Tempestosa attesa di Caetano a Londra di Mario Ciriello

Tempestosa attesa di Caetano a Londra Sdegno e orrore per le recenti stragi portoghesi in Mozambico Tempestosa attesa di Caetano a Londra (Dal nostro corrispondente) Londra, 15 luglio. Il primo ministro portoghese Marcello Caetano arriva domani in Inghilterra per una visita ufficiale che sarà accompagnata, dall'inizio alla fine, da proteste di eccezionale intensità. Le rivelazioni degli ultimi giorni, secondo le quali U Mozambico sarebbe stato scenario non soltanto di durissime repressioni ma anche di spaventosi massacri, hanno fatto inorridire e adirare vasta parte della pubblica opinione britannica. La presenza in quest'isola del leader portoghese è adesso considerata da milioni di cittadini quasi un affronto. Vari giornali hanno reiterato ieri che la visita è «inopportuna», tanto più in quanto fu indetta solo per «commemorare» il secentesimo anni¬ versario dell'alleanza angloportoghese. Si vivranno senza dubbio momenti di tensione, le manifestazioni saranno pressoché continue; ma la «Metropolitan Police» di Londra è insuperata maestra nel far fronte a queste situazioni. (Chi ha buona memoria ricorderà la destrezza con cui Scotland Yard controllò gli assedi dell'ambasciata americana, durante gli infuocati giorni del Vietnam, senza ricorso alle armi, senza feriti). Questa volta, però, le precauzioni saranno veramente eccezionali. Oltre alle migliaia di poliziotti che satureranno le strade, vi saranno cento detectives della «Special Branch» di Scotland Yard che vigileranno sulla persona di Caetano. Altri 200 detectives, e tiratori scelti, saranno tenuti di riserva. Come già segnalato nei giorni passati, il partito laborista e il partito liberale non saranno rappresentati a nessuna delle funzioni ufficiali, sarà un vero e proprio «boicottaggio». In questo Paese, dove è consuetudine che gli ospiti stranieri incontrino a ogni ricevimento, a ogni banchetto, a ogni celebrazione non soltanto i delegati del governo ma anche quelli dell'«opposizione di sua maestà», il fatto sarà senza precedenti. La documentazione sulle repressioni nel Mozambico continua ad arricchirsi, e non sembra esservi più dubbio ormai che i reparti di Lisbona (spesso reparti indigeni, con ufficiali bianchi) ricorrono con crescente frequenza a una politica del terrore. La controversia è ancora aperta invece sul mostruoso massacro che sarebbe stato commesso il 16 dicembre dello scorso anno a Wiriyamu, con la morte di oltre 400 persone di ogni età e di ambo i sessi. Vi sono testimonianze che confermano e testimonianze che smentiscono, e non è facile esprimere un giudizio. Secondo il « Sunday Times », due uomini hanno prove decisive, ma sono irraggiungibili. Sono i sacerdoti alfonso Valverde e Martin Hernandez, incarcerati dal due gennaio di quest'anno, a Lourenco Marques. Fuggirono in Rhodesia il 31 dicembre perché « sapevano troppo», e i rhodesiani li arrestarono e li consegnarono ai portoghesi. Ieri, l'« Observer » aveva un'altra rivelazione. Lo stesso giorno del massacro di Wiriyamu, un'altra strage sarebbe stata commessa in un villaggio vicino, Chawola. Non si esclude che le due « operazioni » siano state compiute dal medesimo reparto, che, sempre in quei giorni, avrebbe ucciso decine di persone anche in altre località. Un testimone avrebbe visto a Chawola « almeno 53 cadaveri» e avrebbe rivelato i nomi di 45 di essi ad alcuni missionari, fra i quali i due adesso prigionieri. Queste nuove informazioni — dice l'« Obserrer» — « provengono da un prete italiano che è stato in stretto contatto con i missionari spagnoli ». Potrebbe essere forse quel padre Cesare Bertulli, il quale vive adesso a Roma, ma che per 25 anni è stato « superiore regionale » dei « padri bianchi » nel Mozambico. Mario Ciriello Tempestosa attesa di Caetano a Londra Sdegno e orrore per le recenti stragi portoghesi in Mozambico Tempestosa attesa di Caetano a Londra (Dal nostro corrispondente) Londra, 15 luglio. Il primo ministro portoghese Marcello Caetano arriva domani in Inghilterra per una visita ufficiale che sarà accompagnata, dall'inizio alla fine, da proteste di eccezionale intensità. Le rivelazioni degli ultimi giorni, secondo le quali U Mozambico sarebbe stato scenario non soltanto di durissime repressioni ma anche di spaventosi massacri, hanno fatto inorridire e adirare vasta parte della pubblica opinione britannica. La presenza in quest'isola del leader portoghese è adesso considerata da milioni di cittadini quasi un affronto. Vari giornali hanno reiterato ieri che la visita è «inopportuna», tanto più in quanto fu indetta solo per «commemorare» il secentesimo anni¬ versario dell'alleanza angloportoghese. Si vivranno senza dubbio momenti di tensione, le manifestazioni saranno pressoché continue; ma la «Metropolitan Police» di Londra è insuperata maestra nel far fronte a queste situazioni. (Chi ha buona memoria ricorderà la destrezza con cui Scotland Yard controllò gli assedi dell'ambasciata americana, durante gli infuocati giorni del Vietnam, senza ricorso alle armi, senza feriti). Questa volta, però, le precauzioni saranno veramente eccezionali. Oltre alle migliaia di poliziotti che satureranno le strade, vi saranno cento detectives della «Special Branch» di Scotland Yard che vigileranno sulla persona di Caetano. Altri 200 detectives, e tiratori scelti, saranno tenuti di riserva. Come già segnalato nei giorni passati, il partito laborista e il partito liberale non saranno rappresentati a nessuna delle funzioni ufficiali, sarà un vero e proprio «boicottaggio». In questo Paese, dove è consuetudine che gli ospiti stranieri incontrino a ogni ricevimento, a ogni banchetto, a ogni celebrazione non soltanto i delegati del governo ma anche quelli dell'«opposizione di sua maestà», il fatto sarà senza precedenti. La documentazione sulle repressioni nel Mozambico continua ad arricchirsi, e non sembra esservi più dubbio ormai che i reparti di Lisbona (spesso reparti indigeni, con ufficiali bianchi) ricorrono con crescente frequenza a una politica del terrore. La controversia è ancora aperta invece sul mostruoso massacro che sarebbe stato commesso il 16 dicembre dello scorso anno a Wiriyamu, con la morte di oltre 400 persone di ogni età e di ambo i sessi. Vi sono testimonianze che confermano e testimonianze che smentiscono, e non è facile esprimere un giudizio. Secondo il « Sunday Times », due uomini hanno prove decisive, ma sono irraggiungibili. Sono i sacerdoti alfonso Valverde e Martin Hernandez, incarcerati dal due gennaio di quest'anno, a Lourenco Marques. Fuggirono in Rhodesia il 31 dicembre perché « sapevano troppo», e i rhodesiani li arrestarono e li consegnarono ai portoghesi. Ieri, l'« Observer » aveva un'altra rivelazione. Lo stesso giorno del massacro di Wiriyamu, un'altra strage sarebbe stata commessa in un villaggio vicino, Chawola. Non si esclude che le due « operazioni » siano state compiute dal medesimo reparto, che, sempre in quei giorni, avrebbe ucciso decine di persone anche in altre località. Un testimone avrebbe visto a Chawola « almeno 53 cadaveri» e avrebbe rivelato i nomi di 45 di essi ad alcuni missionari, fra i quali i due adesso prigionieri. Queste nuove informazioni — dice l'« Obserrer» — « provengono da un prete italiano che è stato in stretto contatto con i missionari spagnoli ». Potrebbe essere forse quel padre Cesare Bertulli, il quale vive adesso a Roma, ma che per 25 anni è stato « superiore regionale » dei « padri bianchi » nel Mozambico. Mario Ciriello

Persone citate: Lourenco Marques, Marcello Caetano, Martin Hernandez, Police, Special Branch

Luoghi citati: Inghilterra, Lisbona, Londra, Rhodesia, Roma, Valverde, Vietnam