Un giudice comanda anche al Presidente di Vittorio Zucconi

Un giudice comanda anche al Presidente Un giudice comanda anche al Presidente In questo Paese, che offre ad un immigrato irlandese cattolico la presidenza e ad un ebreo tedesco la poltrona di segretario di Stato, ci doveva essere un po' di spazio storico anche per un napoletano: l'ha occupato John Joseph Sirica, giudice federale, prendendo per la prima volta in 200 anni di storia americana la decisione di «ordinare» qualcosa ad un presidente. Il padre di Sirica, immigrato negli Stati Uniti con la grande ondata dell'inizio del secolo era di Napoli, del Vomero. Ma, in verità, di napoletano Sirica ha apparentemente ben poco: è nato nel 1904, non ricorda che qualche parola in dialetto, vive con intensità e piena convinzione la vita americana. Durante l'ultimo conflitto mondiale, girava gli Stati Uniti con il suo più caro amico, il famoso pugile Jack Dempsey, vendendo cartelle del prestito di guerra. All'occhiello porta una bandierina in oro degli Stati Uniti, crede nella legge. Lo si può definire un Law and Order man, un'uomo d'ordine pur senza essere reazionario. Fu scelto da Eisenhower per la carica di giudice federale, perché era un repubblicano convinto, un uomo che offriva ogni garanzia. Forse troppo, penserà probabilmente oggi Nixon. La responsabilità di mettere il dito nel ferreo ingranaggio costituzionale americano non l'ha turbato oitre misura: mezz'ora dopo aver diffuso la motivazione della sentenza con la quale ingiunge a Nixon di consegnargli i nastri, era già nella sua casa di Spring Valley, un verde quartiere alla periferia di Washington. Si rende conto di aver dato il via ad un conflitto storico fra le istituzioni americane?, gli ha chiesto un giornalista della stazione televisiva di Washington. «Giovanotto — ha risposto Sirica — lei sta facendo il suo mestiere ora, non è vero? Be', io ho fatto il mio». Ed ha chiuso la porta di casa. Eppure, dietro la facciata americana ci pare di intravedere ancora un poco delle fondamenta napoletane: dice la vicina di casa Alice Tbroop (i vicini sono personaggi fondamentali nella vita americana): «Si è creato una famiglia molto unita: tutte le sere i tre figli John (20 anni), Patricia (16 anni) ed Eileen tornano a casa per la cena, e la famiglia si siede a tavola. I ragazzi m'hanno detto che su questo con il padre non si discute e anche la moglie Lucilie Camalier m'ha detto che in casa John è il padrone assoluto». Non ama i parties, adora lo sport. Per alcuni anni è stato addirittura istruttore di boxe in una palestra di Washington. I suoi trascorsi pugilistici sono noti: un'altra vicina racconta che nei giorni scorsi Sirica ha ricevuto una cartolina da un ignoto ammiratore. C'era scritto «suonagliele dure, ragazzo». E Sirica ha inferto un brutto colpo a Nixon, non un knock out, ma tale da portare punti agli avversari del Presidente. Con la sentenza di ieri, il giudice «napoletano» ha in pratica costretto l'avvocato californiano Richard Nixon a sfoderare la sua ultima risorsa, il ricorsa alla Corte Suprema oppure ad accettare l'appello e quindi riconoscere implicitamente la giurisdizione della magistratura ordinaria sul Presidente. «JVon ho preso senza sentirmi turbato — ha confidato Sirica ad amici che l'hanno incontrato ieri sera a casa sua — la decisione di chiedere i nastri, ma ho lasciato a Nixon la possibilità di darli a me personalmente e non ho intimato, come avrei potuto, la consegna al pubblico ministero, per salvaguardare la riservatezza». . Ma il piccolo «inghippo» come l'avrebbe definito il padre napoletano di Sirica, non poteva funzionare e non ha funzionato. E' servito però ad aumentare enormemente la popolarità di Sirica: il suo nome è ormai ai primi posti nel cast di questa tragedia nazionale che si chiama Watergate e che troppo spesso descriviamo come pochade, piena di spie sotto il letto, irruzioni notturne, mogli isteriche, cortigiani chiacchieroni. Sirica, come già è accaduto per Ervin, è diventato para dossalmente «il cocco dei ra dicali e dei liberali americani» scrive il Washington Post, e tanto il giudice che il senatore sono politicamente lontanissimi da posizioni radicali liberali. Watergate sta rimescolando molte carte negli Stati Uniti, portando alla ribalta personaggi minori, co me il giudice Sirica, che di vengono in poche ore gli effimeri eroi di un Paese turbato e alla ricerca di nuove certezze. Vittorio Zucconi Il giudice Sirica

Luoghi citati: Napoli, Stati Uniti, Washington