Forse un accordo fra i moderati cattolici e protestanti in Ulster di Mario Ciriello

Forse un accordo fra i moderati cattolici e protestanti in Ulster Dopo le elezioni per il Parlamento Forse un accordo fra i moderati cattolici e protestanti in Ulster Tentativo per emarginare gli estremisti di Paisley, che respingono il progetto di pacificazione -1 cattolici hanno ignorato le pressioni dell'Ira (Dal nostro corrispondente) Londra, 1 luglio. Si era detto che queste elezioni avrebbero spazzato ogni dubbio, che si sarebbe finalmente intravisto il futuro dell'Irlanda del Nord: ma il pronostico non s'è avverato. La votazione per la nuova «assembli/», il corpo legislativo che sostituirà il vecchio Stormont, ha dissipato alcuni interrogativi, ma ne ha creati altri. I risultati — divenuti noti soltanto ieri causa il complicatissimo sistema proporzionale — continueranno a essere studiati e analizzati per settimane, in un crescente coro di valutazioni ora dorate dall'ottimismo ed ora offuscati dal pessimismo. E non potrebbe essere altrimenti quando il verdetto offre allo stesso tempo motivi di conforto e di apprensione. I 78 membri della nuova assemblea avranno poteri legislativi assai limitati, e questo perché il governo di Londra serberà per sè i poteri-chiave nel settore «legge ed ordine». D'altro canto, però, il piccolo parlamento sarà importante, perché è tra i suoi deputati che William Whitelaw, l'abile «proconsole» di Heath nell'Irlanda del Nord, sceglierà gli uomini del suo futuro «executive», cioè dell'amministrazione regionale. Cosi ha stabilito il «Libro Bianco» pubblicato da Londra qualche mese fa, in cui si specifica altresì che i membri de\V«executive» dovranno accettare «power-sharing»: la divisione del potere. «Power-sharing», principio vitale in quest'Irlanda del Nord dove un milione di protestanti non riesce a convivere pacificamente con mezzo milione di cattolici. Gli odi settari hanno alimentato gli estremismi di entrambe le parti, dell'Ira cattolica e degli ultra e super-ultra protestanti, in una catena di terrorismo e rappresaglie che, nonostante la presenza delle forze armate britanniche, ha mietuto il 4 anni 835 vite. Occorre dunque che la grande maggioranza nell'assemblea s'impegni ad attuare questa collaborazione interconfessionale, perché senza tale impegno Whitelaw non potrà neppure formare la sua giunta, e il nuovo meccanismo costituzionale, su cui poggiano tante speranze, finirà fatalmente con l'incepparsi. Premesso questo, possiamo riferire i risultati. Dei 78 seggi, 24 sono stati vinti dagli «Unionisti Ufficiali» di Brian Faulkner o dai suoi sostenitori protestanti; 26 da altri gruppi protestanti alla destra di Faulkner, i cui leaders sono William Craig e il reverendo Ian Paisley; 19 dal «Social democratic and labour partv», quasi interamente cattolico; 8 dair«AHia7zce party», fondato nel 70, moderato e non-confessionale e 1 dal « Northern Ir stand labour party», pure non-confessionale. Non è ancora certo che il rapporto di forza tra i protestanti di Faulkner e quelli di Craig e Paisley sia proprio 24-26, ma ciò che è certo è che la destra protestante ha ottenuto un successo superiore ad ogni pronostico. Ecco la delusione, ecco il pericolo. Perché la fazione Craig-Paisley, a differenza di quella capeggiata da Faulkner, sostiene di avversare il progetto costituzionale inglese. Che i protestanti prevalessero, era logico: ma non si prevedeva che i loro «falchi» raccogliessero tanti voti, e non si sa neppure quanti degli «Unionisti» di Faulkner siano adesso disposti a seguire il loro leader nell'attuazione del «Libro Bianco» di Londra. Il campo « Unionista », un tempo compatto, si è spezzato, ed è difficile dire quali delle due ali s'imporrà. Tutto nero allora? No: è avvenuto anche qualcosa di positivo. Primo: il voto cattolico ha ignorato i richiami dell'Ira ed è affluito al «Social democratic and labour party», i cui 29 seggi costituiscono un grande successo. Secondo: non si è avuta la sperata vittoria delle forze non-confessionali, ma nel contesto nord-irlandese gli 8 deputati Ae\ì'«Alliance» rappresentano una presenza incoraggiante. Tiriamo le somme. Gli estremisti di ambedue le comunità sono stati respinti, si sono eletti dei politici non dei fanatici: i cattolici sono rappresentati adesso da un robusto partito, e questo spiega perché l'affermazione del «Sdlp» sia stata accolta con giubilo a Dublino: i moderati dell'» Alliance » potranno far udire la loro voce. Ma quaU protestanti parteciperanno al dialogo politico, e che cosa vorranno? Nei prossimi giorni cominceranno i contatti tra i vari gruppi, corrono le voci più strane, non si esclude neppure un accordo fra i protestanti di Craig e Paisley con i cattolici per spingere da parte Faulkner e ottenere da Londra una maggior autonomia. Tutto è possibile e tutto in realtà è accettabile, purché tacciano i mitra, scompaiano i terroristi e le due comunità vivano in pace e reciproco rispetto. Mario Ciriello Forse un accordo fra i moderati cattolici e protestanti in Ulster Dopo le elezioni per il Parlamento Forse un accordo fra i moderati cattolici e protestanti in Ulster Tentativo per emarginare gli estremisti di Paisley, che respingono il progetto di pacificazione -1 cattolici hanno ignorato le pressioni dell'Ira (Dal nostro corrispondente) Londra, 1 luglio. Si era detto che queste elezioni avrebbero spazzato ogni dubbio, che si sarebbe finalmente intravisto il futuro dell'Irlanda del Nord: ma il pronostico non s'è avverato. La votazione per la nuova «assembli/», il corpo legislativo che sostituirà il vecchio Stormont, ha dissipato alcuni interrogativi, ma ne ha creati altri. I risultati — divenuti noti soltanto ieri causa il complicatissimo sistema proporzionale — continueranno a essere studiati e analizzati per settimane, in un crescente coro di valutazioni ora dorate dall'ottimismo ed ora offuscati dal pessimismo. E non potrebbe essere altrimenti quando il verdetto offre allo stesso tempo motivi di conforto e di apprensione. I 78 membri della nuova assemblea avranno poteri legislativi assai limitati, e questo perché il governo di Londra serberà per sè i poteri-chiave nel settore «legge ed ordine». D'altro canto, però, il piccolo parlamento sarà importante, perché è tra i suoi deputati che William Whitelaw, l'abile «proconsole» di Heath nell'Irlanda del Nord, sceglierà gli uomini del suo futuro «executive», cioè dell'amministrazione regionale. Cosi ha stabilito il «Libro Bianco» pubblicato da Londra qualche mese fa, in cui si specifica altresì che i membri de\V«executive» dovranno accettare «power-sharing»: la divisione del potere. «Power-sharing», principio vitale in quest'Irlanda del Nord dove un milione di protestanti non riesce a convivere pacificamente con mezzo milione di cattolici. Gli odi settari hanno alimentato gli estremismi di entrambe le parti, dell'Ira cattolica e degli ultra e super-ultra protestanti, in una catena di terrorismo e rappresaglie che, nonostante la presenza delle forze armate britanniche, ha mietuto il 4 anni 835 vite. Occorre dunque che la grande maggioranza nell'assemblea s'impegni ad attuare questa collaborazione interconfessionale, perché senza tale impegno Whitelaw non potrà neppure formare la sua giunta, e il nuovo meccanismo costituzionale, su cui poggiano tante speranze, finirà fatalmente con l'incepparsi. Premesso questo, possiamo riferire i risultati. Dei 78 seggi, 24 sono stati vinti dagli «Unionisti Ufficiali» di Brian Faulkner o dai suoi sostenitori protestanti; 26 da altri gruppi protestanti alla destra di Faulkner, i cui leaders sono William Craig e il reverendo Ian Paisley; 19 dal «Social democratic and labour partv», quasi interamente cattolico; 8 dair«AHia7zce party», fondato nel 70, moderato e non-confessionale e 1 dal « Northern Ir stand labour party», pure non-confessionale. Non è ancora certo che il rapporto di forza tra i protestanti di Faulkner e quelli di Craig e Paisley sia proprio 24-26, ma ciò che è certo è che la destra protestante ha ottenuto un successo superiore ad ogni pronostico. Ecco la delusione, ecco il pericolo. Perché la fazione Craig-Paisley, a differenza di quella capeggiata da Faulkner, sostiene di avversare il progetto costituzionale inglese. Che i protestanti prevalessero, era logico: ma non si prevedeva che i loro «falchi» raccogliessero tanti voti, e non si sa neppure quanti degli «Unionisti» di Faulkner siano adesso disposti a seguire il loro leader nell'attuazione del «Libro Bianco» di Londra. Il campo « Unionista », un tempo compatto, si è spezzato, ed è difficile dire quali delle due ali s'imporrà. Tutto nero allora? No: è avvenuto anche qualcosa di positivo. Primo: il voto cattolico ha ignorato i richiami dell'Ira ed è affluito al «Social democratic and labour party», i cui 29 seggi costituiscono un grande successo. Secondo: non si è avuta la sperata vittoria delle forze non-confessionali, ma nel contesto nord-irlandese gli 8 deputati Ae\ì'«Alliance» rappresentano una presenza incoraggiante. Tiriamo le somme. Gli estremisti di ambedue le comunità sono stati respinti, si sono eletti dei politici non dei fanatici: i cattolici sono rappresentati adesso da un robusto partito, e questo spiega perché l'affermazione del «Sdlp» sia stata accolta con giubilo a Dublino: i moderati dell'» Alliance » potranno far udire la loro voce. Ma quaU protestanti parteciperanno al dialogo politico, e che cosa vorranno? Nei prossimi giorni cominceranno i contatti tra i vari gruppi, corrono le voci più strane, non si esclude neppure un accordo fra i protestanti di Craig e Paisley con i cattolici per spingere da parte Faulkner e ottenere da Londra una maggior autonomia. Tutto è possibile e tutto in realtà è accettabile, purché tacciano i mitra, scompaiano i terroristi e le due comunità vivano in pace e reciproco rispetto. Mario Ciriello

Luoghi citati: Dublino, Irlanda Del Nord, Londra, Ulster