Renato Galtrucco morente diciotto minuti sulla pista
Renato Galtrucco morente diciotto minuti sulla pista Odiosi risvolti dopo il tragico fatto Renato Galtrucco morente diciotto minuti sulla pista (Dal nostro inviato speciale) MONZA, 8 luglio. La seconda tragedia di Monza ha avuto risvolti odiosi, a differenza dalla prima che aveva almeno indotto tutti ad un quasi silenzioso omaggio alla memoria dei morti. La gara era iniziata da poco, aggiunta inutile ad un programma già fin troppo intenso visto lo sdoppiamento della « 500 km » in due, una per la classe 500 e una per la 750. Il campionato della 500 ce juniores è quello più impegnativo ed era sicuramente un errore far correre con queste moto potentissime che sviluppano fino a 88-90 cavalli, piloti distratti dal successivo impegno. Non c'era quasi nessuno al circuito. Probabilmente nemmeno tutti gli addetti ai servizi, fra i quali quello essenziale del soccorso medico. Accaduto l'incidente, Renato Galtrucco è rimasto sulla pista per diciotto minuti morente, senza che nessuno si sognasse di assisterlo. In mezzo agli alberi a cento metri di distanza era finito Altrocchi, scoperto dopo un quarto d'ora. Il comportamento dei funzionari di polizia e degli agenti presenti sul posto è stato quantomeno- sconcertante. Il giornalista Cereghini, che è anche un valente pilota, è stato fermato per aver invitato un graduato di polizia ad occuparsi di Altrocchi che lo stesso Cereghini aveva ritrovato in mezzo agli alberi. Successivamente sorte quasi analoga è toccata ad un altro giornalista Pino Allievi. L'unanime disapprovazione dei giornali nei confronti dell'impianto monzese deve probabilmente aver fatto perdere la calma a molti, tant'è vero che anche da parte della direzione dell'autodromo c'è stato un palese sabotaggio alle informazioni. I responsabili del Moto Club Milano con rara sensibilità avrebbero voluto continuare a gareggiare e il direttore di corsa Fausto Luigi Della Rosa ha detto testualmente: « C'è un camion di balle di paglia per sostituire quelle distrutte al curvone, diamo una lavata e possiamo ricominciare ». Probabilmente è stato lui stesso a stilare il vergognoso comunicato al quale si sono giustamente ribellati anche tutti i corridori. g. m. R Gl Renato Galtrucco, aveva Renato Galtrucco morente diciotto minuti sulla pista Odiosi risvolti dopo il tragico fatto Renato Galtrucco morente diciotto minuti sulla pista (Dal nostro inviato speciale) MONZA, 8 luglio. La seconda tragedia di Monza ha avuto risvolti odiosi, a differenza dalla prima che aveva almeno indotto tutti ad un quasi silenzioso omaggio alla memoria dei morti. La gara era iniziata da poco, aggiunta inutile ad un programma già fin troppo intenso visto lo sdoppiamento della « 500 km » in due, una per la classe 500 e una per la 750. Il campionato della 500 ce juniores è quello più impegnativo ed era sicuramente un errore far correre con queste moto potentissime che sviluppano fino a 88-90 cavalli, piloti distratti dal successivo impegno. Non c'era quasi nessuno al circuito. Probabilmente nemmeno tutti gli addetti ai servizi, fra i quali quello essenziale del soccorso medico. Accaduto l'incidente, Renato Galtrucco è rimasto sulla pista per diciotto minuti morente, senza che nessuno si sognasse di assisterlo. In mezzo agli alberi a cento metri di distanza era finito Altrocchi, scoperto dopo un quarto d'ora. Il comportamento dei funzionari di polizia e degli agenti presenti sul posto è stato quantomeno- sconcertante. Il giornalista Cereghini, che è anche un valente pilota, è stato fermato per aver invitato un graduato di polizia ad occuparsi di Altrocchi che lo stesso Cereghini aveva ritrovato in mezzo agli alberi. Successivamente sorte quasi analoga è toccata ad un altro giornalista Pino Allievi. L'unanime disapprovazione dei giornali nei confronti dell'impianto monzese deve probabilmente aver fatto perdere la calma a molti, tant'è vero che anche da parte della direzione dell'autodromo c'è stato un palese sabotaggio alle informazioni. I responsabili del Moto Club Milano con rara sensibilità avrebbero voluto continuare a gareggiare e il direttore di corsa Fausto Luigi Della Rosa ha detto testualmente: « C'è un camion di balle di paglia per sostituire quelle distrutte al curvone, diamo una lavata e possiamo ricominciare ». Probabilmente è stato lui stesso a stilare il vergognoso comunicato al quale si sono giustamente ribellati anche tutti i corridori. g. m. R Gl Renato Galtrucco, aveva
Persone citate: Luigi Della Rosa, Pino Allievi, Renato Galtrucco
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