayan abbiano persuaso interamente l'israeliano medio, che è stato profondamente scosso da questa operazione, forse anche, giova ricordarlo, perché non ha conseguito il principale scopo che si proponeva. Così, se pure è nell'ordine logico delle cose che non si riesce sempre ad ottenere da una capitale nemica ogni particolare dell'ultima ora, nei piU rimane l'impressione che qualcosa non abbia funzionato nei servizi di informazione, celebrati per la loro estrema efficienza. E già si parla della liquidazione Cel capo del «Mossaci» (il servizio segreto), anche a seguito del recente episodio di Oslo, relativo all'uccisione di Bushiki, che non è ancora stato chiarito. E' abbastanza indicativo il fatto che il presidente dell'associazione dei piloti civili israeliani, Itzhak Shaked, abbia stigmatizzato apertamente l'operazione, sostenendo che non sempre il fine giustifica i mezzi ed affermando che essa contraddice l'atteggiamento finale assunto da Gerusalemme. Parte degli editoriali odierni sostengono che il dirottamento del «Caravelle» libanese indebolisce la posizione internazionale di Israele, gli aliena le simpatie anche degli amici ed è in contrasto con la tesi che Gerusalemme sostiene da quattro anni sulla libertà della navigazione civile. Il governo, nella sua seduta odierna, ha esaminato una se¬ rie di problemi di ordinaria amministrazione e il comunicato emesso successivamente informa soltanto che il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore hanno parlato dei problemi della sicurezza. Il ministro della Salute Pubblica, Victor Shemtov, ha commentato più tardi che solo mezz'ora è stata dedicata all'episodio del dirottamento dell'aereo libanese e che i problemi della lotta contro il terrorismo erano stati affrontati tempo fa e oggi non sono state prese nuove decisioni in proposito. Si ha l'impressione che in seno al gabinetto ci siano state, in proposito, vivaci discussioni e non concordia di opinioni. Una cosa, tuttavia, appare evidente: l'azione israeliana apparirà giustificata e giustificabile soltanto se contribuirà a far sentire la necessità e l'urgenza di provvedimenti collettivi contro ogni forma di pirateria aerea a livello internazionale. Diversamente, c'è il rischio d'una «escalation» del terrorismo di cui è difficile immaginare tutte le conseguenze, ma che fatalmente coinvolgerebbe, oltre agli arabi e agli israeliani, altri popoli e il cui teatro rischia di diventare l'Europa. Giorgio Romano Tel Aviv. Il ministro Dayan durante la conferenza-stampa

Persone citate: Dayan, George Habash, Itzhak Shaked, Salah Salah, Victor Shemtov