Spadolini: metodi staliniani contro gli scrittori sovietici
Spadolini: metodi staliniani contro gli scrittori sovietici Le reazioni alla repressione in Unione Sovietica Spadolini: metodi staliniani contro gli scrittori sovietici Rilevato l'imbarazzo e l'ambiguità del pei di fronte ai processi di Mosca (Dalla redazione romana) Roma, 30 agosto. Forti reazioni si hanno a Roma per la repressione in Urss contro gli intellettuali, di cui sono testimonianza il processo Yakir e le coraggiose denunce fatte da Solgenitsin e Sakharov. Il sen. Spadolini (pri), presidente della commissione Istruzione di palazzo Madama, rileva in un'intervista sulla Voce repubblicana di domani, la «calcolata e controllata pubblicità» data in Urss al processo contro Yakir e al secondo appello di Sakharov «derogando così alla regola del silenzio costantemente mantenuta dalla stampa sovietica in tema di dissenso». A giudizio di Spadolini, questo fatto potrebbe preludere ad un'accusa di complicità per Sakharov nei reati contestati a Yakir, anche perché il nome del celebre fisico è stato fatto nel dibattimento. Soffermandosi sull'influenza che avvenimenti internazionali possono avere sulle vicende del dissenso sovietico, Spadolini dichiara che «è raro trovare qualsiasi riferimento al caso Watergate nella stampa e Tv sovietiche. Si ha perfino l'impressione di un certo indiretto e involontario scambio di favori fra le due superpotenze: io ti do il silenzio sul caso Watergate, tu mi assicuri il minimo rilievo possìbile alle proteste degli intellettuali eretici sovietici». In polemica con l'atteggiamento dei partiti comunisti francese e italiano, Spadolini giudica «gravissimo» lo zelo dell'Humanité nel denunciare «il deviazionismo degli intellettuali sovietici con un linguaggio che favorisce il neostalinismo incombente sulla cultura sovietica». «Né i "distinguo" impacciati de l'Unità, prosegue Spadolini, sono sufficienti a dissipare l'equivoco di fondo sui rapporti fra libertà e comunismo, in cui continuano ad essere avvolti anche i partiti che pur parlano, come l'italiano, di vie nazionali, qui come sui fatti di Praga». L'intervi¬ l a o sta si chiude con un'esortazio* ne agli intellettuali occidentali, «compresi quelli italiani che ci sembrano troppo pavi di e impacciati in questo momento », perché protestino.
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