Gli schermitori azzurri a Goteborg da oggi in lizza nei "mondiali" di Carlo Filogamo
Gli schermitori azzurri a Goteborg da oggi in lizza nei "mondiali" Gli schermitori azzurri a Goteborg da oggi in lizza nei "mondiali" Speranze soprattutto nella sciabola e nel quintetto di spadisti guidati dal torinese Granieri (Nostro servizio particolare) Goteborg, 1 luglio. Per due settimane, da domani al 13 luglio, la città di Goteborg ospiterà i campionati mondiali di scherma individuali e a squadre maschili e femminili. E' la seconda volta che tale prestigiosa manifestazione sì svolge in Svezia: bisogna risalire al lontano 1951 a Stoccolma, quando ancora Italia, Francia e Ungheria dettavano legge nel mondo delle armi bianche, tanto che i nomi di Manlio Di Rosa e di Edoardo Manglarotti figurarono al vertice nel fioretto e nella spada, mentre nelle competizioni a squadre i quartetti azzurri vennero preceduti dagli eterni rivali transalpini e dagli sciabolatori magiari. Pochi anni dopo l'impressionante marea det Paesi dell'Est travolse le fragili dighe della senescente scherma latina, a scapito magari dei concetti d'ar- te e di estro legati a questo sport cavalleresco, sostituiti dalla vigorìa atletica, dal ritmo implacabile, dall'incisività pratica, e da una preparazione perfetta, a sfondo quasi professionale. Dopo la riscossa dei fiorettisti francesi a Città del Messico, le Olimpiadi di Monaco hanno fatto però registrare la superba impennata di Antonella Ragno, concretando nel contempo la trionfale scalata degli sciabolatori azzurri guidati dall'iridato di Vienna '71 Michele Maffei e infrangendo la formidabile barriera sovietica, ungherese, polacca, rumena. Gli imminenti « mondiali » rappresentano la prima tappa del quadriennio che dovrà portarci a Montreal '76 e, secondo la tradizione, pensiamo abbiano carattere sperimentale per la maggior parte della trentina di nazioni presenti, impegnate nel tempestivo rinnovamento dei quadri con larga immissione di giovani al fianco dei campioni già collaudati a garanzia di esperienza, d'esempio e di medaglie. Su tale via si è messa decisamente l'Italia seguendo il solco tracciato dall'arma bitagliente, sperando di ottenere i medesimi risultati sia nel fioretto dove sono stati messi a riposo A. Pinelli e Del Francia, sia nella spada in cui Saccaro, Francescani, Placella hanno lasciato il passo ad un quartetto di spavalde « matricole » in blocco col trentenne subalpino Granieri, riservato per l'occasione a questa sola specialità, che già gli fruttò l'argento a Vienna e la Coppa del Mondo '71. Certo Sìmoncelli, il neo-tricolore M. Pinelli, Carlino Montano, Coletti, Calatroni, non possono vantare molte ambizioni nella gara inaugurale, che nel fioretto si riaccenderà il duello ad oltranza tra gli stoccatori polacchi e l francesi bruciati dal cocente smacco olimpico, con i sovietici in agguato per riconquistare il loro ambitissimo primato. La rivincita immediata dovrebbe ventre nella sciabola grazie ai « magnifici cinque », Maffei, Rigali, M. Aldo e Tullio Montano e il torinese Saivadori. i quali rinnoveranno la sfida con l'olimpionico Sidiak e compagni, senza trascurare i tradizionali avversari danubiani. Il ritiro della Ragno e l'improvvisa rinuncia di Vannetta Mascìotta hanno reso assai arduo il compito della dinamica tricolore del Club Scherma Consolata Collino, della Lorenzoni e Ciprianl affiancate dalle acerbe Carola Mangiarotti e Tomassini, in una prova sempre dominata dalle blasonate sovietiche in lotta con le ungheresi e le rumene, a cut si aggiungono l'odontoiatra di Stoccolma Krìstin Palm, e le francesi Ceretti e Demaìlle. Sì conclude con la spada, terra di conquista nelle ultime stagioni degli olimpionici Fenyvesi, Kulcsar e del loro connazionali magiari dopo aspre tenzoni con russi, polacchi, francesi, svedesi, tedeschi ed ora anche svizzeri. Il talento di Granieri, la freschezza e la foga irruente dei ventenni Marcello Bertinettl (il vercellese neocampione italiano), Mochì, iridato juniores a Buenos Ayres, Loy, Pezza dovrebbero evitarci di far da semplici spettatori al fuoco d'artificio finale. Carlo Filogamo Gli schermitori azzurri a Goteborg da oggi in lizza nei "mondiali" Gli schermitori azzurri a Goteborg da oggi in lizza nei "mondiali" Speranze soprattutto nella sciabola e nel quintetto di spadisti guidati dal torinese Granieri (Nostro servizio particolare) Goteborg, 1 luglio. Per due settimane, da domani al 13 luglio, la città di Goteborg ospiterà i campionati mondiali di scherma individuali e a squadre maschili e femminili. E' la seconda volta che tale prestigiosa manifestazione sì svolge in Svezia: bisogna risalire al lontano 1951 a Stoccolma, quando ancora Italia, Francia e Ungheria dettavano legge nel mondo delle armi bianche, tanto che i nomi di Manlio Di Rosa e di Edoardo Manglarotti figurarono al vertice nel fioretto e nella spada, mentre nelle competizioni a squadre i quartetti azzurri vennero preceduti dagli eterni rivali transalpini e dagli sciabolatori magiari. Pochi anni dopo l'impressionante marea det Paesi dell'Est travolse le fragili dighe della senescente scherma latina, a scapito magari dei concetti d'ar- te e di estro legati a questo sport cavalleresco, sostituiti dalla vigorìa atletica, dal ritmo implacabile, dall'incisività pratica, e da una preparazione perfetta, a sfondo quasi professionale. Dopo la riscossa dei fiorettisti francesi a Città del Messico, le Olimpiadi di Monaco hanno fatto però registrare la superba impennata di Antonella Ragno, concretando nel contempo la trionfale scalata degli sciabolatori azzurri guidati dall'iridato di Vienna '71 Michele Maffei e infrangendo la formidabile barriera sovietica, ungherese, polacca, rumena. Gli imminenti « mondiali » rappresentano la prima tappa del quadriennio che dovrà portarci a Montreal '76 e, secondo la tradizione, pensiamo abbiano carattere sperimentale per la maggior parte della trentina di nazioni presenti, impegnate nel tempestivo rinnovamento dei quadri con larga immissione di giovani al fianco dei campioni già collaudati a garanzia di esperienza, d'esempio e di medaglie. Su tale via si è messa decisamente l'Italia seguendo il solco tracciato dall'arma bitagliente, sperando di ottenere i medesimi risultati sia nel fioretto dove sono stati messi a riposo A. Pinelli e Del Francia, sia nella spada in cui Saccaro, Francescani, Placella hanno lasciato il passo ad un quartetto di spavalde « matricole » in blocco col trentenne subalpino Granieri, riservato per l'occasione a questa sola specialità, che già gli fruttò l'argento a Vienna e la Coppa del Mondo '71. Certo Sìmoncelli, il neo-tricolore M. Pinelli, Carlino Montano, Coletti, Calatroni, non possono vantare molte ambizioni nella gara inaugurale, che nel fioretto si riaccenderà il duello ad oltranza tra gli stoccatori polacchi e l francesi bruciati dal cocente smacco olimpico, con i sovietici in agguato per riconquistare il loro ambitissimo primato. La rivincita immediata dovrebbe ventre nella sciabola grazie ai « magnifici cinque », Maffei, Rigali, M. Aldo e Tullio Montano e il torinese Saivadori. i quali rinnoveranno la sfida con l'olimpionico Sidiak e compagni, senza trascurare i tradizionali avversari danubiani. Il ritiro della Ragno e l'improvvisa rinuncia di Vannetta Mascìotta hanno reso assai arduo il compito della dinamica tricolore del Club Scherma Consolata Collino, della Lorenzoni e Ciprianl affiancate dalle acerbe Carola Mangiarotti e Tomassini, in una prova sempre dominata dalle blasonate sovietiche in lotta con le ungheresi e le rumene, a cut si aggiungono l'odontoiatra di Stoccolma Krìstin Palm, e le francesi Ceretti e Demaìlle. Sì conclude con la spada, terra di conquista nelle ultime stagioni degli olimpionici Fenyvesi, Kulcsar e del loro connazionali magiari dopo aspre tenzoni con russi, polacchi, francesi, svedesi, tedeschi ed ora anche svizzeri. Il talento di Granieri, la freschezza e la foga irruente dei ventenni Marcello Bertinettl (il vercellese neocampione italiano), Mochì, iridato juniores a Buenos Ayres, Loy, Pezza dovrebbero evitarci di far da semplici spettatori al fuoco d'artificio finale. Carlo Filogamo
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