Forse recuperate le banconote pagate per il riscatto del dottore e della figlia di Mario Bariona

Forse recuperate le banconote pagate per il riscatto del dottore e della figlia Le persone arrestate per il rapimento sono già salite a cinque Forse recuperate le banconote pagate per il riscatto del dottore e della figlia San Marino: ì biglietti erano stati segnati secondo un metodo particolare - I parenti dei due fratelli ora in prigione: "Hanno un alibi, sono innocenti" - Rilasciato il commerciante che era stato fermato venerdì scorso (Dal nostro inviato speciale) Arezzo, 5 agosto. I carabinieri danno la caccia ad un bandito che sarebbe implicato nel rapimento dei Rossini. E' un fiorentino e sarebbe uno di quei « cervelli » ai quali il dottor Marsili faceva riferimento quando avvertiva che fino a questo momento gli arrestati fanno soltanto parte della « manovalanza dell'anonima sequestri ». Questi sono già nel carcere di San Benedetto. Sono i fratelli Francesco e Costantino Manca, 34 e 36 anni, nativi di Sedilo (Cagliari) e trapiantati in Toscana a Barberino Mugello da dodici anni; Giovanni Spiga, 40 anni, pure sardo, immigrato a Mercato Saraceno (Forlì); Cosimo Mormino. 35 anni, ambulante, arrestato in Sardegna e trasferito ieri ad Arezzo e infine Francesco Loi, arrestato a San Leo di Romagna. Contro alcuni di loro esistono soltanto gravi indizi, ma nei confronti di altri il magistrato ha delle prove. Nella casa di uno degli arrestati sarebbero infatti stati trovati migliaia di biglietti di banca pagati per il riscatto e segnati dalla polizia prima che i 300 milioni fossero versati ai rapitori. II magistrato ha però già pronti una decina di mandati di cattura. Vuole, prima di firmarli, aver raccolto indizi sufficienti a giustificare ampiamente il provvedimento. Il bandito braccato dai carabinieri è Roberto Mazzetti, di 30 anni, detto il «Fiorentino », già ricercato per una rapina ad una banca di Lagoscuro (Ferrara) in cui fu ucciso un carabiniere. Con lui sarebbe anche ricercato certo Pietro Ghisu, di 21 anni. Il Mazzetti è considerato il braccio destro di Salvatore Pigozzi, 27 anni, già implicato in Sardegna nel rapimento di un possidente e di suo figlio per i quali furono pagati cento milioni di riscatto. Il 14 luglio, il giorno prima della liberazione dei Rossini, il Pigozzi è incappato in un posto di blocco dei carabinieri ed è stato arrestato. Anche su di lui gravano pesanti sospetti in relazione al rapimento di San Marino. Cesare dacci, il commer- dante sanmarinese fermato venerdì scorso perché ritenuto « teste reticente », oggi è stato rimesso in libertà dal commissario della legge, dott. Francesco Viroli. Oggi, domenica, nelle indagini c'è stata una battuta di arresto. Dopo giorni e giorni di indagini una pausa per riprendere fiato era inevitabile. Il dott. Marsili, procuratore della Repubblica di Arezzo, si è limitato a confermare che ci saranno altri arresti, che alcuni mandati di cattura sono già pronti. Ne abbiamo approfittato per recarci a Barberino Mugello, a casa dei Manca. Un cascinale diroccato, altri due fabbricati bassi adibiti a stalla: pecore, montoni, un cavallo con le zampe legate perché non si allontani troppo, due cani pastore. Ci sono la moglie, il bambino di Francesco Manca, il fratello minore Pietro e un amico venuto ad aiutare a spellare una pecora morta soffocata nella ressa del gregge mentre i « ragazzi » mungevano nella stalla. « Volevano andare al cinema, e per far in fretta... » dice Pietro. E' un ragazzo magro, bruno, che quando parla guarda dritto negli occhi. Lavora a Firenze, è sposato, si è rifatto una vita. « Non ho molta fiducia nella giustizia, ne ho viste troppe. Sono giovane, ma ne ho viste. Ho conosciuto il bandito Mesina, il Sarma, gente che ha avuto guai per sequestri e omicidi, ma non ho niente che fare con loro e i miei fratelli neppure. Il 29 erano qui tutti e due, ci sono testimoni che li hanno visti. E tutto per colpa di quel camioncino che avevamo. Dicono che è stato visto a San Marino; è targato Pistoia ed è intestato allo Spiga, il qua1f lo aveva venduto a noi per 40 mila lire, per trasportare le pecore, e non aveva fatto la voltura ». « Non credo neppure camminasse più. Per portarlo via l'hanno dovuto spingere. Come si fa a pensare — prosegue Pietro Manca — che possa essere servito per il sequestro? Caso mai ci si sarebbe serviti di un automezzo in ordine, nuovo. Chi correrebbe il rischio di restare in "panne" con un carico così pericoloso? Con i sardi qui ce l'hanno, adesso ci gettano la croce addosso ». Suo 'rateilo, però, è già stato coinvolto in un altro sequestro, gli dico. Il fratello spiega: « Un certo Ghisu ci aveva portato via delle pecore. Gli abbiamo trovato le pelli in casa, così ci siamo fatti giustizia. Lo abbiamo portato via e gli abbiamo dato un po' di pugni, una lezione. Poi l'abbiamo lasciato andare e lui ci ha denunciati sostenendo che volevamo estorcergli mezzo milione. Ma al processo si è chiarito tutto e siamo stati assolti ». Parliamo e a mano a mano la tensione dei primi momenti cala. Ci invita in casa a bere del vino, ci parla del marito, i sacrifici che hanno fatto: « Siamo arrivati con il gregge. Eravamo servi pastori, poi poco per volta... Ora abbiamo duecento ettari di pascolo ». — E come vi trovate qui? « Male — dice —, basta che sappiano che siamo sardi ed è chiuso ». — Qualcuno dice che i Rossini sono stati anche qui al momento del rilascio. « Qui? Ma si figuri, con i bambini che parlano, proprio in casa se li sarebbero portati! Ma se a cento metri da qui abita il maresciallo dei carabinieri. No, vedrà — dice, e le cadono le lacrime — torneranno a casa perché sono innocenti ». « Innocenti o no — scatta Pietro —, quelli si fanno almeno un mese dentro, lo sappiamo come vanno que| ste cose ». — Ma è vero che hanno trovato " soldi segnati "? « Qui soldi non ne hanno sequestrati — dice Pietro —. Quella mattina alle 5 sono arrivati i carabinieri, armati e in borghese, hanno circondato la casa, ma poi, siccome mio fratello ritardava ad uscire, lo hanno chiamato "Francesco, Francesco! ". Lui si è affacciato. "Vieni fuori con le mani in alto. E tuo fratello Costantino dov'è? ", gli hanno chiesto. "Dall'altra parte della casa ", ha detto lui, e li hanno presi. Hanno portato via anche qualche oggetto, ma soldi niente ». E' vero. I soldi segnati del riscatto sarebbero stati trovati in casa dello Spiga. Mario Bariona | Barberino del Mugello. La casa dei Manca dove sarebbero stati prigionieri i Rossini Forse recuperate le banconote pagate per il riscatto del dottore e della figlia Le persone arrestate per il rapimento sono già salite a cinque Forse recuperate le banconote pagate per il riscatto del dottore e della figlia San Marino: ì biglietti erano stati segnati secondo un metodo particolare - I parenti dei due fratelli ora in prigione: "Hanno un alibi, sono innocenti" - Rilasciato il commerciante che era stato fermato venerdì scorso (Dal nostro inviato speciale) Arezzo, 5 agosto. I carabinieri danno la caccia ad un bandito che sarebbe implicato nel rapimento dei Rossini. E' un fiorentino e sarebbe uno di quei « cervelli » ai quali il dottor Marsili faceva riferimento quando avvertiva che fino a questo momento gli arrestati fanno soltanto parte della « manovalanza dell'anonima sequestri ». Questi sono già nel carcere di San Benedetto. Sono i fratelli Francesco e Costantino Manca, 34 e 36 anni, nativi di Sedilo (Cagliari) e trapiantati in Toscana a Barberino Mugello da dodici anni; Giovanni Spiga, 40 anni, pure sardo, immigrato a Mercato Saraceno (Forlì); Cosimo Mormino. 35 anni, ambulante, arrestato in Sardegna e trasferito ieri ad Arezzo e infine Francesco Loi, arrestato a San Leo di Romagna. Contro alcuni di loro esistono soltanto gravi indizi, ma nei confronti di altri il magistrato ha delle prove. Nella casa di uno degli arrestati sarebbero infatti stati trovati migliaia di biglietti di banca pagati per il riscatto e segnati dalla polizia prima che i 300 milioni fossero versati ai rapitori. II magistrato ha però già pronti una decina di mandati di cattura. Vuole, prima di firmarli, aver raccolto indizi sufficienti a giustificare ampiamente il provvedimento. Il bandito braccato dai carabinieri è Roberto Mazzetti, di 30 anni, detto il «Fiorentino », già ricercato per una rapina ad una banca di Lagoscuro (Ferrara) in cui fu ucciso un carabiniere. Con lui sarebbe anche ricercato certo Pietro Ghisu, di 21 anni. Il Mazzetti è considerato il braccio destro di Salvatore Pigozzi, 27 anni, già implicato in Sardegna nel rapimento di un possidente e di suo figlio per i quali furono pagati cento milioni di riscatto. Il 14 luglio, il giorno prima della liberazione dei Rossini, il Pigozzi è incappato in un posto di blocco dei carabinieri ed è stato arrestato. Anche su di lui gravano pesanti sospetti in relazione al rapimento di San Marino. Cesare dacci, il commer- dante sanmarinese fermato venerdì scorso perché ritenuto « teste reticente », oggi è stato rimesso in libertà dal commissario della legge, dott. Francesco Viroli. Oggi, domenica, nelle indagini c'è stata una battuta di arresto. Dopo giorni e giorni di indagini una pausa per riprendere fiato era inevitabile. Il dott. Marsili, procuratore della Repubblica di Arezzo, si è limitato a confermare che ci saranno altri arresti, che alcuni mandati di cattura sono già pronti. Ne abbiamo approfittato per recarci a Barberino Mugello, a casa dei Manca. Un cascinale diroccato, altri due fabbricati bassi adibiti a stalla: pecore, montoni, un cavallo con le zampe legate perché non si allontani troppo, due cani pastore. Ci sono la moglie, il bambino di Francesco Manca, il fratello minore Pietro e un amico venuto ad aiutare a spellare una pecora morta soffocata nella ressa del gregge mentre i « ragazzi » mungevano nella stalla. « Volevano andare al cinema, e per far in fretta... » dice Pietro. E' un ragazzo magro, bruno, che quando parla guarda dritto negli occhi. Lavora a Firenze, è sposato, si è rifatto una vita. « Non ho molta fiducia nella giustizia, ne ho viste troppe. Sono giovane, ma ne ho viste. Ho conosciuto il bandito Mesina, il Sarma, gente che ha avuto guai per sequestri e omicidi, ma non ho niente che fare con loro e i miei fratelli neppure. Il 29 erano qui tutti e due, ci sono testimoni che li hanno visti. E tutto per colpa di quel camioncino che avevamo. Dicono che è stato visto a San Marino; è targato Pistoia ed è intestato allo Spiga, il qua1f lo aveva venduto a noi per 40 mila lire, per trasportare le pecore, e non aveva fatto la voltura ». « Non credo neppure camminasse più. Per portarlo via l'hanno dovuto spingere. Come si fa a pensare — prosegue Pietro Manca — che possa essere servito per il sequestro? Caso mai ci si sarebbe serviti di un automezzo in ordine, nuovo. Chi correrebbe il rischio di restare in "panne" con un carico così pericoloso? Con i sardi qui ce l'hanno, adesso ci gettano la croce addosso ». Suo 'rateilo, però, è già stato coinvolto in un altro sequestro, gli dico. Il fratello spiega: « Un certo Ghisu ci aveva portato via delle pecore. Gli abbiamo trovato le pelli in casa, così ci siamo fatti giustizia. Lo abbiamo portato via e gli abbiamo dato un po' di pugni, una lezione. Poi l'abbiamo lasciato andare e lui ci ha denunciati sostenendo che volevamo estorcergli mezzo milione. Ma al processo si è chiarito tutto e siamo stati assolti ». Parliamo e a mano a mano la tensione dei primi momenti cala. Ci invita in casa a bere del vino, ci parla del marito, i sacrifici che hanno fatto: « Siamo arrivati con il gregge. Eravamo servi pastori, poi poco per volta... Ora abbiamo duecento ettari di pascolo ». — E come vi trovate qui? « Male — dice —, basta che sappiano che siamo sardi ed è chiuso ». — Qualcuno dice che i Rossini sono stati anche qui al momento del rilascio. « Qui? Ma si figuri, con i bambini che parlano, proprio in casa se li sarebbero portati! Ma se a cento metri da qui abita il maresciallo dei carabinieri. No, vedrà — dice, e le cadono le lacrime — torneranno a casa perché sono innocenti ». « Innocenti o no — scatta Pietro —, quelli si fanno almeno un mese dentro, lo sappiamo come vanno que| ste cose ». — Ma è vero che hanno trovato " soldi segnati "? « Qui soldi non ne hanno sequestrati — dice Pietro —. Quella mattina alle 5 sono arrivati i carabinieri, armati e in borghese, hanno circondato la casa, ma poi, siccome mio fratello ritardava ad uscire, lo hanno chiamato "Francesco, Francesco! ". Lui si è affacciato. "Vieni fuori con le mani in alto. E tuo fratello Costantino dov'è? ", gli hanno chiesto. "Dall'altra parte della casa ", ha detto lui, e li hanno presi. Hanno portato via anche qualche oggetto, ma soldi niente ». E' vero. I soldi segnati del riscatto sarebbero stati trovati in casa dello Spiga. Mario Bariona | Barberino del Mugello. La casa dei Manca dove sarebbero stati prigionieri i Rossini