Per gli sciabolatori azzurri solo una medaglia di bronzo di Carlo Filogamo

Per gli sciabolatori azzurri solo una medaglia di bronzo Sconfitti (9-7) dall'Unione Sovietica Per gli sciabolatori azzurri solo una medaglia di bronzo Nel torneo mondiale delle fiorettiste solo la Collino resta in gara (Nostro servizio particolare) Goteborg, 8 luglio. Dopo la distensiva gita in battello nell'arcipelago di rocciosi isolotti, guastata peraltro dall'improvviso maltempo, sono riprese le ostilità ai mondiali di scherma a Goteborg. Entravano in lizza 105 concorrenti di ventisei Paesi nell'affollato torneo di fioretto femminile, con tutto il fascino del gentil sesso, ancorché sottolineato da rabbiose urla di incitamento e da accesi duelli. La nostra attenzione però era soprattutto volta all'incontro ItaIla-Unione Sovietica, di sciabola che un genietto malefl.-o aveva sorteggiato, anticipando l'autentica finale e favorendo l'Ungheria, la guale si assicurava la medaglia d'argento dominando la Polonia per 9 a 4. Alla resa dei conti il risultato ha dato ragione al sovietici, che però hanno dovuto sudare le sette proverbiali camicie per rintuzzare le rabbiose ondate dei loro rivali trascinati dal dirompente neo-iridato Mario Aldo Montano e dal suo predecessore Maffel, risorto in un'impennata d'orgoglio dopo la sconfitta di esordio con l'olimpionico Sidiak. Entrambi hanno ottenuto tre punii preziosi (la foga di « Mauzino » è stata imbrigliata soltanto dal georgiano NazlimovJ, alla pari di Sidiak (da sottolineare il 5-2 inflittogli da Mario Aldo) e di Nazllmov. Tornando alle donne, la drastica selezione In tre turni sino alle ventiquattro ammesse al quarti di finale, ha lasciato sul terreno parecchie vittime illustri, tra cui citiamo per prima la svedese Palm, che dopo aver contribuito all'eliminazione della volonterosa debuttante Carla Mangtarotti, figlia dell'olimpionico, si è fatta battere malamente. Con lei sono rientrate negli spogliatoi la rinomata romena Cyulat, l'iridata uscente Demalle con la sua connazionale francese Ceretti, e la sfasata bresciana Lorenzoni eliminata dall'olimpionica sovietica Belava e dalla transalpina Muzio. Anche l'altra azzurra Cipriant, in giornata dJ scarsa vena e la ventenne romana Tomassini, hanno dovuto dare un addio alla compagnia. Ci rimane quindi soltanto l'aitante e pugnace fiorettista del Club Scherma, Consolata Collino, la quale esce dalle file dell'Isef: la torinese si è qualificata a vele spiegate senza conoscere sconfitte e dando la paga alla quotata romena Bartos, all'austriaca Girardi e alla Nogughi, una delle cinque minuscole giapponesi. Carlo Filogamo Per gli sciabolatori azzurri solo una medaglia di bronzo Sconfitti (9-7) dall'Unione Sovietica Per gli sciabolatori azzurri solo una medaglia di bronzo Nel torneo mondiale delle fiorettiste solo la Collino resta in gara (Nostro servizio particolare) Goteborg, 8 luglio. Dopo la distensiva gita in battello nell'arcipelago di rocciosi isolotti, guastata peraltro dall'improvviso maltempo, sono riprese le ostilità ai mondiali di scherma a Goteborg. Entravano in lizza 105 concorrenti di ventisei Paesi nell'affollato torneo di fioretto femminile, con tutto il fascino del gentil sesso, ancorché sottolineato da rabbiose urla di incitamento e da accesi duelli. La nostra attenzione però era soprattutto volta all'incontro ItaIla-Unione Sovietica, di sciabola che un genietto malefl.-o aveva sorteggiato, anticipando l'autentica finale e favorendo l'Ungheria, la guale si assicurava la medaglia d'argento dominando la Polonia per 9 a 4. Alla resa dei conti il risultato ha dato ragione al sovietici, che però hanno dovuto sudare le sette proverbiali camicie per rintuzzare le rabbiose ondate dei loro rivali trascinati dal dirompente neo-iridato Mario Aldo Montano e dal suo predecessore Maffel, risorto in un'impennata d'orgoglio dopo la sconfitta di esordio con l'olimpionico Sidiak. Entrambi hanno ottenuto tre punii preziosi (la foga di « Mauzino » è stata imbrigliata soltanto dal georgiano NazlimovJ, alla pari di Sidiak (da sottolineare il 5-2 inflittogli da Mario Aldo) e di Nazllmov. Tornando alle donne, la drastica selezione In tre turni sino alle ventiquattro ammesse al quarti di finale, ha lasciato sul terreno parecchie vittime illustri, tra cui citiamo per prima la svedese Palm, che dopo aver contribuito all'eliminazione della volonterosa debuttante Carla Mangtarotti, figlia dell'olimpionico, si è fatta battere malamente. Con lei sono rientrate negli spogliatoi la rinomata romena Cyulat, l'iridata uscente Demalle con la sua connazionale francese Ceretti, e la sfasata bresciana Lorenzoni eliminata dall'olimpionica sovietica Belava e dalla transalpina Muzio. Anche l'altra azzurra Cipriant, in giornata dJ scarsa vena e la ventenne romana Tomassini, hanno dovuto dare un addio alla compagnia. Ci rimane quindi soltanto l'aitante e pugnace fiorettista del Club Scherma, Consolata Collino, la quale esce dalle file dell'Isef: la torinese si è qualificata a vele spiegate senza conoscere sconfitte e dando la paga alla quotata romena Bartos, all'austriaca Girardi e alla Nogughi, una delle cinque minuscole giapponesi. Carlo Filogamo

Persone citate: Bartos, Ceretti, Collino, Consolata Collino, Girardi, Lorenzoni, Mario Aldo, Mario Aldo Montano, Tomassini

Luoghi citati: Polonia, Ungheria, Unione Sovietica