Fischi crudeli alla Borboni
Fischi crudeli alla Borboni I primi inconvenienti al "Cantagiro,, Fischi crudeli alla Borboni La manifestazione stenta ad assumere una fisionomia - Sicilia "calda" (Nostro servizio particolare) Palermo, 22 luglio. «Voi non mi mettete paura », ha urlato Paola Borboni all'indirizzo del pubblico della Favorita dopo la prima bordata di fischi. Ma anche i «picciotti» non avevano paura, ed hanno continuato. «Ho accettato di partecipare al Cantagiro solo perché partiva da Palermo» ha proseguito. Impietoso, malvagio e non poco incompetente (il tassista cSe ci ha condotto allo stadio credeva la Borboni una spogliarellista, confondendola con Tamara Baroni) il pubblico ha costretto Taf trice ad interrompere il suo numero prima di un grottesco tangaccio che avrebbe sicuramente provocato l'iradiddio. «A me, a Napoli è andata peggio» l'ha consolata Patti Pravo, ricordando il lancio di ortaggi cui fu fatta segno al Festival di musica d'avanguardia. «Non sì può offrire caviale a chi è.abituato a pasta e fagioli» ha sentenziato il decano dei giornalisti al seguito. La verità è che il Cantagiro, malgrado l'abolizione delle ga/e canore e la sua trasformazione in show, era e resta uno spettacolo per i giovani. Quei giovani che negli anni passati fischiarono Claudio Villa perché «matusa» e che stavolta, a maggior ragione, hanno maltrattato la Borboni che di Villa potrebbe essere la mamma. «Dobbiamo sempre provare a dare al pubblico qualcosa di nuovo» si è giustificato il regista Anton Giulio Majano. «Sono sicuro che tra qualche giorno, fatto il debito rodaggio, ogni artista troverà la giusta dimensione e gli applausi verranno per tutti». In parole povere, eccezion fatta per Paola Borboni, contestata per motivi anagrafici, molti sono stati al di sotto delle aspettative: isabella Biagini completamente svanita; Pippo Franco paurosissimo; Gianni Magni con un repertorio sbagliato. Si sono salvati Bruno Vilar, marito della Borboni, che alla prima salva di fischi ad una poesia di Neruda ha prudentemente dirottato su una composizione dedicata alla gente del Sud e il cabarettista torinese Jean Porta, che ha convinto la platea solo abbandonando il suo umorismo surreale. Enrico Morbelli Fischi crudeli alla Borboni I primi inconvenienti al "Cantagiro,, Fischi crudeli alla Borboni La manifestazione stenta ad assumere una fisionomia - Sicilia "calda" (Nostro servizio particolare) Palermo, 22 luglio. «Voi non mi mettete paura », ha urlato Paola Borboni all'indirizzo del pubblico della Favorita dopo la prima bordata di fischi. Ma anche i «picciotti» non avevano paura, ed hanno continuato. «Ho accettato di partecipare al Cantagiro solo perché partiva da Palermo» ha proseguito. Impietoso, malvagio e non poco incompetente (il tassista cSe ci ha condotto allo stadio credeva la Borboni una spogliarellista, confondendola con Tamara Baroni) il pubblico ha costretto Taf trice ad interrompere il suo numero prima di un grottesco tangaccio che avrebbe sicuramente provocato l'iradiddio. «A me, a Napoli è andata peggio» l'ha consolata Patti Pravo, ricordando il lancio di ortaggi cui fu fatta segno al Festival di musica d'avanguardia. «Non sì può offrire caviale a chi è.abituato a pasta e fagioli» ha sentenziato il decano dei giornalisti al seguito. La verità è che il Cantagiro, malgrado l'abolizione delle ga/e canore e la sua trasformazione in show, era e resta uno spettacolo per i giovani. Quei giovani che negli anni passati fischiarono Claudio Villa perché «matusa» e che stavolta, a maggior ragione, hanno maltrattato la Borboni che di Villa potrebbe essere la mamma. «Dobbiamo sempre provare a dare al pubblico qualcosa di nuovo» si è giustificato il regista Anton Giulio Majano. «Sono sicuro che tra qualche giorno, fatto il debito rodaggio, ogni artista troverà la giusta dimensione e gli applausi verranno per tutti». In parole povere, eccezion fatta per Paola Borboni, contestata per motivi anagrafici, molti sono stati al di sotto delle aspettative: isabella Biagini completamente svanita; Pippo Franco paurosissimo; Gianni Magni con un repertorio sbagliato. Si sono salvati Bruno Vilar, marito della Borboni, che alla prima salva di fischi ad una poesia di Neruda ha prudentemente dirottato su una composizione dedicata alla gente del Sud e il cabarettista torinese Jean Porta, che ha convinto la platea solo abbandonando il suo umorismo surreale. Enrico Morbelli
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