Chiuso con un Requiem il "Festival di Spoleto"
Chiuso con un Requiem il "Festival di Spoleto" Eccezionale successo di pubblico Chiuso con un Requiem il "Festival di Spoleto" E' l'opera di Britten, considerata il lavoro più monumentale del musicista inglese - Festa nella notte in onore di Giancarlo Menotti Spoleto, 8 luglio. Il Requiem di guerra di Benjamin Britten, diretto dall'esordiente Kinn, ha chiuso il Festival dei 2 Mondi di Spoleto. «Le trombe hanno tuonato intristendo l'aria della sera/E altre trombe risposero, meste a sentirsi. Voci di ragazzi giungevano dalla riva del fiume / il sonno le ha poi smorzate, rendendo triste il crepuscolo. L'ombra di domani incombeva sugli uomini I le voci di un'antica disperazione rassegnata. Piegati all'ombra del domani, dormirono ». Sono versi di Wilfred Owen, il poeta inglese morto in Francia durante la prima guerra mondiale, appena una settimana prima dell'armistizio: tre terzine che nel Requiem canta il baritono accompagnato da sonorità lievi e sospese, mentre il fragore degli ottoni si assottiglia cedendo ai lontani richiami di un corno, e la dolcezza di un flauto si avanza accompagnato dal suono morbido di un'arpa alla quale pian pano si accompagnano un clarinetto e un oboe. Con gli stessi versi si apre il Dies irae del War requiem, di Benjamin Britten: versi che sono caduti, pesanti come l'ammonimento di un dio pronto a scatenare l'apocalisse, sui 10 mila spettatori che affollavano oggi la piazza del Duomo di Spoleto per il grande concerto di chiusura del XVI Festival dei due mondi. Sul podio, per l'immensa massa orchestrale e corale, era il californiano Christopher Kim, 27enne di Berkeley; intorno a lui, nel golfo mistico, gli 85 componenti della «National orchestrai association », i 10 del complesso da camera della Associazione pergolesiana, 27 dell'» orchestra piccola of marin », 69 coristi del «William Hall Onorale », i 42 del « Wenstminster Choir», le 42 voci bianche del « Columbus Boichoir » (tutti bambini al di sotto dei 10 anni), oltre ai tre solisti, 11 soprano di colore Betty Jones, il tenore Eduardo Alvares e il baritono, anch'egli di colore, Thomas Carey. Una folla entusiasta ha salutato l'esordio di Kinn. Ma tutto il festival «mencttiano» ha avuto note positive. La stessa conclusione, tra i fuochi artificiali sulle pendici di Monteluco, sembrava sottolineare festosamente un'edizione che ha complessivamente presentato 96 spettacoli per poco meno di 50 mila persone. Il congresso a Roma rino. Ad un comitato di magistrati e di avvocati è stato invece affidato il compito di mettere a punto l'intero ventaglio di referendum abrogativi che saranno ridotti a cinque o sei, anziché una decina come era previsto nel progetto originario. In appoggio alla campagna per la raccolta delle firme è stato deciso inoltre di fare uscire, a partire dalla metà di settembre, un quotidiano radicale di cui si prevede una tiratura di cinquantamila copie, che sarà distribuito insieme al giornale del movimento extraparlamentare di sinistra « Lotta continua ». Giancarlo Menotti, il «patron» del Festival dei Due Mondi Chiuso con un Requiem il "Festival di Spoleto" Eccezionale successo di pubblico Chiuso con un Requiem il "Festival di Spoleto" E' l'opera di Britten, considerata il lavoro più monumentale del musicista inglese - Festa nella notte in onore di Giancarlo Menotti Spoleto, 8 luglio. Il Requiem di guerra di Benjamin Britten, diretto dall'esordiente Kinn, ha chiuso il Festival dei 2 Mondi di Spoleto. «Le trombe hanno tuonato intristendo l'aria della sera/E altre trombe risposero, meste a sentirsi. Voci di ragazzi giungevano dalla riva del fiume / il sonno le ha poi smorzate, rendendo triste il crepuscolo. L'ombra di domani incombeva sugli uomini I le voci di un'antica disperazione rassegnata. Piegati all'ombra del domani, dormirono ». Sono versi di Wilfred Owen, il poeta inglese morto in Francia durante la prima guerra mondiale, appena una settimana prima dell'armistizio: tre terzine che nel Requiem canta il baritono accompagnato da sonorità lievi e sospese, mentre il fragore degli ottoni si assottiglia cedendo ai lontani richiami di un corno, e la dolcezza di un flauto si avanza accompagnato dal suono morbido di un'arpa alla quale pian pano si accompagnano un clarinetto e un oboe. Con gli stessi versi si apre il Dies irae del War requiem, di Benjamin Britten: versi che sono caduti, pesanti come l'ammonimento di un dio pronto a scatenare l'apocalisse, sui 10 mila spettatori che affollavano oggi la piazza del Duomo di Spoleto per il grande concerto di chiusura del XVI Festival dei due mondi. Sul podio, per l'immensa massa orchestrale e corale, era il californiano Christopher Kim, 27enne di Berkeley; intorno a lui, nel golfo mistico, gli 85 componenti della «National orchestrai association », i 10 del complesso da camera della Associazione pergolesiana, 27 dell'» orchestra piccola of marin », 69 coristi del «William Hall Onorale », i 42 del « Wenstminster Choir», le 42 voci bianche del « Columbus Boichoir » (tutti bambini al di sotto dei 10 anni), oltre ai tre solisti, 11 soprano di colore Betty Jones, il tenore Eduardo Alvares e il baritono, anch'egli di colore, Thomas Carey. Una folla entusiasta ha salutato l'esordio di Kinn. Ma tutto il festival «mencttiano» ha avuto note positive. La stessa conclusione, tra i fuochi artificiali sulle pendici di Monteluco, sembrava sottolineare festosamente un'edizione che ha complessivamente presentato 96 spettacoli per poco meno di 50 mila persone. Il congresso a Roma rino. Ad un comitato di magistrati e di avvocati è stato invece affidato il compito di mettere a punto l'intero ventaglio di referendum abrogativi che saranno ridotti a cinque o sei, anziché una decina come era previsto nel progetto originario. In appoggio alla campagna per la raccolta delle firme è stato deciso inoltre di fare uscire, a partire dalla metà di settembre, un quotidiano radicale di cui si prevede una tiratura di cinquantamila copie, che sarà distribuito insieme al giornale del movimento extraparlamentare di sinistra « Lotta continua ». Giancarlo Menotti, il «patron» del Festival dei Due Mondi
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