Cacciati da Venezia
Cacciati da Venezia I COLOMBI Cacciati da Venezia Sono 180 mila - Verranno allontanati da piazza San Marco e ceduti ad altre città (Nostro servizio particolare) Venezia, 22 luglio. Una coppia di colombi, la cui vita dura circa quattro anni, nell'arco di 12 mési depone due o tre nidiate di due uova ciascuna. Tenendo conto del tasso di mortalità media, il numero delle nascite è di quattro colombi all'anno. Questi dati sono emersi1 durante un incontro a Ca' Farsétti, sede del municipio, tra il dottor Bertuzzi (l'industriale milanese, nato a Venezia, che di recente ha fatto installare, dietro i cavalli di S. Marco, un ventilatore per evitare che di notte vi si depositino, con l'umidità, sostanze chimiche corrosive) il cavalier Bolgan, assessore municipale all'igiene e sanità, e il veterinario capo del Comune, dottor Piaser. La riunione è stata dedicata a considerare il numero eccessivo dei piccioni che popolano i tetti e i monumenti della città lagunare e i danni che i volatili provocano. Ma non è tutto. Il laboratorio veterinario del Comune ha infatti accertato che numerosi colombi sono ammalati e che alcune delle loro malattie possono contagiare l'uomo, in particolare i bambini e gli anziani. Sulla base di questi accertamenti, dopo che il sindaco Longó, alla fine del 1971, ha firmato un'ordinanza con cui disponeva che fosse ridótto il numero dei piccioni, l'incaricò di interessarsi alle sorti dei volatili è passato dall'assessore all'ecologia, avvocato Casellati, a quello all'igiene e sanità, cavalier Bolgan. «Il problema principale — ha détto l'assessore — è di spostare i piccioni da piazza San Marco, allontanandoli dai monumenti e dirigendoli verso altre zone della città, dove non ci siano opere d'arte. Per giungere a questo, basterà decentrare le zone di rifocìllozione verso "sestrieri" periferici. Già alcune vasche con cibo, a tìtolo sperimentale, sono state poste lontano dalla piazza di San Marco e si sono rilevati risultati soddisfacenti. Ora il punto di maggior presenza di colombi è piazza SaiuMarco. Questo av-_ viene in pMìmlwe&rcmr. turisti, per^ltoma^joio rV cordo" con il piccione, danno loro grano in continuazione. Ma il prossimo anno non saranno più rinnovate le licenze per la vendita di grano nella piazza». \ «Una volta decentrati — ha continuato Bolgan — i colombi potranno essere finalmente contati (il loro censimento non è mai stato fatto; potrebbero essere come da più parti si dice, oltre 180 mila) e poi selezionati, eliminando quelli ammalati. Sulla base dì questa cernita saranno anche catturati gli oltre diecimila esemplari che ben 62 città hanno chiesto (ci sono anche città statunitensi e giapponesi nella lista). Il trasferimento dei piccioni nelle città richiedenti, poste almeno a 500 chilometri da Venezia, sarà svolto sotto il diretto controllo dell'Ente nazionale della protezione animali. Queste operazioni dovranno essere fatte entro il marzo 1974». Durante l'incontro si è stabilito inoltre, su proposta del dottor Bertuzzi, di mescolare ai mangimi una sostanza medicinale che renderà sterili i colombi, ponendo cosi un freno all'esagerato aumento dei volatili. Sul rapporto dellUnesco per la salvezza di Venezia si può leggere infatti che «un altro inquinamento per Venezia è rappresentato dai piccioni. Le malefatte di questa temibile razza non si limitano alle macchie che fanno sulle facciate di S. Marco, ma sono anche la lenta distruzione delle statue e delle opere architettoniche della città». Come ha spiegato l'industriale milanese, giustificando la sua proposta, «il guano si unisce al pulviscolo atmosferico depositandosi sulle opere monumentali, dove poi si aggiungono microbatteri vegetali che trovano le condizioni ideali per svilupparsi. Si passa così dalla "aggressione" della pietra, "pietra d'Istria" in prevalenza, alla nascita del lichene». Da uno studio di alcuni esperti, eseguito per . conta del dottor Bertuzzi, sono stati identificati, sui muri e sui tetti di edifici veneziani, ben 450 tipi di licheni e di funghi e 250 varietà di piante «superiori». «La riduzione dei piccioni — ha detto l'assessore all'igiene di Venezia — si rende necessaria per tre importanti motivi: salvaguardare la salute dei cittadini, e in particolare dei bambini e degli anziani; tutelare il patrimonio artistico-monumentale veneziano; proteggere infine gli stessi colombi che, in questi ultimi tempi, Iianno perso alcune caratteristiche comuni alla loro specie, diventando miopi, goffi e troppo spesso ammalati». (Ansa) Cacciati da Venezia I COLOMBI Cacciati da Venezia Sono 180 mila - Verranno allontanati da piazza San Marco e ceduti ad altre città (Nostro servizio particolare) Venezia, 22 luglio. Una coppia di colombi, la cui vita dura circa quattro anni, nell'arco di 12 mési depone due o tre nidiate di due uova ciascuna. Tenendo conto del tasso di mortalità media, il numero delle nascite è di quattro colombi all'anno. Questi dati sono emersi1 durante un incontro a Ca' Farsétti, sede del municipio, tra il dottor Bertuzzi (l'industriale milanese, nato a Venezia, che di recente ha fatto installare, dietro i cavalli di S. Marco, un ventilatore per evitare che di notte vi si depositino, con l'umidità, sostanze chimiche corrosive) il cavalier Bolgan, assessore municipale all'igiene e sanità, e il veterinario capo del Comune, dottor Piaser. La riunione è stata dedicata a considerare il numero eccessivo dei piccioni che popolano i tetti e i monumenti della città lagunare e i danni che i volatili provocano. Ma non è tutto. Il laboratorio veterinario del Comune ha infatti accertato che numerosi colombi sono ammalati e che alcune delle loro malattie possono contagiare l'uomo, in particolare i bambini e gli anziani. Sulla base di questi accertamenti, dopo che il sindaco Longó, alla fine del 1971, ha firmato un'ordinanza con cui disponeva che fosse ridótto il numero dei piccioni, l'incaricò di interessarsi alle sorti dei volatili è passato dall'assessore all'ecologia, avvocato Casellati, a quello all'igiene e sanità, cavalier Bolgan. «Il problema principale — ha détto l'assessore — è di spostare i piccioni da piazza San Marco, allontanandoli dai monumenti e dirigendoli verso altre zone della città, dove non ci siano opere d'arte. Per giungere a questo, basterà decentrare le zone di rifocìllozione verso "sestrieri" periferici. Già alcune vasche con cibo, a tìtolo sperimentale, sono state poste lontano dalla piazza di San Marco e si sono rilevati risultati soddisfacenti. Ora il punto di maggior presenza di colombi è piazza SaiuMarco. Questo av-_ viene in pMìmlwe&rcmr. turisti, per^ltoma^joio rV cordo" con il piccione, danno loro grano in continuazione. Ma il prossimo anno non saranno più rinnovate le licenze per la vendita di grano nella piazza». \ «Una volta decentrati — ha continuato Bolgan — i colombi potranno essere finalmente contati (il loro censimento non è mai stato fatto; potrebbero essere come da più parti si dice, oltre 180 mila) e poi selezionati, eliminando quelli ammalati. Sulla base dì questa cernita saranno anche catturati gli oltre diecimila esemplari che ben 62 città hanno chiesto (ci sono anche città statunitensi e giapponesi nella lista). Il trasferimento dei piccioni nelle città richiedenti, poste almeno a 500 chilometri da Venezia, sarà svolto sotto il diretto controllo dell'Ente nazionale della protezione animali. Queste operazioni dovranno essere fatte entro il marzo 1974». Durante l'incontro si è stabilito inoltre, su proposta del dottor Bertuzzi, di mescolare ai mangimi una sostanza medicinale che renderà sterili i colombi, ponendo cosi un freno all'esagerato aumento dei volatili. Sul rapporto dellUnesco per la salvezza di Venezia si può leggere infatti che «un altro inquinamento per Venezia è rappresentato dai piccioni. Le malefatte di questa temibile razza non si limitano alle macchie che fanno sulle facciate di S. Marco, ma sono anche la lenta distruzione delle statue e delle opere architettoniche della città». Come ha spiegato l'industriale milanese, giustificando la sua proposta, «il guano si unisce al pulviscolo atmosferico depositandosi sulle opere monumentali, dove poi si aggiungono microbatteri vegetali che trovano le condizioni ideali per svilupparsi. Si passa così dalla "aggressione" della pietra, "pietra d'Istria" in prevalenza, alla nascita del lichene». Da uno studio di alcuni esperti, eseguito per . conta del dottor Bertuzzi, sono stati identificati, sui muri e sui tetti di edifici veneziani, ben 450 tipi di licheni e di funghi e 250 varietà di piante «superiori». «La riduzione dei piccioni — ha detto l'assessore all'igiene di Venezia — si rende necessaria per tre importanti motivi: salvaguardare la salute dei cittadini, e in particolare dei bambini e degli anziani; tutelare il patrimonio artistico-monumentale veneziano; proteggere infine gli stessi colombi che, in questi ultimi tempi, Iianno perso alcune caratteristiche comuni alla loro specie, diventando miopi, goffi e troppo spesso ammalati». (Ansa)
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